lunedì 15 settembre 2014

difendiamo la Costituzione

UNDICI sono i principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana (manca solo il dodicesimo, dedicato al tricolore) a cui Shel Shapiro si ispira per questa canzone accompagnata da immagini di forte efficacia che ci ripetono con fermezza il valore della democrazia ma con altrettanta crudezza ci ricordano come  lo scopo del  testo costituzionale sia ancora per gran parte disatteso.
Perchè l'interprete inglese ha deciso di raccontare in musica i primi undici articoli della Costituzione italiana? "Io, straniero diventato italiano, ho pensato a questo progetto per i ragazzi, anche loro devono capire - come dice l'articolo 1- che la sovranità appartiene al popolo". In una società dove l'individualismo prende sempre più il sopravvento, l'invito al pensiero plurale e alla dimensione collettiva aiuta a ritrovare identità ed appartenenza.


 per riflettere:

Vivere in società è un nostro destino e un nostro compito
È un destino perché siamo nati in società e la società ci accompagnerà fino alla fine dei nostri giorni. Uscire dalla nostra società e vivere per conto nostro può sembrarci a volte un’idea  promettente, quando ci scoraggiano la pesantezza e le difficoltà dei rapporti con gli altri. Ma è un’utopia, poiché la società ci afferra in mille modi e in ogni momento. Non importa se l’uomo e la donna siano per natura animali sociali, come dicevano gli antichi, oppure si uniscano tra loro per reciproca utilità, come dicono i moderni. 

Sappiamo comunque con certezza che non c’è vita individuale fuori della società e che dappertutto al mondo le esistenze degli uomini e delle donne si uniscono durevolmente le une alle altre, formando società più o meno vaste e più o meno giuste, con legami più o meno intensi e costruttivi. Nessuno di noi potrà allora farsi estraneo alla società in cui gli è toccato di vivere e ai suoi problemi, né potrà dire: non mi riguarda. La fuga in un mondo puramente individuale può essere l’illusione di un momento, non la realtà della nostra vita.

Vivere in società è anche un nostro compito, un compito attivo e cosciente. Tra tutti gli esseri viventi che formano società, solo agli uomini spetta il privilegio, che è anche un terribile fardello, della libertà. Essi sono (o possono rendersi) liberi di fronte alla società del loro tempo: possono difenderla e consolidarla, come fanno i conservatori; combattersi per trasformarla fino a metterla sottosopra, come fanno i riformatori e i rivoluzionari; perfino limitarsi a subirla apaticamente, come fanno gli ignavi. La vita sociale dipende quindi anche da quanto gli uomini avranno o non avranno fatto per migliorarla, renderla più giusta, più umana, più degna di essere vissuta.

Poiché nessuno può rendersi estraneo alla società di cui è parte, su tutti grava la responsabilità dell’uso che ciascuno avrà fatto della sua libertà.

È una responsabilità difficile da sopportare per gli uomini di questo inizio del terzo millennio. I mezzi di cui dispongono possono consentire grandi successi nel miglioramento delle società in cui vivono, ma possono portare, al contrario, verso la riduzione o l’eliminazione delle possibilità stesse della vita. Le capacità umane, nel bene e nel male, non sono mai state tanto grandi: i rischi della libertà mai così terribili. L’uomo che si è fatto così straordinariamente potente deve prendere straordinariamente sul serio il suo compito di vivere in società.

Gustavo Zagrebelsky


PAROLA CHIAVE PER RIPARTIRE: COSTITUZIONE

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