domenica 8 settembre 2013

Verso la pace

L'8 settembre 1943 l'Italia esprimeva la volontà di uscire dal conflitto mondiale con l'armistizio firmato a Cassibile, in Sicilia. La resa dell'Italia venne annunciata alla radio dal capo del governo, Badoglio, suscitando in molti sorpresa e disorientamento, non ancora un vero sollievo. La penisola sarà infatti ancora teatro di stragi e rappresaglie fino al 25 aprile del 1945, quando si dichiarerà ormai la liberazione della nazione dalla presenza tedesca.
 
In giorni in cui si torna a parlare di una guerra internazionale, RADIO 3 permette di riascoltare l'annuncio originale dell'inizio del nostro cammino verso la pace e la democrazia.
Consideriamolo un monito per non tornare indietro.




Pietro Badoglio e Palmiro Togliatti

giovedì 5 settembre 2013

La questione siriana



In questi giorni la questione del (possibile) intervento USA in Siria occupa le pagine di tutti i quotidiani e anche uno spazio non irrilevante nelle nostre preoccupazioni, anche se in Italia il ministro della Difesa Mario Mauro  ha escluso una partecipazione del nostro Paese:

“L’Italia resterebbe fuori dalla Siria anche se si dovesse arrivare a una risoluzione nelle Nazioni Unite. L’Italia ci è già caduta dentro. Arrivano siriani tutti i giorni sulle nostre coste. Arrivano e ne arriveranno sempre di più. Non voglio lanciare allarmi, non voglio parlare di invasione, ma c’è un problema che preoccupa, c’è una situazione che va gestita con attenzione assoluta
Una guerra internazionale, anche senza l'Italia, rimane ovviamente pur sempre una guerra, e da più parti si solleva giustificato allarme e costante monito alla ragionevolezza e alla soluzione diplomatica.

Ma perchè Obama minaccia di scendere in guerra?

Cerchiamo di capire meglio cosa accade già dal 2011 in questo Paese del Medio Oriente che confina con Turchia, Libano, Iraq, Giordania, a pochi passi da Israele e dall'Arabia Saudita.

Come dire che ci troviamo all'interno di un deposito di esplosivi attivo dalla fine del secondo conflitto mondiale. Si tratta infatti di Paesi in cui tensioni etniche e religiose hanno sempre trovato espressione e in cui gli islamisti hanno negli ultimi decenni guadagnato terreno e in cui si susseguono governi dall'equilibrio incerto, anche per le pressioni delle forze occidentali che qui hanno troppi interessi (petroliferi innanzitutto) da difendere.

Da sapere per capire la mobilitazione internazionale per la Siria

  • La guerra civile siriana è un conflitto  in corso nel paese che vede opposte le forze governative e quelle dell'opposizione, riunite nella Coalizione nazionale siriana e che si inserisce nel contesto più ampio della Primavera Araba. Il conflitto è iniziato il 15 marzo 2011 con dimostrazioni pubbliche, si è sviluppato in rivolte su scala nazionale, per poi divenire guerra civile nel 2012. Le proteste, che hanno subito assunto connotati violenti sfociando in sanguinosi scontri tra polizia e manifestanti, avevano l'obiettivo di spingere il presidente siriano Bashar al-Assad ad attuare le riforme necessarie a dare un'impronta democratica allo stato. Secondo il governo invece miravano a creare uno Stato islamico radicale, vista la presenza nel Consiglio nazionale siriano dei Fratelli Musulmani e altri gruppi legati all'Arabia Saudita ed al-Qa'ida.
  • Le potenze internazionali si schierano: difendono il governo in carica Iran, Iraq, Russia, Cina. Dalla parte dei ribelli si pronunciano Arabia Saudita, Francia, Regno Unito, Turchia, USA, Germania. Il 15 luglio2012  il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha definito la crisi siriana un conflitto armato non internazionale, applicando così una legge umanitaria internazionale, sotto le Convenzioni di Ginevra. Intanto i massacri dei civili continuano.
  • Il 21 agosto 2013  l'opposizione in Siria accusa il regime di Assad di aver usato armi chimiche in alcune zone vicino a Damasco. Le vittime sarebbero più di mille.
  • Il 24 agosto Medici senza frontiere conferma di aver accolto nei suoi ospedali 3.600 persone con sintomi neurotossici e registra 355 morti.
  • Il 26 agosto a Damasco arrivano gli ispettori dell'Onu per incontrare i superstiti dell'attacco e i testimoni e appurare l'uso di armi chimiche.
  • Il 26 agosto il segretario di stato statunitense John Kerry dichiara che l'uso di armi chimiche da parte di Assad è "innegabile".
  • Il 27 agosto il fronte dell'intervento armato in Siria da parte di Stati Uniti e Regno Unito ottiene anche il sostegno di Francia e Germania.
  • Il 27 agosto la ministra degli esteri italiana Emma Bonino afferma che l'Italia non interverrà senza il consenso dell'Onu.
  • Il 29 agosto il parlamento britannico boccia la risoluzione di intervento presentata dal premier David Cameron.
  • Il 30 agosto il segretario di stato statunitense John Kerry dichiara che nel bombardamento del 21 agosto sono morte 1.429 persone, tra cui 426 bambini.
  • Il 31 agosto gli ispettori dell'Onu lasciano la Siria.
  • Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama annuncia che ha deciso di intervenire militarmente in Siria, ma chiederà l'autorizzazione al Congresso dopo il 9 settembre. 

su Repubblica.it

mercoledì 4 settembre 2013

Berlino, una città divisa







La linea del Muro che ha diviso la città di Berlino dal 1961 al 1989.

Come è stato possibile che l'Occidente abbia accettato una decisione simile dopo aver condannato il disastro bellico, i totalitarismi  e i crimini della Shoah?



Checkpoint Charlie nel 1961


Check Point Charlie

 noto posto di blocco sul confine tra i settori, dal 1961 costruito nel Muro di Berlino
In funzione dal 1945 al 1990 collegava il settore di occupazione sovietico (quartiere di Mitte) con quello americano (quartiere di Kreuzberg).
Era situato sulla Friedrichstraße, all'altezza dell'incrocio con Zimmerstraße. Vi era ammesso il passaggio solo di militari delle forze alleate, di diplomatici e di cittadini stranieri.
 Da qui molti berlinesi tentarono la fuga in Occidente, la maggior parte senza successo o pagando con la vita.

Checkpoint Charlie oggi, in una ricostruzione piuttosto discutibile del blocco americano.