post di Rosario Fragalà
classe 5 A
MUSSOLINI HA FATTO ANCHE COSE
BUONE
Le
idiozie che continuano a circolare sul fascismo
Quest’
estate ho avuto l’ occasione di leggere il testo “Mussolini ha fatto anche cose
buone” di Francesco Filippi. Il libro ha lo scopo di smontare, una per una,
tutte le fake-news che circolano ancora oggi sul fascismo. Lo stesso autore
evidenzia l’ importanza di smentire tali idee sin dall’ introduzione,
riprendendo le parole del ministro della propaganda Joseph Goebbels:“ripetere
una bugia cento, mille, un milione di volte, la farà diventare una verità”. Per tale motivo egli considera il volume come “una bussola essenziale per
capire il presente”.
Ho scelto questo libro in seguito alla visione di una intervista rilasciata sulla piattaforma di Fanpage:
In questa intervista si parla proprio del fascismo e gli interlocutori sono persone che realmente sostengono che Mussolini abbia portato l’ Italia all'età d’oro. Solo dopo averla vista e ascoltata ho realizzato quanto poco sapessi riguardo quel periodo storico, ancora molto attuale.
Di
conseguenza ho pensato di informarmi meglio e di leggere questo libro per chiarire i miei dubbi sulla
figura di Mussolini. Esso presenta la
figura del “duce” da più prospettive, da quella politico a quella economico, parlando anche delle decisioni sulle pensioni e dalla bonifica delle paludi,
e fornisce al lettore un quadro molto ampio del governo fascista.
Tra
le cose che più mi hanno sorpreso vi è il rapporto che Mussolini aveva con la
legge. Come sostiene lo stesso Filippi, il rapporto del fascismo con la legalità
è di tipo “strumentale”: la legge andava rispettata se utile a reprimere gli
oppositori, mentre andava ignorata se ostacolava le mire espansionistiche del
regime. Infine andava riscritta se si opponeva troppo chiaramente alle
ambizioni del duce.
Questo
ragionamento machiavellico può essere riassunto nell’ espressione “il fine
giustifica i mezzi”. Ho trovato anche piuttosto sconcertanti i passaggi
riguardo il ruolo della donna nella società fascista, e sul dato che il fascismo rappresentò come una rampa di lancio per la mafia. Essa infatti, a differenza di come molti
pensano, non è stata sconfitta grazie all’ intervento del duce, bensì protetta
dallo stesso dal momento in cui il prefetto di Palermo, Cesare Mori, chiese
maggiori poteri per sradicare il problema mafioso dalla Sicilia. Quest’
ultimo, con interventi decisi e diffusi dalla stampa, era diventato una
delle figure più in vista dello Stato, offuscando l’ immagine dello stesso duce il quale, come
risposta alla richiesta avanzata dal prefetto, decise di dichiarare la mafia
sconfitta e di dare il pensionamento a Mori per raggiunti limiti d’ età (57
anni). La richiesta di rinvio del provvedimento avanzata dallo stesso Mori fu anch’essa
respinta.
Sotto il fascismo la mafia fu dunque “silenziata”,
grazie anche alla censura posta sulla stampa. Di conseguenza, quando alla caduta del
regime fascista si registrò un vuoto di potere, il sistema mafioso si riaffacciò in tutta la sua virulenza.
Come
può lo Stato adempiere al suo compito principale, ovvero quello di difendere e
tutelare i cittadini, anche attraverso l’ informazione, e sottrarsi al suo dovere? Come può la voce di un potente zittire la voce dei molti?
Una società contaminata dal “virus dell’ illegalità” rende tutto questo normale. Noi giovani possiamo tuttavia rimboccarci le maniche per alzarci in piedi e non piegare la testa di fronte ad un male così profondo.
Mi
sento di consigliare questa “bussola del presente” a tutti coloro che sono in cerca
di risposte e a coloro che vogliono conoscere e avere informazioni riguardo ad un
periodo storico che ha segnato profondamente la storia dell’ Italia fino ai
nostri giorni. In modo da poter rispondere a testa alta, a tutti coloro che
sostengono che “quando c’era lui l’ Italia si faceva rispettare”, che la realtà è stata ben diversa.
Concludo
con le prime parole dell’ autore che ho letto nel retro del volume e che mi
hanno incuriosito sin dal primo momento in cui ho avuto tra le mani questo
libro:
“Basta
un’ ora per leggere questo volume, e sarà un’ ora ben spesa, che darà a
chiunque gli strumenti per difendersi dal rigurgito nostalgico che sta montando
dentro e fuori il chiacchiericcio sguaiato dei social”
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