Ha bloccato per qualche minuto il pensiero di noi tutti la notizia odierna delle dimissioni del pontefice Benedetto XVI durante il Concistoro: «Serve un Papa che abbia il vigore del corpo e dell'animo», ha detto il papa per spiegare lo straordinario e davvero insolito gesto. Dopo il caso di Celestino V, definito da Dante «il Papa che fece per vilta’ lo gran rifiuto», che lasciò il soglio pontificio a Bonifacio VIII nel 1294, risale al periodo dello Scisma d'Occidente l'ultima decisione di un pontefice di lasciare in vita quella carica che la storia della Chiesa ha inteso sempre come missione di durata vitalizia. Ma oggi le condizioni della Chiesa e le cause di questa decisione sono decisamente diverse dal Medioevo e meritano entrambe molta attenzione e importanti riflessioni.
Lo stesso pontefice ha sottolineato:
«Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo»
"Il Papa ha deciso di dimettersi e di lasciare il pontificato il prossimo 28 febbraio. Il Pontefice lo ha annunciato a sorpresa, nel corso del concistoro per le nuove canonizzazioni. È la prima volta che accade nell'epoca moderna. Ratzinger ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa.
«Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede - ha detto - per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo» La decisione che il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, ha definito «Un fulmine a ciel sereno». La possibilità della rinuncia, prevista dal codice canonico, era stata citata proprio da Benedetto XVI nel libro nel libro intervista con Peter Seewald «Luce del mondo» pubblicato nel novembre 2010: «Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli – disse Benedetto XVI – allora ha il diritto e in talune circostanze anche il dovere di dimettersi».
Andrea Tornielli, La Stampa
LA DECISIONE DI CELESTINO V: VILTADE O GESTO DI GRANDE CORAGGIO?
di Massimo Razzi, su Repubblica 11 febbraio 2013
Cosa accadrà adesso?
Il commento della vaticanista Angela Ambrogetti
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