post di Gaetano Nicotra, classe 5 L
1. Il periodo coloniale
Tripolitania e Cirenaica furono annesse all’Italia in seguito alla guerra italo-turca (1911-12). L’occupazione italiana giunse fino al Fezzan nel 1913, ma nella Prima guerra mondiale fu respinta dalla guerriglia locale sulla zona costiera. Ripresa dal 1922, la penetrazione militare italiana si scontrò, soprattutto in Cirenaica, con la resistenza locale. Nel 1934 i territori libici furono riuniti in un governatorato generale guidato da I. Balbo. La realizzazione di infrastrutture fu accompagnata dal trasferimento massiccio di coloni italiani; le proprietà terriere della popolazione libica furono ripetutamente espropriate e l’assetto economico della regione fu alterato dall’adozione di nuove colture.
Nel corso della Seconda guerra mondiale, Tripolitana e Cirenaica furono occupate dalla Gran Bretagna e il Fezzan dalla Francia. Nel 1949, dopo il rifiuto del cosiddetto piano Bevin-Sforza (che prevedeva un’amministrazione fiduciaria italiana in Tripolitana, inglese in Cirenaica e francese in Fezzan), l’ONU indicò il 1° gennaio 1952 come data della futura indipendenza libica.
2. Il Regno Unito di Libia
Tripolitania e Cirenaica furono annesse all’Italia in seguito alla guerra italo-turca (1911-12). L’occupazione italiana giunse fino al Fezzan nel 1913, ma nella Prima guerra mondiale fu respinta dalla guerriglia locale sulla zona costiera. Ripresa dal 1922, la penetrazione militare italiana si scontrò, soprattutto in Cirenaica, con la resistenza locale. Nel 1934 i territori libici furono riuniti in un governatorato generale guidato da I. Balbo. La realizzazione di infrastrutture fu accompagnata dal trasferimento massiccio di coloni italiani; le proprietà terriere della popolazione libica furono ripetutamente espropriate e l’assetto economico della regione fu alterato dall’adozione di nuove colture.
Nel corso della Seconda guerra mondiale, Tripolitana e Cirenaica furono occupate dalla Gran Bretagna e il Fezzan dalla Francia. Nel 1949, dopo il rifiuto del cosiddetto piano Bevin-Sforza (che prevedeva un’amministrazione fiduciaria italiana in Tripolitana, inglese in Cirenaica e francese in Fezzan), l’ONU indicò il 1° gennaio 1952 come data della futura indipendenza libica.
2. Il Regno Unito di Libia
Promulgata la Costituzione nel 1951, Muḥammad Idrīs as-Sanusi, emiro di Cirenaica e Tripolitania designato re dall’Assemblea nazionale, proclamò l’indipendenza del Regno Unito di Libia. La collocazione internazionale del nuovo Stato, entrato nella Lega araba nel 1953 e nell’ONU nel 1955, fu condizionata dalla debolezza economica e dai legami con le potenze occidentali, soprattutto Gran Bretagna e USA, che si erano impegnati, in cambio della concessione di basi militari, all’erogazione di aiuti economici e all’assistenza militare. La scoperta di giacimenti petroliferi, nella seconda metà degli anni 1950, modificò profondamente le prospettive economiche della Libia. Nel 1963 fu abolita la forma di governo federale e stabilito uno Stato unitario. Il conservatorismo interno e la politica estera filooccidentale suscitarono nel paese un diffuso malcontento che rese possibile il rovesciamento incruento della monarchia e la proclamazione della Repubblica Araba di Libia il 1° settembre 1969.
3. L’ascesa di Gheddafi
All’interno del nuovo regime, di composizione militare, emerse come leader il colonnello M. Gheddafi. Nel 1970 Gheddafi assunse la guida del governo e nel 1971 fu costituita l’Unione socialista araba. Fu rafforzata la presenza dello Stato nell’economia, in particolare nei settori bancario, petrolifero (nazionalizzato nel 1973) e commerciale. Vennero aperti negoziati con USA e Gran Bretagna per una rapida restituzione delle loro basi militari e furono espropriati i beni degli Ebrei e degli Italiani residenti in Libia, che abbandonarono quasi completamente il paese.
4. La radicalizzazione del regime
Una nuova Costituzione, nel 1977, in base a cui fu proclamata la Jumāhīrīyah («Stato delle masse») araba libica socialista popolare, mutò sostanzialmente l’assetto ideologico e gli ordinamenti della L., dove fu formalmente instaurato un sistema di governo ispirato alla democrazia diretta; in realtà il potere rimase concentrato nelle mani di Gheddafi. I primi anni della Jumāhīrīyah videro ulteriori riforme di impronta socialista delle strutture economiche e alla radicalizzazione ideologica del regime fece seguito un irrigidimento repressivo sul piano interno. La politica estera era improntata a un nazionalismo arabo fortemente antisraeliano e antioccidentale. I rapporti con l’Egitto, si deteriorarono fino alla rottura delle relazioni diplomatiche nel 1979, in seguito alla firma della pace fra Egitto e Israele.
Gli USA e altri paesi occidentali accusarono la Libia di essere coinvolta in episodi di terrorismo internazionale (la Libia appoggiò l’IRA irlandese e il movimento Settembre Nero palestinese). Il crescente isolamento internazionale aggravò le difficoltà economiche della Libia, legate al calo delle esportazioni petrolifere. Nel 1992 nuove accuse di coinvolgimento in atti di terrorismo internazionale (in particolare alla L. fu attribuita la responsabilità dell’attentato in seguito al quale nel 1988 un aereo americano esplose e si schiantò sulla cittadina scozzese di Lockerbie provocando la morte di 270 persone) spinsero il Consiglio di sicurezza dell’ONU a varare l’embargo contro la Libia.
Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York e Washington, Gheddafi ha attuato una svolta tesa a far uscire la Libia dall’isolamento internazionale. Sottolineata la propria opposizione al terrorismo di matrice islamica, Tripoli ha ripreso i colloqui con gli USA e altri paesi occidentali. Passi successivi sono stati nel 2003 la rinuncia a condannare l’invasione dell’Iraq, il riconoscimento delle proprie responsabilità in atti terroristici internazionali e l’annuncio dell’abbandono di ogni piano per la costruzione di armi di distruzione di massa. Ciò ha condotto alla revoca delle sanzioni internazionali e alla ripresa dei rapporti politici ed economici con l’Occidente. Con l’Italia la Libia nel 2008 ha firmato un trattato con il quale, in cambio del rafforzamento degli scambi commerciali e della lotta all’immigrazione clandestina, ha ottenuto l’impegno alla costruzione di infrastrutture come risarcimento del periodo coloniale.
5. La liberazione dal regime
Nel febbraio 2011, sulla scia di un più vasto movimento di protesta che ha investito tutto il Medio Oriente, ha avuto inizio anche in Libia una serie di sollevazioni popolari. Dopo l’assunzione ufficiale, nel marzo successivo, del comando delle operazioni militari da parte della NATO, il conflitto ha registrato esiti alterni: Tale situazione di stallo è perdurata fino all’agosto 2011, quando le forze ribelli hanno assunto il controllo di aree strategiche alla periferia di Tripoli e dell’importante centro di Zawiyah in cui sorge una delle più grandi raffinerie di petrolio della Libia, Il 20 ottobre, le truppe del Consiglio nazionale di transizione hanno conquistato Sirte, città natale di Gheddafi,
Il 23 ottobre 2011 a Bengasi il premier Jalil ha proclamato ufficialmente la liberazione del paese nordafricano, promettendo un futuro di pace e di democrazia. In realtà in questi ultimi 4 anni la Libia ha avuto una grave crisi politica con la continua caduta dei governi che si formavano rendendo instabile il paese.
Questa difficoltà politica sta favorendo la presa del potere da parte dell’ISIS nel 2015 che sta minacciando tutto l’Occidente e, in particolare negli ultimi giorni, l’Italia.
classe 5 H
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