giovedì 28 febbraio 2013

Capire la "storia" secondo Rodari



Si parla spesso dell'importanza della storia e della necessità della sua conoscenza, ma altrettanto spesso si ricade in errori già commessi senza neppure averne consapevolezza. In una società che il sociologo Zygmunt Bauman ha definito  "liquida" perchè sfugge e scorre senza concedere  il tempo necessario alla riflessione e alla maturazione di un pensiero pensante, pochi riescono a far tesoro degli sbagli per non ripeterli ancora, fosse solo nelle prospettive, negli auspici, nei programmi. E così si ricomincia sempre di nuovo, ripartendo da zero.

Come invito a riflettere sempre in questa direzione pubblichiamo questa illuminante favola di Gianni Rodari segnalata nel blog di Francesco Virga Cesim Marineo



Gianni Rodari - Il funerale della volpe



Una volta le galline trovarono la volpe in mezzo al sentiero. Aveva gli occhi chiusi, la coda non si muoveva. – È morta, è morta – gridarono le galline. – Facciamole il funerale.
Difatti suonarono le campane a morto, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in fondo al prato. Fu un bellissimo funerale e i pulcini portarono i fiori. Quando arrivarono vicino alla buca la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutte le galline.
La notizia volò di pollaio in pollaio. Ne parlò perfino la radio, ma la volpe non se ne preoccupò. Lasciò passare un po’ di tempo, cambiò paese, si sdraio in mezzo al sentiero e chiuse gli occhi.
Vennero le galline di quel paese e subito gridarono anche loro:

- È morta, è morta! Facciamole il funerale.
Suonarono le campane, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco.

Fu un bellissimo funerale e i pulcini cantavano che si sentiva anche in Francia.
Quando furono vicini alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e si mangiò tutto il corteo.
La notizia volò di pollaio in pollaio e fece versare molte lacrime. Ne parlò anche la televisione, ma la volpe non si prese paura per nulla. Essa sapeva che le galline hanno poca memoria e campò tutta la vita facendo la morta.

E chi farà come quelle galline vuol dire che non ha capito la storia.

Capire "la storia" è importante...





da: Gianni Rodari, Il Libro degli Errori, 1964





giovedì 14 febbraio 2013

Il San Valentino delle donne italiane




Oggi, giorno di san Valentino, il movimento Se non ora quando?, ha organizzato in tante città italiane danze e flash mob  per ricordare che contro le donne la violenza domestica è in aumento, e sul posto di lavoro discriminazioni ed abusi sono tornati a livelli arcaici, quasi annullando tutte le conquiste del femminismo e dei movimenti di emancipazione di genere.


Parlare di amore significa parlare di rispetto, di attenzione e comprensione dell'altro, di condivisione delle responsabilità e delle gioie, dell'impegno quotidiano che la vita della coppia richiede così come della generosa presenza accanto a chi ci ha destinato affetto, amicizia, sostegno umano.

I regali e le serate in discoteca sono un'altra cosa. E da soli non significano nulla. Altro bisogna pretendere da chi dice di amarci. Riconosciamo subito la violenza che viene chiamata erroneamente gelosia, possessività, troppo amore, e chiamiamola invece con il suo vero nome.




FEMMINICIDIO



ricordiamo Maria Rita Russo, uccisa dal marito a Giarre nel 2009

perchè non succeda ancora, perchè questo non si chiama AMORE

lunedì 11 febbraio 2013

Benedetto XVI lascia il soglio pontificio


Ha bloccato per qualche minuto  il pensiero di noi tutti la notizia odierna delle dimissioni del pontefice Benedetto XVI durante il Concistoro: «Serve un Papa che abbia il vigore del corpo e dell'animo», ha detto il papa per spiegare lo straordinario e davvero insolito gesto. Dopo il caso di Celestino V, definito da Dante  «il Papa che fece per vilta’ lo gran rifiuto»,  che lasciò  il soglio pontificio a Bonifacio VIII nel 1294, risale al periodo dello Scisma d'Occidente l'ultima decisione  di un pontefice di lasciare in vita quella carica che la storia della Chiesa ha inteso sempre come missione di durata vitalizia. Ma oggi le condizioni della Chiesa e le cause di questa decisione sono decisamente diverse dal Medioevo e meritano entrambe  molta attenzione e importanti riflessioni.

Lo stesso pontefice ha sottolineato:
«Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede,  per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo»





"Il Papa ha deciso di dimettersi e di lasciare il pontificato il prossimo 28 febbraio. Il Pontefice lo ha annunciato a sorpresa, nel corso del concistoro per le nuove canonizzazioni. È la prima volta che accade nell'epoca moderna. Ratzinger ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa.
«Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede - ha detto - per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo» La decisione che il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, ha definito «Un fulmine a ciel sereno». La possibilità della rinuncia, prevista dal codice canonico, era stata citata proprio da Benedetto XVI nel libro nel libro intervista con Peter Seewald «Luce del mondo» pubblicato nel novembre 2010: «Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli – disse Benedetto XVI – allora ha il diritto e in talune circostanze anche il dovere di dimettersi».

Andrea Tornielli, La Stampa


LA DECISIONE DI CELESTINO V: VILTADE O GESTO DI GRANDE CORAGGIO?
di Massimo Razzi, su Repubblica 11 febbraio 2013


Cosa accadrà adesso?




Il commento della vaticanista Angela Ambrogetti