martedì 30 settembre 2014

la strage di Marzabotto 70 anni dopo

 Eccidio di Monte Sole, meglio noto come strage di Marzabotto (29 settembre – 5 ottobre 1944): 

con più di 700 morti (tra cui intere famiglie e molti bambini), 

è uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche in 

Europa occidentale durante la Seconda guerra mondiale


La conta dei morti è un tragico esercizio di matematica. Nell'eccidio di Monte Sole, più conosciuto in Italia come strage di Marzabotto, in una serie di attacchi delle truppe naziste contro le popolazioni inermi di Marzabotto, Monzuno, Grizzana, si contarono 770 morti fra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944- soprattutto donne, anziani, bambini. La cifra sale a 955 contando tutti gli attacchi nazisti nella stessa zona fra l'estate e l'autunno. I tre Comuni, poi, pagarono un altro altissimo tributo di vite umane per altre cause legate alla guerra, altre 721 croci. 

Queste terre e queste vite - la violenza, la paura, il coraggio di resistere - hanno ispirato il film di Giorgio Diritti L'uomo che verrà. Le ultime condanne per queste morti risalgono al 2007.

Monte Sole e Marzabotto non dimenticano. E vogliono ricordare i 70 anni dall'eccidio con un serie di iniziative durante questa settimana. 

Il momento più emozionante sarà domenica 5 ottobre a Marzabotto, quando i canti della Resistenza introdurranno la messa per i caduti e la deposizione delle corone. Alle 11, in piazza Martiri delle Fosse ardeatine, le orazioni ufficiali, cui parteciperà l'Alto rappresentante per la Politica estera dell'UE Federica Mogherini. Seguirà l'arrivo delle staffette da Colle Ameno (di MICOL LAVINIA LUNDARI, Repubblica.it)

lunedì 29 settembre 2014

il Novecento





Il ventesimo secolo ha dimostrato che si può governare contro tutto il popolo per qualche tempo, 
contro una parte del popolo sempre, 
ma non contro tutto il popolo sempre


Eric Hobsbawm, Il secolo breve, p.672

martedì 16 settembre 2014

i principi fondamentali





Per rileggere i principi fondamentali della Costituzione italiana, pubblico il lavoro realizzato qualche anno fa dagli studenti della 3 B.

Dopo ciascuno dei 12 articoli i ragazzi avevano inserito dei commenti che nascevano da riflessioni maturate in classe e poi tradotte in modo articolato nella forma scritta

Mi sembra anche significativo e umanamente formativo questo modo di trasmettere una ricerca e coltivare il pensiero, quasi un'eredità da staffetta scolastica da curare e custodire.

Il testimone passa adesso  a voi, ma preparate il vostro per chi vi seguirà a breve.....




3 B, 2010 





lunedì 15 settembre 2014

difendiamo la Costituzione

UNDICI sono i principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana (manca solo il dodicesimo, dedicato al tricolore) a cui Shel Shapiro si ispira per questa canzone accompagnata da immagini di forte efficacia che ci ripetono con fermezza il valore della democrazia ma con altrettanta crudezza ci ricordano come  lo scopo del  testo costituzionale sia ancora per gran parte disatteso.
Perchè l'interprete inglese ha deciso di raccontare in musica i primi undici articoli della Costituzione italiana? "Io, straniero diventato italiano, ho pensato a questo progetto per i ragazzi, anche loro devono capire - come dice l'articolo 1- che la sovranità appartiene al popolo". In una società dove l'individualismo prende sempre più il sopravvento, l'invito al pensiero plurale e alla dimensione collettiva aiuta a ritrovare identità ed appartenenza.


 per riflettere:

Vivere in società è un nostro destino e un nostro compito
È un destino perché siamo nati in società e la società ci accompagnerà fino alla fine dei nostri giorni. Uscire dalla nostra società e vivere per conto nostro può sembrarci a volte un’idea  promettente, quando ci scoraggiano la pesantezza e le difficoltà dei rapporti con gli altri. Ma è un’utopia, poiché la società ci afferra in mille modi e in ogni momento. Non importa se l’uomo e la donna siano per natura animali sociali, come dicevano gli antichi, oppure si uniscano tra loro per reciproca utilità, come dicono i moderni. 

Sappiamo comunque con certezza che non c’è vita individuale fuori della società e che dappertutto al mondo le esistenze degli uomini e delle donne si uniscono durevolmente le une alle altre, formando società più o meno vaste e più o meno giuste, con legami più o meno intensi e costruttivi. Nessuno di noi potrà allora farsi estraneo alla società in cui gli è toccato di vivere e ai suoi problemi, né potrà dire: non mi riguarda. La fuga in un mondo puramente individuale può essere l’illusione di un momento, non la realtà della nostra vita.

Vivere in società è anche un nostro compito, un compito attivo e cosciente. Tra tutti gli esseri viventi che formano società, solo agli uomini spetta il privilegio, che è anche un terribile fardello, della libertà. Essi sono (o possono rendersi) liberi di fronte alla società del loro tempo: possono difenderla e consolidarla, come fanno i conservatori; combattersi per trasformarla fino a metterla sottosopra, come fanno i riformatori e i rivoluzionari; perfino limitarsi a subirla apaticamente, come fanno gli ignavi. La vita sociale dipende quindi anche da quanto gli uomini avranno o non avranno fatto per migliorarla, renderla più giusta, più umana, più degna di essere vissuta.

Poiché nessuno può rendersi estraneo alla società di cui è parte, su tutti grava la responsabilità dell’uso che ciascuno avrà fatto della sua libertà.

È una responsabilità difficile da sopportare per gli uomini di questo inizio del terzo millennio. I mezzi di cui dispongono possono consentire grandi successi nel miglioramento delle società in cui vivono, ma possono portare, al contrario, verso la riduzione o l’eliminazione delle possibilità stesse della vita. Le capacità umane, nel bene e nel male, non sono mai state tanto grandi: i rischi della libertà mai così terribili. L’uomo che si è fatto così straordinariamente potente deve prendere straordinariamente sul serio il suo compito di vivere in società.

Gustavo Zagrebelsky


PAROLA CHIAVE PER RIPARTIRE: COSTITUZIONE

a proposito di destra e sinistra.....

Destra e Sinistra

di Norberto Bobbio

 riflessioni di Barbara Sociale, 5 H


In un momento come questo in cui la politica italiana naviga nella confusione, un libro come quello di Norberto Bobbio è come un’ancora di salvezza in un mare di disinformazione, ma anche disinteresse, generale. 
Il libro è un' opera completa che traccia un confine netto fra i due termini politici Destra e Sinistra però, come dice l’autore, “Non esiste una sola sinistra, esistono molte sinistre, come, del resto, esistono molte destre", la conseguenza è che allora vi siano  varie sfumature di destra, ma che appartengono sempre alla destra, e varie sfumature di sinistra ,che appartengono sempre alla sinistra. 
Bobbio esamina a fondo l’esistenza di Una destra e di Una sinistra, concludendo  che esse sono la conseguenza l’una  dell’altra,poiché “dove non c'è destra non c'è sinistra e viceversa, esiste una sinistra in quanto esiste una destra”, è come se fossero bianco e nero in dipendenza reciproca.

Talvolta ciò che scrive Norberto risulta a mio parere un po' confuso e non sempre facile da seguire,  in quanto esamina lo stesso concetto scomponendolo  in diverse sfaccettature per poi ricomporlo ed esaminare le conseguenze di questa sua ricerca e delle sue stesse considerazioni. Tuttavia ho trovato interessante la linea di demarcazione da lui tracciata, utile per orientarsi nel dibattito politico contemporaneo. 

Umberto Galimberti, Che cos'è di destra, che cos'è di sinistra

giusto per cominciare.....




La Rai scuola propone un documentario per capire quando e perchè nacque la Costituzione della Repubblica italiana. 
Non è vero infatti  che tutti sappiamo cosa contiene questa carta e da che cosa fu ispirata, i più -ahimè- ignorano le basi della nostra vita democratica.....vogliamo dunque cominiciare?


Il 2 giugno 1946 gli italiani vennero chiamati alle urne per votare il Referendum sulla forma istituzionale da dare al Paese. Per la prima volta furono ammesse al voto anche le donne. Risultato: Repubblica, 12.718.641 voti; Monarchia 10.718.502. Da allora il 2 giugno si celebra la nascita della Repubblica italiana.
Il 22 dicembre 1947 l'Assemblea Costituente approvò la Costituzione della Repubblica Italiana, la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiana.
Partendo dallo Statuto di Carlo Alberto, passando attraverso la prima guerra mondiale, il fascismo, la seconda guerra mondiale e la Resistenza, il video spiega come è nata la Costituzione italiana.
Il 1848 fu un anno in cui gli italiani lottarono a denti stretti per scacciare lo straniero dal territorio. Gli ideali di Garibaldi e Mazzini sostenevano e facevano germogliare i semi di libertà che i monarchi avevano cominciato a porre, con la concessione dello Statuto, a Torino, Napoli, Roma e Firenze.
La prima guerra mondiale e la vittoria italiana, successivamente, determinarono le condizioni entro le quali si sviluppò, trovando terreno fertile, il regime fascista, che rubò all’Italia quella libertà tanto duramente conquistata. Per contro la seconda guerra mondiale, conclusasi, invece, con la sconfitta, fece ritrovare agli italiani i valori dai quali erano stati animati durante il Risorgimento.
Il video si conclude con una intervista del 1980 a Nilde Jotti che, giovanissima, prese parte alla Costituente nel 1946.


Iniziamo il nuovo anno scolastico partendo da qui......