mercoledì 24 ottobre 2012

NEET, il dramma della generazione senza studio e lavoro





I nostri giovani non sono choosy, come incautamente sono stati definiti dal ministro del lavoro. In Italia non si fanno capricci tra i giovani, la gran parte ormai accetta di tutto pur di fare qualcosa, anche con laurea e master in tasca.
Il dramma vero oggi è rappresentato dai NEET. Non lavorano e non studiano, non fanno neanche uno stage. Sono i Neet, Not in Education or in Employment Training. Nel nostro Paese sono due milioni, un ragazzo su quattro se si considera la fascia d'età tra i 15 e i 29 anni. Diventano più di tre milioni, uno su tre se si arriva fino ai 34. Soprattutto donne del Mezzogiorno con un basso livello di istruzione, ma anche diplomati e laureati. Tutti "condannati a consumare senza il diritto di produrre".
Il nuovo allarme sociale annuncia che nel 2020 avremo 18 milioni di laureati in meno, con gravissime conseguenze per il ricambio generazionale nei quadri specializzati dello stato. Tantissimi inoltre stanno lasciando l'Italia, partono per lo studio ma poi si fermano fuori perchè lì trovano lavoro reale.

A questa realtà bisogna guardare, a questi giovani bisogna dare prospettive se vogliamo un futuro per un paese dignitoso e capace di procedere da solo.



sabato 20 ottobre 2012

Stop al femminicidio






Scrive oggi su Repubblica Adriano Sofri: "Per registrare il passaggio della centesima donna assassinata nell'anno la sorte ha scelto due sorelle ragazze 1, la minore che fa da scudo all'altra e muore al suo posto. E un assassino di 22 anni, che va a cercarle con il coltello in tasca, e prima ha pubblicato sulla sua pagina di Facebook, in una cornice colorata riempita di angioletti e cuoricini, parolette sulla "perdita di qualcuno che ami".





E' l'ennesimo drammatico caso di FEMMINICIDIO in Italia, la centesima donna assassinata dall'inizio dell'anno, una cifra incredile. 
 "I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a ucciderle. Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. E’ ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza. Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI. E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà.
Scrivono ancora le donne del Comitato promotore della petizione MAI PIU' COMPLICI: " E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.
Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla"

Il Comitato propone una petizione da firmare perchè non è possibile più tollerare, aspettare, dimenticare


Tocca a tutti,  uomini e donne, adulti e ragazzi, educatori e studenti, attivarsi da subito per scrollare energicamente questa società malata che non riconosce più la dignità dell'essere umano e la dialettica di genere come suo fondamento.




scadenza 10 novembre 2012




sabato 13 ottobre 2012

Nobel per la pace 2012 all'Unione Europea


La notizia del  premio Nobel per la Pace assegnato all'Unione europea ad Oslo un paio di giorni fa, ha trovato ampio spazio su tutti i giornali di ieri, accompagnata da espressioni di piacevole sorpresa di alcuni ma anche dal disappunto di altri.




DAI GIORNALI

Sorpresa, l'Unione europea ha ricevuto ieri il premio Nobel per la pace, suscitando una generale reazione di orgoglio. Molti hanno salutato i successi del passato, tralasciando per un attimo le difficoltà del presente Il comitato norvegese del Premio Nobel, presieduto dall'europeista convinto Thorbjoern Jagland, ha attribuito il premio Nobel per la pace 2012 all'Unione europea per «aver contribuito per sei decenni all'avanzamento della pace e della riconciliazione, la democrazia e i diritti umani in Europa». Il processo di integrazione è nato all'indomani della guerra con un piccolo gruppo di sei Paesi. Oggi gli stati membri sono 27, sui due lati dell'ex cortina di ferro.

Al di là delle divisioni, delle tensioni e dei pregiudizi, soprattutto in questi ultimi anni, l'Unione è uno straordinario esperimento nel quale gli stati hanno messo in comune i loro destini e accettato in larga misure una cessione della loro sovranità. Per molti versi, l'Unione è solo un esempio del modo in cui il continente si è unificato nel corso degli ultimi venti secoli. L'Europa di oggi ha ha le sue radici anche nelle battaglie di Giulio Cesare o nelle istituzioni di Carlomagno.

   Il Sole 24 ore 


  DEMOCRAZIA - Il comitato ha deciso di premiare l'Ue per l'impegno per la democrazia e per i diritti umani   «L'Ue e i suoi predecessori hanno contribuito per più di 60 anni alla pace e alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani», ha detto il presidente del comitato Thorbjoern Jagland. «L'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa», si legge nel testo di assegnazione del premio Nobel per la pace all'Ue.

RICONCILIAZIONE - «Durante gli anni della guerra, il comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il riconoscimento a persone che hanno lavorato per la riconciliazione tra Germania e Francia» ha continuato il testo letto dal presidente Thorbjoern Jagland. «Oggi un conflitto tra Berlino e Parigi è impensabile. Ciò dimostra come, attraverso sforzi ben mirati e la costruzione di una fiducia reciproca, nemici storici possano divenire partner». Citando l'entrata nell'unione, negli Anni '80, di Grecia, Spagna e Portogallo e la Caduta del Muro di Berlino il testo con le motivazioni dell'assegnazione del premio ricorda come tutto ciò abbia reso possibile l'ingresso a numerosi Paesi dell'Europa centrale e orientale, aprendo una nuova era nella storia d'Europa. E la fine delle divisioni tra Est e Ovest. «L'Ue sta affrontando una difficile crisi economica e forti tensioni sociali» si legge ancora. «Il Comitato per il Nobel vuole concentrarsi su quello che considera il più importante risultato dell'Ue: l'impegno coronato da successo per la pace, la riconciliazione e per la democrazia e i diritti umani.


CONTINENTE DI PACE - Il ruolo di stabilità giocato dall'Unione, secondo il comitato per il Premio Nobel, «ha aiutato a trasformare la gran parte d'Europa da un continente di guerra a un continente di pace». Il lavoro dell'Ue rappresenta la «fraternità tra le Nazioni «e costituisce una forma di "congressi di pace" ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace».


TWITTER -Immediato il commento del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz che in un messaggio su Twittere si è detto «commosso e onorato» ha scritto: «La riconciliazione è ciò che l'Unione Europea è. Può servire come fonte di ispirazione». Sempre sul social network si è espresso il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso: «un grande onore per l'intera Unione europea e per tutti i 500 milioni di cittadini». L'assegnazione del premio Nobel è per il cancelliere tedesco, Angela Merkel «un incoraggiamento agli sforzi per la pace».

Corriere della Sera, 12 ottobre 2012


Non tutti però concordano
"Il Nobel all'Unione europea, quando Bruxelles e tutta l'Europa stanno collassando nella miseria. Il prossimo cosa sarà? Un oscar a Van Rompuy?" ironizza l'euroscettico olandese, Geert Wilders. Stesso registro per Nigel Farage, a capo del britannico Independence Party: "è una disgrazia totale", ha detto, "e porta discredito al premio Nobel".

Norvegia: congratulazioni, ma il nostro ingresso non è in agenda. Ad attribuire il premio all'Unione europea è stato un Paese che finora ha deciso di rimanerne fuori. E se i membri Comitato norvegese hanno votato il riconoscimento all'unanimità, i loro concittadini sono rimasti sempre stati divisi sulla questione e in due referendum, nel 1972 e nel 1994 hanno votato contro l'adesione all'Ue. Dal premier norvegese Jens Stoltenberg sono arrivate congratulazioni alla Ue, ma l'ingresso nell'Unione, ha ribadito, "non è nell'agenda di Oslo". Felicitazioni, quindi, ma strettamente separate dalle relazioni tra Ue e Norvegia.

la Repubblica, 12 ottobre 2012


venerdì 5 ottobre 2012

La Sicilia di Sciascia



E' possibile presentare la Sicilia di ieri e di oggi attraverso gli studi e l'impegno di un autorevole, e per questo spesso considerato scomodo, esponente della cultura italiana?

E' quanto ci propone Francesco Virga nel suo saggio La Sicilia di Leonardo Sciascia, offrendoci con le parole e le riflessioni dello scrittore di Racalmuto uno spaccato di forte impatto socio-culturale. La denuncia dell'omertà e dell'ipocrisia, la difesa dei più deboli e dei salinari, una visione del cattolicesimo rigorosa e pura( quasi eretica se confrontata con quella degli alti prelati), la scelta dell'impegno "aperto e problematico" che non si specchia in un dettato ideologico ma nell'humanitas che ha intorno: le parole di Sciascia sono pietre e colpiscono anche- e soprattutto- chi cerca di celarsi dietro poteri e ruoli istituzionali in un paese "con poveri troppo poveri e ricchi troppo ricchi".

Un saggio di profonda attualità che aiuta a capire geografie umane e microuniversi culturali con analisi ferma e chiara, senza cadere in stereotipi o ideologismi.



"Il fallimento dell'autonomia regionale si può senz'altro attribuire al fatto che è stata intesa e maneggiata come un privilegio, una franchigia, che lo Stato italiano, sotto la pressione del movimento separatista, concedeva alla classe borghese-mafiosa(...)"





di Francesco Virga

giovedì 4 ottobre 2012

Murales a Linguaglossa



Alessandra Catalano e Rosita Cipolla ci hanno inviato una foto scattata a Linguaglossa. Dietro, un murales dedicato ai 150 anni di unità d'Italia....proprio bello, grazie ragazze!