domenica 20 settembre 2020

150 ANNI FA: 20 settembre 1870, Roma per tutti sarà capitale d'Italia





Il 20 settembre 1870, ha inizio l’ultimo atto dell’epopea risorgimentale: dopo una breve battaglia i bersaglieri del generale Raffaele Cadorna (padre di Luigi, il comandante dell’esercito italiano durante la prima guerra mondiale fino al disastro di Caporetto), entrano a Roma.
La questione romana si trascinava da tempo. Cavour, ad esempio, l’aveva posta nel suo discorso in parlamento il 17 marzo 1861, data della proclamazione del Regno d’Italia.
Tuttavia i tempi non erano maturi affinché la Città eterna divenisse la capitale italiana. Non era ancora avvenuto perché lo Stato pontificio era protetto da due delle grandi potenze cattoliche europee: l’Austria e soprattutto la Francia di Napoleone III.


Trascorrono gli anni, si succedono i primi ministri del giovane Regno (Cavour muore nello stesso 1861, il 6 giugno), si cerca d’intavolare qualche trattativa con papa Pio IX e con Napoleone III, senza tuttavia raggiungere alcun risultato.
Poi nel luglio del 1870 lo scenario europeo muta completamente, poiché deflagra il conflitto tra Francia e Prussia.
La battaglia decisiva è quella di Sedan, il 1° settembre, quando i prussiani annientano i francesi. La conseguenza indiretta di questa battaglia è che il Papa non è più protetto dalle truppe di Napoleone III. La strada per Roma è libera e, come abbiamo accennato in apertura, il 20 settembre del 1870 la città è di fatto annessa al regno d’Italia.

da Ponza racconta


Roma è proclamata capitale italiana meno di un anno dopo, il 3 febbraio 1871 

LA FINE DEL POTERE TEMPORALE DEL PAPA: ROMA SI PREPARA A DIVENTARE CAPITALE DEL REGNO D'ITALIA

LA BRECCIA DI PORTA PIA A ROMA,
 APERTA DAI BERSAGLIERI IL 20 SETTEMBRE 1870



IL SERVIZIO RAI AI 150 ANNI DELL'EVENTO



NEL CINEMA

Il primo film a soggetto del cinema italiano degli esordi è La presa di Roma (1905), di Filoteo Alberini, che rievoca l’entrata dei Bersaglieri nella futura capitale del Regno d’Italia, il 20 settembre 1870.

Il film di Alberini è un archetipo per i tanti film sul Risorgimento girati negli anni del muto; purtroppo molti di essi sono andati perduti, tuttavia dalle testimonianze contenute negli scritti di chi quei film ha visto, si evince una caratteristica comune, quella della sovraesposizione dell’immagine di Garibaldi  trasformata in icona sacra.




 

venerdì 18 settembre 2020

IL REFERENDUM NELLA COSTITUZIONE ITALIANA


 PARTIAMO DA QUANTO SIAMO CHIAMATI A DECIDERE IL 20 E IL 21 SETTEMBRE

ecco una presentazione animata:



per chi è stato un po' distratto va precisato dunque che:


 LA COSTITUZIONE ITALIANA PREVEDE IL RICORSO 

AL REFERENDUM IN QUATTRO OCCASIONI:



Nel primo caso il quesito sottoposto agli elettori chiede di ABROGARE , cioè eliminare, una legge già in vigore nello Stato italiano, secondo l'art.75.   In questo caso è necessario raggiungere il quorum dei votanti, cioè il 50% più uno, per avere validità, altrimenti ogni esito del referendum viene annullato.

Nel secondo caso il quesito chiede di CONFERMARE una modifica della Costituzione,  già approvata da entrambe le Camere secondo l'art. 138. Non è richiesto il quorum dei votanti, vince la posizione che ottiene la maggioranza dei voti.

Negli altri due casi il quesito si riferisce a modifiche dell'assetto regionale sul territorio della Repubblica italiana


ECCO COSA PREVEDE IL QUESITO REFERENDARIO 

PER IL QUALE ANDREMO A VOTARE NEI GIORNI DEL 20 E DEL 21 SETTEMBRE 2020:


Le modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione Italiana sono state già approvate in Parlamento secondo l'art. 138. 

Poichè lo stesso articolo prevede la conferma delle modifiche della Costituzione da parte dei cittadini italiani elettori, si procede a 

REFERENDUM CONFERMATIVO O COSTITUZIONALE

mercoledì 2 settembre 2020

leggere sulla storia

 post di Rosario Fragalà

classe 5 A

MUSSOLINI HA FATTO ANCHE COSE BUONE

Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo

 


Quest’ estate ho avuto l’ occasione di leggere il testo “Mussolini ha fatto anche cose buone” di Francesco Filippi. Il libro ha lo scopo di smontare, una per una, tutte le fake-news che circolano ancora oggi sul fascismo. Lo stesso autore evidenzia l’ importanza di smentire tali idee sin dall’ introduzione, riprendendo le parole del ministro della propaganda Joseph Goebbels:“ripetere una bugia cento, mille, un milione di volte, la farà diventare una verità”. Per tale motivo  egli considera il volume come “una bussola essenziale per capire il presente”.

Ho scelto questo libro in seguito alla visione di una intervista rilasciata sulla piattaforma di Fanpage:



In questa intervista si parla proprio del fascismo e gli interlocutori sono persone che realmente sostengono che Mussolini abbia portato l’ Italia all'età d’oro. Solo dopo averla vista e ascoltata ho realizzato quanto poco sapessi riguardo quel periodo storico, ancora molto attuale.

Di conseguenza ho pensato di informarmi meglio e di leggere questo libro per chiarire i miei dubbi sulla figura di Mussolini. Esso presenta la figura del “duce” da più prospettive, da quella politico a quella economico, parlando anche delle decisioni sulle pensioni e dalla bonifica delle paludi, e fornisce al lettore un quadro molto ampio del governo fascista.

Tra le cose che più mi hanno sorpreso vi è il rapporto che Mussolini aveva con la legge. Come sostiene lo stesso Filippi, il rapporto del fascismo con la legalità è di tipo “strumentale”: la legge andava rispettata se utile a reprimere gli oppositori, mentre andava ignorata se ostacolava le mire espansionistiche del regime. Infine andava riscritta se si opponeva troppo chiaramente alle ambizioni del duce.

Questo ragionamento machiavellico può essere riassunto nell’ espressione “il fine giustifica i mezzi”. Ho trovato anche piuttosto sconcertanti i passaggi riguardo il ruolo della donna nella società fascista, e sul dato che il fascismo  rappresentò come una rampa di lancio per la mafia. Essa infatti, a differenza di come molti pensano, non è stata sconfitta grazie all’ intervento del duce, bensì protetta dallo stesso dal momento in cui il prefetto di Palermo, Cesare Mori, chiese maggiori poteri per sradicare il problema mafioso dalla Sicilia. Quest’ ultimo, con interventi decisi e diffusi dalla stampa, era diventato una delle figure più in vista dello Stato, offuscando l’ immagine dello stesso duce il quale, come risposta alla richiesta avanzata dal prefetto, decise di dichiarare la mafia sconfitta e di dare il pensionamento a Mori per raggiunti limiti d’ età (57 anni). La richiesta di rinvio del provvedimento avanzata dallo stesso Mori fu anch’essa respinta.

Sotto il fascismo la mafia fu dunque “silenziata”, grazie anche alla censura posta sulla stampa. Di conseguenza, quando alla caduta del regime fascista si registrò un vuoto di potere, il sistema mafioso si riaffacciò in tutta la sua virulenza.

Come può lo Stato adempiere al suo compito principale, ovvero quello di difendere e tutelare i cittadini, anche attraverso l’ informazione, e sottrarsi al suo dovere? Come può la voce di un potente zittire la voce dei molti?

Una società  contaminata dal “virus dell’ illegalità”  rende tutto questo normale. Noi giovani possiamo tuttavia rimboccarci le maniche per alzarci in  piedi e non piegare la testa di fronte ad un male così profondo. 

Mi sento di consigliare questa “bussola del presente” a tutti coloro che sono in cerca di risposte e a coloro che vogliono conoscere e avere informazioni riguardo ad un periodo storico che ha segnato profondamente la storia dell’ Italia fino ai nostri giorni. In modo da poter rispondere a testa alta, a tutti coloro che sostengono che “quando c’era lui l’ Italia si faceva rispettare”, che la realtà è stata ben diversa.

Concludo con le prime parole dell’ autore che ho letto nel retro del volume e che mi hanno incuriosito sin dal primo momento in cui ho avuto tra le mani questo libro:

“Basta un’ ora per leggere questo volume, e sarà un’ ora ben spesa, che darà a chiunque gli strumenti per difendersi dal rigurgito nostalgico che sta montando dentro e fuori il chiacchiericcio sguaiato dei social”