lunedì 27 ottobre 2014

28 LUGLIO 1914: è guerra!


 A 100 ANNI DALLO SCOPPIO DELLA GRANDE GUERRA

proviamo a ricostruire gli eventi




08' 45''

domenica 26 ottobre 2014

la scuola negata ancora oggi



Abbiamo parlato a scuola di questione meridionale e di lotta contro l'analfabetismo nell'età giolittiana.
Dopo 100 anni ecco cosa accade ancora in provincia di Catania. Una storia amara e penalizzante che non vuole passare......





"Maxioperazione di controllo contro l'evasione scolastica a Santa Maria di Licodia, in provincia di Catania, dove i carabinieri hanno denunciato, per inosservanza continuata dell'obbligo di istruzione dei minori, 232 genitori responsabili di aver procurato l'evasione scolastica dei propri figli, in totale 136 studenti.

I controlli sono stati estesi nel corso degli ultimi due anni scolastici istituti di istruzione primaria e secondaria dai quali è emerso che molti genitori avevano causato o agevolato l'abbandono scolastico o la sua interruzione ingiustificata.

Il controllo serve ad evitare che, specie negli ambienti rurali, i minori siano avviati ad attività lavorative. In un caso si è accertato che un ragazzo di 11 anni non veniva mandato a scuola per aiutare il padre nell'accudire il gregge.

I genitori hanno un età media tra i 30 ed i 45 anni, sono generalmente operai, ambulanti, braccianti agricoli, muratori, disoccupati, casalinghe, collaboratrici domestiche, operaie e il loro livello di istruzione non va oltre il diploma di scuola media inferiore. Gli indagati sono tutti italiani, escluso due genitori polacchi."

martedì 7 ottobre 2014

la nuova emigrazione


E' in atto un movimento della popolazione italiana verso l'estero di grandi ed allarmanti proporzioni. 

Per brevi, medi  e lunghi periodi sempre più italiani preparano la valigia in cerca semplicemente di futuro, quello che oggi da noi non esiste -nè pare essere previsto- nelle prospettive di intervento immediato del governo. E' un vero dramma nazionale le cui conseguenze( economiche, sociali, culturali)  non sono purtroppo ancora adeguatamente valutate. 

Ecco quello che emerge dal rapporto MIGRANTES appena presentato a Roma.



Il numero di italiani che emigrano all'estero è superiore a quello degli stranieri che arrivano nel nostro paese. Il dato è contenuto nel Rapporto Italiani nel Mondo pubblicato oggi dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana. Le partenze dall'Italia hanno raggiunto nel 2013 il numero di 94 mila persone, cifra superiore ai flussi dei lavoratori stranieri immigrati in Italia, che sono ogni anno circa la metà di questa cifra, precisamente 43 mila nel 2010. Da queste cifre sono esclusi, per ovvi motivi, gli arrivi clandestini. Nel mondo sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti all'estero: l'aumento in valore assoluto rispetto al 2013 è di quasi 141 mila iscrizioni, il 3,1 per cento nell'ultimo anno. La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (2.379.977) e per nascita (1.747.409).

Lungo il corso del 2013 si sono trasferiti all'estero 94.126 italiani - nel 2012 erano stati 78.941 - con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze, una variazione in un anno del +16,1 per cento. Per la maggior parte uomini sia nel 2013 (56,3 per cento) che nel 2012 (56,2 per cento), non sposati nel 60 per cento dei casi e coniugati nel 34,3 per cento, la classe di età più rappresentata è quella dei 18-34 anni (36,2 per cento). A seguire quella dei 35-49 anni (26,8 per cento) a riprova di quanto evidentemente la recessione economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a partire. Dalla percentuale di donne sul totale si possono ricavare informazioni interessanti: molte province, italiane infatti, hanno più emigrate donne, soprattutto in Argentina. Macerata e Trieste, in particolare, sono le prime due con il 51,1%; a seguire Fermo (50,7 per cento) e Pordenone (50,5 per cento).

Aggregando i dati ci si accorge che gli italiani iscritti all'AIRE provenienti dal Friuli Venezia Giulia sono 162.203, di cui 81.600 sono donne, cioè il 50,3 per cento: è l'unica regione d'Italia da cui sono partite più donne che uomini. I minori sono il 18,8 per cento e di questi il 12,1 per cento ha meno di 10 anni. Il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all'inizio del 2014, è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti italiani con una crescita del 71,5 per cento rispetto all'anno precedente. Seguono la Germania (11.731, +11,5 per cento di crescita), la Svizzera (10.300, +15,7 per cento), e la Francia (8.402, +19,0 per cento).

L'organismo della Cei, oltre a dar conto dei dati del database centrale dell'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, ha analizzate e descritte anche le iscrizioni all'AIRE con la sola motivazione dell'espatrio avvenute nel corso del 2013. Questi dati, insieme alle riflessioni sull'emigrazione interna, sulla mobilità per studio e formazione e dei ricercatori italiani, dei frontalieri nel Canton Ticino e il confronto con gli spostamenti degli italiani nell'ambito dei principali paesi europei, offrono un quadro articolato sul significato della mobilità italiana di oggi, sulle sue caratteristiche, sui trend che segue e sulle novità che emergono. "La prospettiva storica - si legge nella presentazione - è prerogativa fondamentale di questo annuario soprattutto perché affiancata alla riflessione sull'attualità con indagini non solo su specifiche situazioni territoriali di partenza e di arrivo, ma anche sull'idea che i media trasmettono della mobilità, il desiderio di partire e quello di tornare dei nostri connazionali".

sabato 4 ottobre 2014

gli studenti ad Hong Kong


 


 
La mobilitazione di migliaia di studenti e persone di tutte le età ad Hong Kong, una protesta senza precedenti nell’ex colonia britannica, è stata innescata dalla decisione della Cina di porre forti limiti alle prime elezioni a suffragio universale del capo del governo locale che si svolgeranno nel 2017. 



LA STRETTA DI PECHINO  
Innanzitutto, Pechino ha ridotto di limitare a due o tre il numero dei candidati alla carica di «chief executive». Inoltre, il governo centrale ha stabilito che i candidati devono essere approvati da un’apposita commissione elettorale di 1.400 persone, i cui membri vengono nominati da Pechino. È soprattutto quest’ultima decisione che ha scatenato la protesta degli studenti.  

 La riforma elettorale consiste nella creazione di un comitato ristretto di 1400 persone che dovrà indicare due o tre candidati per il capo del governo di Hong Kong. Inoltre, al termine del voto previsto nel 2017, il candidato eletto dovrà avere prima il consenso del governo centrale cinese.
Il movimento pro democrazia Occupy Central ha denunciato che Pechino intende controllare la scelta dei candidati e ha promosso una manifestazione per il prossimo primo ottobre.

OCCUPY CENTRAL  
Per il movimento “Occupy Central” questa, infatti, rappresenta una marcia indietro rispetto alla promessa della Cina di instaurare una piena democrazia politica. Impegno contenuto nella Basic Law, la Costituzione di Hong Kong che dal 1997 è una Speciale Regione Amministrativa della Cina. Deng Xiaoping, il leader cinese che firmò insieme all’allora premier britannica Margaret Thatcher l’accordo per il ritorno di Hong Kong alla Cina, sancì questa promessa inventando la formula «un Paese, due sistemi». 

IL LEADER DEGLI STUDENTI  

Il leader degli studenti è Joshua Wong, di 17 anni, che due anni fa aveva assunto un ruolo di punta nella campagna contro l’Educazione Patriottica, che Pechino voleva imporre in tutte le scuole elementari e medie di Hong Kong. L’opposizione all’Educazione Patriottica si rivelò talmente forte e sentita che Pechino decise di abbandonare temporaneamente il progetto. Convincere il Partito Comunista ad accettare un reale suffragio universale ad Hong Kong, però, sembra molto diverso. 

La Stampa, 28 settembre 2014

venerdì 3 ottobre 2014

50 anni fa la contestazione giovanile


Segnaliamo a  tutti il post pubblicato da Francesco Virga sul  suo interessante blog, dedicato alla contestazione degli studenti di Berkeley del 1964.

Da quel momento nulla sarà più come prima ed inizierà quella cesura con la storia del Novecento che lo storico statunitense Mayer vede concludersi negli anni Ottanta del secolo





Joan Baez