giovedì 22 dicembre 2011

Il Natale del 1914

Siamo in piena guerra mondiale. L'arrivo del Natale spinge tuttavia i soldati nelle trincee ad una tregua spontanea: accogliere un desiderio di pace e fraternizzare col nemico.
Ecco alcune testimonianze tratte dalla "Storia della pace" disponibile sul sito di PeaceLink


“A Natale sui campi di battaglia sbocciò spontaneo un sentimento di pace, mentre le truppe di tutti gli eserciti europei celebravano la nascita del Salvatore. Da cinque mesi combattevano con crescente asprezza, ma improvvisamente, quando venne la sera della vigilia, in vari punti del fronte per un po’ le armi tacquero. «Cominciammo a parlare con i tedeschi: chiedevano una tregua per il periodo natalizio», scrisse nel diario del suo battaglione un tenente venticinquenne delle guardie scozzesi, Sir Edward Hulse”.

Accadde che i rispettivi nemici che fino ad allora erano rimasi rintanati nelle proprie trincee ne uscirono fuori e, amichevolmente, ci fu uno scambio di ricordi. Le due parti si accordarono inoltre per la sepoltura dei morti. Il tutto avvenne nel massimo della solennità. Nella terra di nessuno i soldati si incontrarono e si aiutarono a vicenda: c’era chi aiutava a seppellire i morti, chi si scambiava parole, ricordi e persino dolci. Gli inglesi offrirono ai tedeschi il loro budino natalizio, che fu molto apprezzato.

Prosegue lo storico  Martin Gilbert:
"Vi fu infine, in quello strano giorno, un cantare generale di canzoni tipiche natalizie. I tedeschi intonarono Die Wacht Am Rhein e Christians Wake! gli inglesi. Tutto ciò sembrava molto bello ma, quando l’alto comandante inglese Sir John French venne a sapere che i soldati fraternizzavano, diede ordine di vietare qualsiasi altra manifestazione del genere facendo in modo che la cosa non si ripetesse. Sir John French era stato molto duro anche nei giorni precedenti quando aveva dato l’ordine di far fuoco su qualsiasi bandiera bianca avesse fatto la sua comparsa sul fronte occidentale.

Le tregue spontanee non piacevano ai comandi militari e, riporta lo storico Martin Gilbert, furono intensificati i controlli:
“La tregua natalizia “scoppiata” spontaneamente sul fronte occidentale nel 1914 non ebbe una replica nel 1915 (…) La vigilia di Natale, nei pressi di Wulvergem i tedeschi innalzarono sul parapetto della prima linea un albero illuminato dalle candeline. L’albero non ebbe vita lunga. «Per qualche istante le fiammelle ondeggiarono nell’oscurità, finché un ufficiale inglese non ordinò di sparare a volontà e l’albero fu distrutto», riporta lo storico Lyn Macdonald. Anche il giorno di Natale non fu molto differente: cinque scariche veloci all’alba e qualche altro colpo per tutto il giorno. Alcune batterie lanciarono fino a trecento granate. «Erano quelli gli ordini. Sono convinto che lo scopo fosse di impedire ai soldati di fraternizzare», annotò il caporale D. A Pankhurst della regia artiglieria inglese".
Gli alti comandi erano infatti preoccupati per i ripetuti episodi nei quali i soldati “nemici” avevano fraternizzato. Interessantissimo è un caso narrato da Philip Gibbs che risale al novembre del 1915 quando le piogge avevano trasformato le trincee in torrenti. L’acqua arrivava al ginocchio, in qualche caso fino alla cintola. Gibbs, già corrispondente dal fronte, nel suo libro Realities of War (pubblicato nell’immediato dopoguerra) raccontò che i soldati tedeschi
“non potendone più dei disagi, si issarono faticosamente sui parapetti scivolosi e si sedettero ad asciugare le gambe, gridando: «Non sparate! Non sparate!». I nostri non spararono. Si sedettero anch’essi ad asciugare le gambe, sorridendo”.

domenica 18 dicembre 2011

La Grande Guerra nella satira politica di Scalarini

post di Alessandra Catalano classe 5 C

Giuseppe Scalarini, creatore della vignetta satitica politica in Italia,  nasce a Mantova il 29 gennaio 1873. Manifesta un precoce interesse per l’arte e il disegno e tiene la sua prima mostra a Mantova nel 1890; in questa occasione conosce il coetaneo, futuro socialista e capo del governo, Ivanoe Bonomi, con cui fonda nel 1891 la Società Letteraria.  A Mantova, il primo novembre 1896, fonda con altri amici il Merlin Cocai, settimanale di impronta radicale e socialista. Il primo maggio 1989 fonda La Terra, primo giornale socialista mantovano, insieme a Bonomi e Giovanni Zibordi. Il 22 ottobre 1911, in piena guerra di Libia, pubblica la sua prima vignetta sull’Avanti!, diretto da Claudio Treves: inizia così una collaborazione quotidiana che durerà fino al 10 gennaio 1926. Nel 1926, in seguito all’attentato a Mussolini del 31 ottobre a Bologna, si scatenano rappresaglie fasciste contro giornali e militanti di sinistra. Il Tribunale speciale di difesa dello Stato istituisce leggi eccezionali contro gli oppositori del regime. A novembre, Scalarini viene picchiato a Milano da una squadra di camicie nere. L’aggressione gli causa la frattura della mandibola e una commozione cerebrale.Uscito d’ospedale, il primo dicembre 1926 viene arrestato e trasferito davanti al Tribunale speciale, che lo condanna a cinque anni di confino, prima a Lampedusa, poi a Ustica, dove resta fino al novembre 1929, quando viene trasferito a Milano, restando comunque “sorvegliato speciale”.Gli viene impedito di firmare “qualunque suo lavoro di qualsiasi genere”, divieto che non viene mai revocato. Scalarini quindi si dà alla letteratura per l’infanzia, pubblicando nel 1933 “Le avventure di Miglio”, che esce a firma della figlia Virginia Chiabov. Collabora anche al Corriere dei piccoli dal 1932 al 1946 ed alla Domenica dei Corriere dal 1934 al 1946.

Il 15 luglio 1940 viene nuovamente arrestato a Gavirate, il 20 è internato nel campo di concentramento di Istonio (oggi Vasto, in provincia di Chieti). Viene poi trasferito a Bucchianico (Chieti). Il 22 dicembre viene revocato l’internamento, ma ripristinata la vigilanza. Nel 1943 sfugge all’arresto della polizia di Salò.
Nel dopoguerra riprende la collaborazione con l’Avanti! e lavora anche per l’Umanità il Codino Rosso e il Sempre Avanti!. Giuseppe Scalarini muore a Milano il 30 dicembre 1948.


Ricchissima la  produzione di vignette dedicate da Scalarini a denunciare la brutalità e l'inutilità della guerra.




giovedì 15 dicembre 2011

Mostra a Catania: 150 anni di sussidiarietà

Maria Grazia Le Mura segnala la mostra 150 anni di sussidiarietà allestita a Catania presso la Facoltà di Lettere, Filosofia e Lingue dal 13 al 17 dicembre.

Sono possibili visite guidate per le scuole e i gruppi.

domenica 11 dicembre 2011

LA GRANDE GUERRA NELLE IMMAGINI E NELLA MUSICA

post di Rosita Cipolla, classe 5 C

Un altro modo per accostarsi alle motivazioni, ai drammi, alle conclusioni e alle conseguenze del primo conflitto mondiale è rappresentato dall'esame di documenti iconografici: immagini, cartoline, locandine di propaganda, opere d'arte.
Il ricorso al testo non verbale permette di ritrovare le inquietudini della società del tempo non sempre filtrate dall'argomentazione logica e specchio di una comunicazione che preferisce il canale delle emozioni e dell'immediatezza per raggiungere il destinatario.
Sempre più frequente nella società di massa, questa modalità espressiva culminerà poi nella campagna propagandistica delle dittature tra le due guerre.

La mia proposta si riferisce alle


post di Nella Casabella
post di Marilenia Miano
post di Paola Di Mauro

GASATI E FERITI
post di Vanessa Pennisi

MANIFESTO DI PROPAGANDA
post di Alessia Leotta

giovedì 1 dicembre 2011

Katrin e le crudeltà della guerra

post di Patrizia Fioravanti, 5 B

A proposito della prima guerra mondiale voglio segnalare un libro che ho letto in questi giorni,
Die Katrin wird Soldat, di Adrienne Thomas (Katrin diventa soldato)



Il libro venne scritto da Adrienne Thomas e pubblicato nel 1930 a Berlino, ebbe subito molto successo e venne tradotto in 15 lingue. Nonostante ciò, l’autrice dovette presto rifugiarsi in America poiché il suo libro apparteneva a quel gruppo di opere che vennero bruciate il 10 Maggio 1933 all’ Opernplatz di Berlino dai Nazisti. In quella occasione vennero bruciati anche libri di Heinrich Mann, di Heine e di Brecht. Quest’opera denuncia, attraverso la storia della diciasettenne Katrin che decide di dare una mano ai soldati tedeschi dell’ Alsazia-Lorena, le crudeltà accadute durante la prima guerra mondiale, metafora del dramma disumano che accompagna tutte le guerre.