domenica 22 febbraio 2015

la Libia contemporanea



 post di Gaetano Nicotra, classe 5 L

1. Il periodo coloniale
Tripolitania e Cirenaica furono annesse all’Italia in seguito alla guerra italo-turca (1911-12). L’occupazione italiana giunse fino al Fezzan nel 1913, ma nella Prima guerra mondiale fu respinta dalla guerriglia locale sulla zona costiera. Ripresa dal 1922, la penetrazione militare italiana si scontrò, soprattutto in Cirenaica, con la resistenza locale. Nel 1934 i territori libici furono riuniti in un governatorato generale guidato da I. Balbo. La realizzazione di infrastrutture fu accompagnata dal trasferimento massiccio di coloni italiani; le proprietà terriere della popolazione libica furono ripetutamente espropriate e l’assetto economico della regione fu alterato dall’adozione di nuove colture.
Nel corso della Seconda guerra mondiale, Tripolitana e Cirenaica furono occupate dalla Gran Bretagna e il Fezzan dalla Francia. Nel 1949, dopo il rifiuto del cosiddetto piano Bevin-Sforza (che prevedeva un’amministrazione fiduciaria italiana in Tripolitana, inglese in Cirenaica e francese in Fezzan), l’ONU indicò il 1° gennaio 1952 come data della futura indipendenza libica.

2. Il Regno Unito di Libia

Promulgata la Costituzione nel 1951, Muḥammad Idrīs as-Sanusi, emiro di Cirenaica e Tripolitania designato re dall’Assemblea nazionale, proclamò l’indipendenza del Regno Unito di Libia. La collocazione internazionale del nuovo Stato, entrato nella Lega araba nel 1953 e nell’ONU nel 1955, fu condizionata dalla debolezza economica e dai legami con le potenze occidentali, soprattutto Gran Bretagna e USA, che si erano impegnati, in cambio della concessione di basi militari, all’erogazione di aiuti economici e all’assistenza militare. La scoperta di giacimenti petroliferi, nella seconda metà degli anni 1950, modificò profondamente le prospettive economiche della Libia. Nel 1963 fu abolita la forma di governo federale e stabilito uno Stato unitario. Il conservatorismo interno e la politica estera filooccidentale suscitarono nel paese un diffuso malcontento che rese possibile il rovesciamento incruento della monarchia e la proclamazione della Repubblica Araba di Libia il 1° settembre 1969.

3. L’ascesa di Gheddafi

All’interno del nuovo regime, di composizione militare, emerse come leader il colonnello M. Gheddafi. Nel 1970 Gheddafi assunse la guida del governo e nel 1971 fu costituita l’Unione socialista araba. Fu rafforzata la presenza dello Stato nell’economia, in particolare nei settori bancario, petrolifero (nazionalizzato nel 1973) e commerciale. Vennero aperti negoziati con USA e Gran Bretagna per una rapida restituzione delle loro basi militari e furono espropriati i beni degli Ebrei e degli Italiani residenti in Libia, che abbandonarono quasi completamente il paese.

4. La radicalizzazione del regime

Una nuova Costituzione, nel 1977
, in base a cui fu proclamata la Jumāhīrīyah («Stato delle masse») araba libica socialista popolare, mutò sostanzialmente l’assetto ideologico e gli ordinamenti della L., dove fu formalmente instaurato un sistema di governo ispirato alla democrazia diretta; in realtà il potere rimase concentrato nelle mani di Gheddafi. I primi anni della Jumāhīrīyah videro ulteriori riforme di impronta socialista delle strutture economiche e alla radicalizzazione ideologica del regime fece seguito un irrigidimento repressivo sul piano interno. La politica estera era improntata a un nazionalismo arabo fortemente antisraeliano e antioccidentale. I rapporti con l’Egitto, si deteriorarono fino alla rottura delle relazioni diplomatiche nel 1979, in seguito alla firma della pace fra Egitto e Israele.
 Gli USA e altri paesi occidentali accusarono la Libia di essere coinvolta in episodi di terrorismo internazionale (la Libia appoggiò l’IRA irlandese e il movimento Settembre Nero palestinese). Il crescente isolamento internazionale aggravò le difficoltà economiche della Libia, legate al calo delle esportazioni petrolifere. Nel 1992 nuove accuse di coinvolgimento in atti di terrorismo internazionale (in particolare alla L. fu attribuita la responsabilità dell’attentato in seguito al quale nel 1988 un aereo americano esplose e si schiantò sulla cittadina scozzese di Lockerbie provocando la morte di 270 persone) spinsero il Consiglio di sicurezza dell’ONU a varare l’embargo contro la Libia.

Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York e Washington, Gheddafi ha attuato una svolta tesa a far uscire la Libia dall’isolamento internazionale. Sottolineata la propria opposizione al terrorismo di matrice islamica, Tripoli ha ripreso i colloqui con gli USA e altri paesi occidentali. Passi successivi sono stati nel 2003 la rinuncia a condannare l’invasione dell’Iraq, il riconoscimento delle proprie responsabilità in atti terroristici internazionali e l’annuncio dell’abbandono di ogni piano per la costruzione di armi di distruzione di massa. Ciò ha condotto alla revoca delle sanzioni internazionali e alla ripresa dei rapporti politici ed economici con l’Occidente. Con l’Italia la Libia nel 2008 ha firmato un trattato con il quale, in cambio del rafforzamento degli scambi commerciali e della lotta all’immigrazione clandestina, ha ottenuto l’impegno alla costruzione di infrastrutture come risarcimento del periodo coloniale.


5. La liberazione dal regime

Nel febbraio 2011, sulla scia di un più vasto movimento di protesta che ha investito tutto il Medio Oriente, ha avuto inizio anche in Libia una serie di sollevazioni popolari. Dopo l’assunzione ufficiale, nel marzo successivo, del comando delle operazioni militari da parte della NATO, il conflitto ha registrato esiti alterni: Tale situazione di stallo è perdurata fino all’agosto 2011, quando le forze ribelli hanno assunto il controllo di aree strategiche alla periferia di Tripoli e dell’importante centro di Zawiyah in cui sorge una delle più grandi raffinerie di petrolio della Libia, Il 20 ottobre, le truppe del Consiglio nazionale di transizione hanno conquistato Sirte, città natale di Gheddafi,
Il 23 ottobre 2011 a Bengasi il premier Jalil ha proclamato ufficialmente la liberazione del paese nordafricano, promettendo un futuro di pace e di democrazia. In realtà in questi ultimi 4 anni la Libia ha avuto una grave crisi politica con la continua caduta dei governi che si formavano rendendo instabile il paese. 

Questa difficoltà politica sta favorendo la presa del potere da parte dell’ISIS nel 2015 che sta minacciando tutto l’Occidente e, in particolare negli ultimi giorni, l’Italia.  



classe 5 H 




immagini del terrore



I miliziani dell'IS mostrano 21 peshmerga curdi chiusi in gabbia come animali e destinati alla morte.
Le gabbie attraversano Kirkuk, una città dell'Iraq, con un chiaro messaggio intimidatorio.

ECCO IL NUOVO TERRORE, CHE PROPONE UNA ULTERIORE DISUMANIZZAZIONE DELL'UOMO. COME SI PUO' DARE SOSTEGNO A FOLLIE DEL GENERE?


sabato 21 febbraio 2015

L' ISIS, lo stato islamico del terrore

 post di Silvia Alfonso, classe 5 H


L’Isis è lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria, spesso abbreviato in Is, ed è un gruppo terroristico di natura jihadista guidato da  Al Baghdadi.



COME NASCE - Fondato da Abu Musab al Zarqawi, il movimento inizia ad operare con una serie di attentati nel 2003, dopo l’invasione americana dell’Iraq. Un anno dopo viene sancita l’affiliazione ad al Qaeda, tanto che il gruppo prende il nome di Aqi, al Qaeda in Iraq. Dopo l’uccisione di al Zarqawi nel 2006 dai bombardamenti americani la leadership passa nelle mani di Abu Omar al Baghdadi e – dopo la sua morte, nel 2010 – da Abu Bakr al Baghdadi. Nel 2013, il gruppo rinasce come Isis, vedendo nella guerra siriana la possibilità di espandersi nel Levante e rifondare il Califfato. Nel febbraio del 2014 si consuma la rottura con Al Qaeda quando al Baghdadi disobbedisce ad al Zawahiri sull’opportunità di lasciare la Siria ad al Nusra. Fu la prima volta che un leader di un gruppo affiliato ad al Qaeda disubbidiva pubblicamente
Lo scopo dell’Isis: è la creazione di un Califfato nei territori conquistati dai militanti dello Stato Islamico in Siria e Iraq: i jihadisti impongono qui la Sharia, ovvero la legge islamica. al Baghdadi ha annunciato la nascita del Califfato, autoproclamandosi Califfo, nel giugno 2014. Le basi sono state fondate nel 2012, quando al Baghdadi sostiene la nascita in Siria di Jabat al Nusra, una falange qaedista che come scopo aveva l’idea di rinnovare la strategia di al Qaeda imparando dagli errori commessi in Iraq. La rete dell’Isis però si è espansa al di fuori dei “confini” dell’autoproclamato “Califfato”: essendo l’organizzazione terroristica più ricca di sempre, grazie anche al pagamento dei riscatti e a un forte finanziamento che deriva dalle casse dello Stato Islamico. L’avanzata dell’Is continua in Iraq e al momento è quasi arrivata a Baghdad. Intanto, sono almeno tremila gli occidentali “reclutati” grazie al web e convinti a unirsi alla guerra.Ma questo è soltanto uno dei loro obiettivi, perchè in realtà vogliono anche combattere i propri nemici: i musulmani e gli sciiti. Alcune delle violenze atroci che abbiamo visto nei telegiornali sono destinate ai civili sciiti: quest'ultimi infatti cercano di fuggire nei territori vicini conquistati dagli jihadisti. Anche i cristiani rimasti in Iraq non sono ben visti dall'ISIS. Una delle conquiste che ha permesso all'ISIS di rafforzarsi è stata quella della città di Mosul.


COME SI FINANZIA: Secondo fonti anonime dell’intelligence degli Stati Uniti, l’Isis guadagnerebbe più di 3 milioni di dollari al giorno. Inizialmente sembra che i proventi derivassero soprattutto da donazioni dei ricchi emirati feudali del Golfo, che tuttavia ultimamente si sarebbero tirati indietro. Sul territorio, lo Stato islamico organizza una sorta di riscossione delle tasse. Inoltre l’Isis lucrerebbe sul traffico di esseri umani, sul contrabbando e addirittura c’è chi parla di traffico d’organi e pornografia. Ma è soprattutto il pertrolio la loro fonte economica privilegiata. L’Isis controllerebbe 11 pozzi petroliferi sui territori di Iraq e Siria e l’oro nero sarebbe venduto attraverso vecchie reti commerciali. In Siria, per un certo periodo, rivendette l’energia elettrica allo Stato dopo aver sequestrato una centrale. Dalla sola area di Mosul, e in particolare dal controllo della più grande diga irachena, l’Isis starebbe ricavando 8 milioni di dollari al mese. A differenza di altri gruppi islamisti che combattono in Siria, l’ISIS non dipende per la sua sopravvivenza da aiuti di paesi stranieri, perché nel territorio che controlla di fatto ha istituito un mini-stato che è grande approssimativamente come il Belgio: ha organizzato una raccolta di soldi che può essere paragonata al pagamento delle tasse e ha cominciato a vendere l’elettricità al governo siriano a cui aveva precedentemente conquistato le centrali elettriche. I soldi raccolti li usa, tra le altre cose, per gli stipendi dei suoi miliziani, che sono meglio pagati dei ribelli siriani moderati o dei militari professionisti, sia iracheni che siriani: questo gli permette di beneficiare di una migliore coesione interna rispetto a qualsiasi suo nemico statale o non-statale che sia.

QUAL E' IL LORO OBIETTIVO: Il loro principale obiettivo è quello di creare uno stato islamico sunnita nelle regioni dell'Iraq e della Siria , ma  in realtà vogliono anche combattere i propri nemici: i musulmani e gli sciiti. Alcune delle violenze atroci che abbiamo visto nei telegiornali sono destinate ai civili sciiti: quest'ultimi infatti cercano di fuggire nei territori vicini conquistati dagli jihadisti. Anche i cristiani rimasti in Iraq non sono ben visti dall'ISIS. Una delle conquiste che ha permesso all'ISIS di rafforzarsi è stata quella della città di Mosul.
Gli ultimi attacchi dell'ISIS si sono rivolti alla Libia.

MALCOM X E MARTHIN LUTHER KING

Malcolm X, nato Malcolm Little, anche noto come Detroit Red, El-Hajj Malik El-Shabazz e Omowale (Omaha, 19 maggio 1925 – New York, 21 febbraio 1965), è stato un attivista statunitense a favore dei diritti degli afroamericani e dei diritti umani in genere. Fu assassinato a New York il primo giorno della Settimana Nazionale della Fratellanza per mano di membri dell'organizzazione di cui era stato portavoce, la Nation of Islam.

È considerato uno dei più grandi, ma anche controversi, capofila afroamericani del XX secolo Alla fine di una lunga evoluzione del suo pensiero sostenne che la religione islamica era capace di abbattere ogni barriera razziale e ogni forma di discriminazione.

Cinquanta anni fa, il 21 febbraio del 1965, veniva ucciso dai fanatici del movimento che rappresentava (portavoce dei neri di religione islamica)


Il video sottostante mette a confronto le due grandi personalità del Novecento che hanno lottato per i diritti degli afroamericani: Malcom X e Marthin Luther King



Storicamente, agli schiavi neri negli Stati Uniti d'America veniva assegnato il cognome dei loro padroni. Sebbene Malcom non fosse figlio di schiavi, l'origine del suo cognome di nascita era riconducibile ai padroni presso cui avevano servito un tempo i suoi antenati. La scelta di "X" come cognome volle dunque rappresentare il rifiuto di accettare questo legame anagrafico con i padroni di un tempo.

giovedì 19 febbraio 2015

La Questione Irlandese

post di Salvatore Zumbo, classe 5 L


I problemi tra Irlanda e Inghilterra hanno radici profonde e hanno le loro origini sia nella storia che nella religione.


Nella storia perché l’Irlanda fu colonizzata dall’Inghilterra nel XIII secolo. Nella religione perché la colonizzazione inglese vi portò una nuova religione: gli Irlandesi avevano origini Celtiche e quindi erano Cattolici, mentre gli Inglesi erano Protestanti.

Gli Inglesi introdussero il Feudalesimo in Irlanda e obbligarono gli Irlandesi a lavorare la terra come contadini e servitori. Solamente una piccola parte del raccolto rimaneva agli Irlandesi , con cui dovevano vivere nelle più povere condizioni.

Nei secoli seguenti gli Inglesi Protestanti tentarono di sottomette gli Irlandesi Cattolici. Nel XVI secolo, due Atti furono passati dal Parlamento inglese: il primo stabiliva che il Parlamento Irlandese poteva riunirsi solamente sotto il consenso del Re Inglese; il secondo, invece, stabiliva che ogni atto approvato dal Parlamento inglese doveva essere applicato anche in Irlanda.

Nel XVII secolo, gli Inglesi Protestanti si stabilirono nel Nord-Est dell’Irlanda, nella regione chiamata Ulster, che includeva sei contee.
Nel 1689, Giacomo II ( un re cattolico della dinastia Stuart) offrì il suo aiuto ai Cattolici irlandesi concedendogli un'armata in Irlanda. Comunque gli Inglesi Protestanti potevano contare sull’aiuto di Guglielmo d’Orange (della dinastia Hannover) e , quindi, vinsero la Battaglia del Boyne (1690). Da quel momento in poi gli Irlandesi Protestanti furono chiamati ORANGEMEN.

La Gran Bretagnia diede del filo da torcere all’economia Irlandese, proibendo all’Irlanda di produrre beni e materie prime. Nello stesso tempo gli Irlandesi continuavano a chiedere l’indipendenza: alcuni gruppi rivoluzionari reclamavano il totale distacco politico; mentre altri, moderati, chiedevano una piena autonomia in campo politico, fiscale e religioso.
Nel 1801, l’ Act of Union, emanato da Regina Anna d’Hannover, stabiliva che l’Irlanda diveniva parte del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Questo significava, inoltre, che la Chiesa Anglicana diveniva la chiesa ufficiale dell’Irlanda e che i Cattolici non potevano presiedere in Parlamento, nonostante l’88% della popolazione fosse cattolica.
Nel 1829, l’Inghilterra per paura dello scoppio di una guerra civile fece passare il Catholic Emancipation Act il quale dava ai Cattolici il diritto al voto. 

Nel tempo gli Inglesi erano divenuti ricchi proprietari terrieri, mentre gli Irlandesi si erano ritrovati sempre più poveri, costretti a vivere solo di patate. Così nel 1845-46 il fallimento del raccolto di patate portò a una grande carestia: gli Irlandesi accusarono gli Inglesi del disastro e si chiese in Parlamento il miglioramento delle condizioni irlandesi. Il governo Gladstone (1880-86) accolse la richiesta di Charles Parnell, deputato irlandese al Parlamento di Londra e principale esponente del movimento nazionalista irlandese per l’autogoverno: nel 1881 vennero migliorate le condizioni dei fittavoli irlandesi e nel 1886 venne presentato il disegno di legge per l’Home Rule (governo autonomo)

I due provvedimenti vennero respinti e nel 1905, fu fondato da Parnell un Home Rule Party (un partito a favore dell’autogoverno), composto da nazionalisti cattolici irlandesi, risoluti a conquistare l’indipendenza dall’Inghilterra. Il partito prese il nome di Sinn Fèin, espressione celtica che significa “noi stessi da soli”

Le tensioni continuarono attraverso gli anni e nel 1914 al governo di Dublino fu dato il pieno controllo eccetto sui problemi esteri e costituzionali. Comunque, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’Inghilterra postpose la risoluzione dei problemi irlandesi e fu accettato che nel mentre le ostilità fossero state sospese; ma nell’Aprile del 1916 a Dublino un gruppo di estremi nazionalisti del Sinn Féin organizzò una rivolta. La rivolta fu repressa dall’armata Britannica: 450 persone morirono e oltre 3,000 furono feriti. I ribelli furono giustiziati. La rivolta passò alla storia con il nome di Insurrezione di Pasqua o “Pasqua di sangue”, la quale è fortemente celebrata dalle Comunità di cattolici nazionalisti.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale la questione ritornò a galla. Una figura chiave fu quella del leader del Sinn Fèin: Eamon de Valera. Tra il 1919 e il 1921, i nazionalisti organizzarono la loro propria armata chiamata I.R.A. (Esercito Repubblicano Irlandese), che utilizzò le tattiche della guerriglia nel conflitto contro gli inglesi, che divenne con il tempo molto violento. L’armata fu riconosciuta dal Dàil Éreann, un’assemblea eletta, che aveva riconosciuto in precedenza la Repubblica Irlandese.

Nel 1921, la Gran Bretagna propose un trattato ai ribelli che consisteva nel dividere l’Irlanda in due:
  1. L’Ulster Era concesso un limitato autogoverno, un Parlamento separato a Belfast ma che rimaneva legato alla Bretagna. Questa parte era per lo più popolata da Protestanti.
  2. Lo Stato Libero d’Irlanda Si governava da solo, ma restava sotto il controllo Britannico.

Il fondatore dell IRA, Michael Collins, e altri membri erano a favore del trattato, ma molti erano contrari, tanto che nel 1922-23 scoppiò una guerra civile che fu prontamente sedata dall’armata britannica. L' IRA depose temporanemente le proprie armi, ma non le proprie intenzioni.
Nel 1937 lo Stato libero d’Irlanda fu rinominato EIRE, nome Gaelico per Irlanda.
Nel 1949, l’ultimo legame con la Bretagna fu rotto e l’Irlanda divenne una Repubblica.

martedì 17 febbraio 2015

la Libia dalla caduta di Gheddafi all'avanzata dell'Is

A quattro anni dalla rivolta contro il dittatore Muammar Gheddafi (2011), le speranze della 'primavera libica' si sono spente tra la violenza delle milizie e l'indifferenza dell'Occidente, lasciando il terreno ai jihadisti dell'Is.


L'ex 'regno' di Gheddafi è in balia di una situazione esplosiva che ha generato due parlamenti e due governi: da un parte il primo ministro Abdullah al-Thani e il suo nuovo, e più "laico", governo riconosciuto dalla comunità internazionale costituito a giuno 2014. Un esecutivo, tuttavia, trasferito a Tobruk, ai confini con l'Egitto, a 1.300 chilometri da Tripoli, per ragioni di sicurezza. E che non controlla neanche alcune città circostanti. A meno di due ore la città di Derna è stata proclamata Califfato dagli estremisti di Ansar al-Sharia, che non ha esitato a dichiarare l'alleanza con l'Is. Più a Sud, Bengasi è teatro di una guerra aperta tra milizie islamiche e forze governative. Quanto alla Tripolitania, da più di tre mesi è in mano a una coalizione islamista composta da più anime. Dalle milizie di Misurata, che guidano l'alleanza Fajr Libia, e che l'hanno strappata alle milizie di Zintan, e dagli onorevoli della Fratellanza musulmana. Nella capitale Tripoli, le milizie filo-islamiche di Fajr Libya hanno preso il sopravvento nell'estate 2014, imponendo un governo 'parallelo' -  non riconosciuto dalla comunità internazionale - guidato da Omar al Hassi, che si stabilisce nell'hotel Corinthia.
                                                      Ecco una breve cronologia dei fatti

17 FEBBRAIO 2011 - Alcune migliaia di persone scendono in piazza a Bengasi, il 15 febbraio, nell'anniversario del massacro nel carcere di Abu Slim di Tripoli del 1996. Due giorni dopo le proteste si allargano ad altre città e sull'onda delle rivolte arabe di quei mesi prende il via la 'Rivoluzione del 17 febbraio' contro il colonnello.
19 MARZO 2011 - La Francia avvia i primi raid aerei contro le truppe di Gheddafi che minacciano la popolazione civile di Bengasi, decisi in base a una risoluzione Onu. Il 31 marzo  la Nato prende la guida dell'operazione cui partecipa anche l'Italia.
23 AGOSTO 2011 - A Tripoli il quartier generale di Gheddafi cade nelle mani dei ribelli. Il rais è in fuga, verrà ucciso il 20 ottobre a Sirte. Il Consiglio nazionale transitorio dichiara la "liberazione" della Libia.
7 LUGLIO 2012 - Prime elezioni libere nel Paese, dopo 42 anni di dittatura, per il Congresso nazionale. Vince l'Alleanza delle forze nazionali dei moderati laici di Mahmoud Jibril, ma il Paese è già in preda alle violenze delle milizie, ex ribelli che non hanno ceduto le armi dopo la caduta del regime. In Cirenaica si rafforzano le spinte autonomiste.
11 SETTEMBRE 2012 - Il consolato Usa a Bengasi viene attaccato dal gruppo qaedista Ansar al Sharia. Muoiono l'ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani.
12 GENNAIO 2013 - Il console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis, scampa a un agguato. La sede diplomatica chiude i battenti. Nei mesi successivi altre ambasciate occidentali verranno prese di mira. L'11 giugno un ordigno esplode sotto un'auto dell'ambasciata italiana a Tripoli, senza provocare vittime.
APRILE-MAGGIO 2013 - Intanto a Tripoli miliziani armati assaltano e assediano diversi ministeri (Giustizia, Esteri e Interno). Il governo di Ali Zeidan (eletto dall'Assemblea nazionale nell'ottobre 2012) vacilla e solo dopo giorni di trattative i miliziani tolgono l'assedio.
5 OTTOBRE 2013 - Con un blitz degli Usa viene catturato a Tripoli Abu Anas al Liby, uomo di al Qaeda considerato la mente degli attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998 (morirà per malattia in carcere negli Stati Uniti nel gennaio 2015). L'operazione scatena polemiche e proteste in Libia, sfociate con un breve 'sequestro' del premier Zeidan.
18 MAGGIO 2014 - L'ex generale Khalifa Haftar dà il via "all'operazione dignità" contro le milizie islamiche a Bengasi. Prima accusato di 'colpo di Stato', verrà nei mesi successivi 'riassorbito' nelle forze armate regolari contro i jihadisti.
25 GIUGNO 2014 - Viene eletto il nuovo parlamento, la Camera dei Rappresentanti, che prende il posto del Congresso nazionale.
13 LUGLIO 2014 - Scoppia la guerra tra le milizie di Zintan e quelle filo-islamiche di Misurata per il controllo di Tripoli.
LUGLIO-AGOSTO 2014 - Scatta la grande evacuazione degli occidentali, italiani compresi. Per motivi di sicurezza, il nuovo parlamento e il governo di Abdullah al Thani, riconosciuto dalla comunità internazionale, sono costretti a insediarsi a Tobruk, in Cirenaica. Nonostante i raid condotti da Egitto ed Emirati arabi, le milizie filo-islamiche di Fajr Libya prendono il sopravvento nella capitale imponendo un governo 'parallelo' -  non riconosciuto dalla comunità internazionale - guidato da Omar al Hassi vicino ai Fratelli musulmani. Di fatto il Paese è spaccato in due. Intanto parte da Derna, a est, che ha giurato fedeltà al 'califfo' Abu Bakr al Baghdadi, l'avanzata dell'Is in Libia che ha raggiunto nei giorni scorsi Tripoli e Sirte.
27 GENNAIO 2015. A Tripoli quattro terroristi attaccano l'hotel Corinthia, il più lussuoso della capitale libica, che ospita il governo "parallelo" di Omar al Hassi oltre a diplomatici e lavoratori stranieri. Almeno 12 le vittime.

                                                                                      (a cura di Monica Rubino, da Repubblica.it)



analisi di Bernardo Valli


ADERISCI ALL'APPELLO:
NO AD UNA SECONDA GUERRA IN LIBIA