In questi giorni la questione del (possibile) intervento USA in Siria occupa le pagine di tutti i quotidiani e anche uno spazio non irrilevante nelle nostre preoccupazioni, anche se in Italia il ministro della Difesa Mario Mauro ha escluso una partecipazione del nostro Paese:
“L’Italia resterebbe fuori dalla Siria anche se si dovesse arrivare a una risoluzione nelle Nazioni Unite. L’Italia ci è già caduta dentro. Arrivano siriani tutti i giorni sulle nostre coste. Arrivano e ne arriveranno sempre di più. Non voglio lanciare allarmi, non voglio parlare di invasione, ma c’è un problema che preoccupa, c’è una situazione che va gestita con attenzione assoluta“
Una guerra internazionale, anche senza l'Italia, rimane ovviamente pur sempre una guerra, e da più parti si solleva giustificato allarme e costante monito alla ragionevolezza e alla soluzione diplomatica.
Ma perchè Obama minaccia di scendere in guerra?
Cerchiamo di capire meglio cosa accade già dal 2011 in questo Paese del Medio Oriente che confina con Turchia, Libano, Iraq, Giordania, a pochi passi da Israele e dall'Arabia Saudita.
Come dire che ci troviamo all'interno di un deposito di esplosivi attivo dalla fine del secondo conflitto mondiale. Si tratta infatti di Paesi in cui tensioni etniche e religiose hanno sempre trovato espressione e in cui gli islamisti hanno negli ultimi decenni guadagnato terreno e in cui si susseguono governi dall'equilibrio incerto, anche per le pressioni delle forze occidentali che qui hanno troppi interessi (petroliferi innanzitutto) da difendere.
Da sapere per capire la mobilitazione internazionale per la Siria
- La guerra civile siriana è un conflitto in corso nel paese che vede opposte le forze governative e quelle dell'opposizione, riunite nella Coalizione nazionale siriana e che si inserisce nel contesto più ampio della Primavera Araba. Il conflitto è iniziato il 15 marzo 2011 con dimostrazioni pubbliche, si è sviluppato in rivolte su scala nazionale, per poi divenire guerra civile nel 2012. Le proteste, che hanno subito assunto connotati violenti sfociando in sanguinosi scontri tra polizia e manifestanti, avevano l'obiettivo di spingere il presidente siriano Bashar al-Assad ad attuare le riforme necessarie a dare un'impronta democratica allo stato. Secondo il governo invece miravano a creare uno Stato islamico radicale, vista la presenza nel Consiglio nazionale siriano dei Fratelli Musulmani e altri gruppi legati all'Arabia Saudita ed al-Qa'ida.
- Le potenze internazionali si schierano: difendono il governo in carica Iran, Iraq, Russia, Cina. Dalla parte dei ribelli si pronunciano Arabia Saudita, Francia, Regno Unito, Turchia, USA, Germania. Il 15 luglio2012 il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha definito la crisi siriana un conflitto armato non internazionale, applicando così una legge umanitaria internazionale, sotto le Convenzioni di Ginevra. Intanto i massacri dei civili continuano.
- Il 21 agosto 2013 l'opposizione in Siria accusa il regime di Assad di aver usato armi chimiche in alcune zone vicino a Damasco. Le vittime sarebbero più di mille.
- Il 24 agosto Medici senza frontiere conferma di aver accolto nei suoi ospedali 3.600 persone con sintomi neurotossici e registra 355 morti.
- Il 26 agosto a Damasco arrivano gli ispettori dell'Onu per incontrare i superstiti dell'attacco e i testimoni e appurare l'uso di armi chimiche.
- Il 26 agosto il segretario di stato statunitense John Kerry dichiara che l'uso di armi chimiche da parte di Assad è "innegabile".
- Il 27 agosto il fronte dell'intervento armato in Siria da parte di Stati Uniti e Regno Unito ottiene anche il sostegno di Francia e Germania.
- Il 27 agosto la ministra degli esteri italiana Emma Bonino afferma che l'Italia non interverrà senza il consenso dell'Onu.
- Il 29 agosto il parlamento britannico boccia la risoluzione di intervento presentata dal premier David Cameron.
- Il 30 agosto il segretario di stato statunitense John Kerry dichiara che nel bombardamento del 21 agosto sono morte 1.429 persone, tra cui 426 bambini.
- Il 31 agosto gli ispettori dell'Onu lasciano la Siria.
- Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama annuncia che ha deciso di intervenire militarmente in Siria, ma chiederà l'autorizzazione al Congresso dopo il 9 settembre.
su Repubblica.it
Nessun commento:
Posta un commento