mercoledì 2 settembre 2020

leggere sulla storia

 post di Rosario Fragalà

classe 5 A

MUSSOLINI HA FATTO ANCHE COSE BUONE

Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo

 


Quest’ estate ho avuto l’ occasione di leggere il testo “Mussolini ha fatto anche cose buone” di Francesco Filippi. Il libro ha lo scopo di smontare, una per una, tutte le fake-news che circolano ancora oggi sul fascismo. Lo stesso autore evidenzia l’ importanza di smentire tali idee sin dall’ introduzione, riprendendo le parole del ministro della propaganda Joseph Goebbels:“ripetere una bugia cento, mille, un milione di volte, la farà diventare una verità”. Per tale motivo  egli considera il volume come “una bussola essenziale per capire il presente”.

Ho scelto questo libro in seguito alla visione di una intervista rilasciata sulla piattaforma di Fanpage:



In questa intervista si parla proprio del fascismo e gli interlocutori sono persone che realmente sostengono che Mussolini abbia portato l’ Italia all'età d’oro. Solo dopo averla vista e ascoltata ho realizzato quanto poco sapessi riguardo quel periodo storico, ancora molto attuale.

Di conseguenza ho pensato di informarmi meglio e di leggere questo libro per chiarire i miei dubbi sulla figura di Mussolini. Esso presenta la figura del “duce” da più prospettive, da quella politico a quella economico, parlando anche delle decisioni sulle pensioni e dalla bonifica delle paludi, e fornisce al lettore un quadro molto ampio del governo fascista.

Tra le cose che più mi hanno sorpreso vi è il rapporto che Mussolini aveva con la legge. Come sostiene lo stesso Filippi, il rapporto del fascismo con la legalità è di tipo “strumentale”: la legge andava rispettata se utile a reprimere gli oppositori, mentre andava ignorata se ostacolava le mire espansionistiche del regime. Infine andava riscritta se si opponeva troppo chiaramente alle ambizioni del duce.

Questo ragionamento machiavellico può essere riassunto nell’ espressione “il fine giustifica i mezzi”. Ho trovato anche piuttosto sconcertanti i passaggi riguardo il ruolo della donna nella società fascista, e sul dato che il fascismo  rappresentò come una rampa di lancio per la mafia. Essa infatti, a differenza di come molti pensano, non è stata sconfitta grazie all’ intervento del duce, bensì protetta dallo stesso dal momento in cui il prefetto di Palermo, Cesare Mori, chiese maggiori poteri per sradicare il problema mafioso dalla Sicilia. Quest’ ultimo, con interventi decisi e diffusi dalla stampa, era diventato una delle figure più in vista dello Stato, offuscando l’ immagine dello stesso duce il quale, come risposta alla richiesta avanzata dal prefetto, decise di dichiarare la mafia sconfitta e di dare il pensionamento a Mori per raggiunti limiti d’ età (57 anni). La richiesta di rinvio del provvedimento avanzata dallo stesso Mori fu anch’essa respinta.

Sotto il fascismo la mafia fu dunque “silenziata”, grazie anche alla censura posta sulla stampa. Di conseguenza, quando alla caduta del regime fascista si registrò un vuoto di potere, il sistema mafioso si riaffacciò in tutta la sua virulenza.

Come può lo Stato adempiere al suo compito principale, ovvero quello di difendere e tutelare i cittadini, anche attraverso l’ informazione, e sottrarsi al suo dovere? Come può la voce di un potente zittire la voce dei molti?

Una società  contaminata dal “virus dell’ illegalità”  rende tutto questo normale. Noi giovani possiamo tuttavia rimboccarci le maniche per alzarci in  piedi e non piegare la testa di fronte ad un male così profondo. 

Mi sento di consigliare questa “bussola del presente” a tutti coloro che sono in cerca di risposte e a coloro che vogliono conoscere e avere informazioni riguardo ad un periodo storico che ha segnato profondamente la storia dell’ Italia fino ai nostri giorni. In modo da poter rispondere a testa alta, a tutti coloro che sostengono che “quando c’era lui l’ Italia si faceva rispettare”, che la realtà è stata ben diversa.

Concludo con le prime parole dell’ autore che ho letto nel retro del volume e che mi hanno incuriosito sin dal primo momento in cui ho avuto tra le mani questo libro:

“Basta un’ ora per leggere questo volume, e sarà un’ ora ben spesa, che darà a chiunque gli strumenti per difendersi dal rigurgito nostalgico che sta montando dentro e fuori il chiacchiericcio sguaiato dei social”

 

 

                                                                                

 

 

 


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