giovedì 23 febbraio 2017

laboratorio a San Berillo



Innocenzo Grimaldi 

segnala questo video ricevuto da Luca Aiello su un laboratorio di documentazione audiovisiva realizzato nel quartiere di San Berillo a Catania nell'ambito del progetto "Trame di Quartiere"

Esperienza di grande valore formativo e documentario

sabato 18 febbraio 2017

morte di un miliziano lealista





Nel 1936, Robert Capa diviene famoso in tutto il mondo per una foto scattata a Cordova, dove ritrae un soldato dell'esercito repubblicano nella guerra civile spagnola, con addosso una camicia bianca, colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti. Questa foto è tra le più famose fotografie di guerra mai scattate. Fu pubblicata, per la prima volta, sulla rivista VU (23 settembre del 1936) poi su Life, sul Picture Post e poi migliaia di altre volte.
La foto è stata al centro di una lunga diatriba in merito alla sua presunta non autenticità.


Robert Capa non si chiama veramente Robert Capa. 
Il suo vero nome è Friedmann Endre Ernő, nato a Budapest il 22 ottobre del 1913. Cambia nome a Parigi negli anni ‘30, dopo essere scappato dalla Germania per via del nazismo, perché un fotografo con il suo stesso nome gli rendeva difficile trovare lavoro. 
Robert Capa è considerato uno dei padri del fotogiornalismo. Con i suoi reportage ha raccontato le grandi guerre dello scorso secolo: dalla guerra civile spagnola alla guerra d'Indocina, passando naturalmente per la seconda guerra mondiale.
Gli scatti di Capa sono famosi in tutto il mondo grazie, soprattutto, alla sua collaborazione con la rivista LIFE che pubblicò i suoi reportage. 
Alcune delle sue foto sono anche soggetti di grandiose storie, che tengono vivo il mito di Capa ancora oggi

domenica 12 febbraio 2017

la vergogna tedesca in Namibia

post di Alessandra Augello, 5 I

 la vergogna tedesca
“All’interno del territorio tedesco si sparerà contro tutti gli uomini della tribù degli Herero armati o disarmati, con o senza bestiame. Nel territorio non verranno accolti nemmeno donne e bambini: essi verranno ricondotti al popolo o fucilati…” 
Lothar van Trotha


In  tre anni, dal 1904 al 1907 , furono circa 100.000,  in NAMIBIA,  gli abitanti dei Nama e degli Herero che morirono  nell’Africa «tedesca»

Le loro terre vennero distrutte, migliaia di persone furono deportate nel deserto e lasciate morire di fame e di sete e altre furono spedite nei campi di concentramento. 

In questi anni troviamo tutti i prodromi di trent’anni dopo:
Il Socialdarwinismo;
La Superiorità della razza;
Gli Esperimenti medici:  Josef Mengel fu l’allievo di Eugen Fischer, il medico che condusse esperimenti sugli Herero;
I primi campi di concentramento;
L’idea di cancellare un popolo dalla faccia della terra


ecco cosa accadde