giovedì 19 febbraio 2015

La Questione Irlandese

post di Salvatore Zumbo, classe 5 L


I problemi tra Irlanda e Inghilterra hanno radici profonde e hanno le loro origini sia nella storia che nella religione.


Nella storia perché l’Irlanda fu colonizzata dall’Inghilterra nel XIII secolo. Nella religione perché la colonizzazione inglese vi portò una nuova religione: gli Irlandesi avevano origini Celtiche e quindi erano Cattolici, mentre gli Inglesi erano Protestanti.

Gli Inglesi introdussero il Feudalesimo in Irlanda e obbligarono gli Irlandesi a lavorare la terra come contadini e servitori. Solamente una piccola parte del raccolto rimaneva agli Irlandesi , con cui dovevano vivere nelle più povere condizioni.

Nei secoli seguenti gli Inglesi Protestanti tentarono di sottomette gli Irlandesi Cattolici. Nel XVI secolo, due Atti furono passati dal Parlamento inglese: il primo stabiliva che il Parlamento Irlandese poteva riunirsi solamente sotto il consenso del Re Inglese; il secondo, invece, stabiliva che ogni atto approvato dal Parlamento inglese doveva essere applicato anche in Irlanda.

Nel XVII secolo, gli Inglesi Protestanti si stabilirono nel Nord-Est dell’Irlanda, nella regione chiamata Ulster, che includeva sei contee.
Nel 1689, Giacomo II ( un re cattolico della dinastia Stuart) offrì il suo aiuto ai Cattolici irlandesi concedendogli un'armata in Irlanda. Comunque gli Inglesi Protestanti potevano contare sull’aiuto di Guglielmo d’Orange (della dinastia Hannover) e , quindi, vinsero la Battaglia del Boyne (1690). Da quel momento in poi gli Irlandesi Protestanti furono chiamati ORANGEMEN.

La Gran Bretagnia diede del filo da torcere all’economia Irlandese, proibendo all’Irlanda di produrre beni e materie prime. Nello stesso tempo gli Irlandesi continuavano a chiedere l’indipendenza: alcuni gruppi rivoluzionari reclamavano il totale distacco politico; mentre altri, moderati, chiedevano una piena autonomia in campo politico, fiscale e religioso.
Nel 1801, l’ Act of Union, emanato da Regina Anna d’Hannover, stabiliva che l’Irlanda diveniva parte del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Questo significava, inoltre, che la Chiesa Anglicana diveniva la chiesa ufficiale dell’Irlanda e che i Cattolici non potevano presiedere in Parlamento, nonostante l’88% della popolazione fosse cattolica.
Nel 1829, l’Inghilterra per paura dello scoppio di una guerra civile fece passare il Catholic Emancipation Act il quale dava ai Cattolici il diritto al voto. 

Nel tempo gli Inglesi erano divenuti ricchi proprietari terrieri, mentre gli Irlandesi si erano ritrovati sempre più poveri, costretti a vivere solo di patate. Così nel 1845-46 il fallimento del raccolto di patate portò a una grande carestia: gli Irlandesi accusarono gli Inglesi del disastro e si chiese in Parlamento il miglioramento delle condizioni irlandesi. Il governo Gladstone (1880-86) accolse la richiesta di Charles Parnell, deputato irlandese al Parlamento di Londra e principale esponente del movimento nazionalista irlandese per l’autogoverno: nel 1881 vennero migliorate le condizioni dei fittavoli irlandesi e nel 1886 venne presentato il disegno di legge per l’Home Rule (governo autonomo)

I due provvedimenti vennero respinti e nel 1905, fu fondato da Parnell un Home Rule Party (un partito a favore dell’autogoverno), composto da nazionalisti cattolici irlandesi, risoluti a conquistare l’indipendenza dall’Inghilterra. Il partito prese il nome di Sinn Fèin, espressione celtica che significa “noi stessi da soli”

Le tensioni continuarono attraverso gli anni e nel 1914 al governo di Dublino fu dato il pieno controllo eccetto sui problemi esteri e costituzionali. Comunque, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’Inghilterra postpose la risoluzione dei problemi irlandesi e fu accettato che nel mentre le ostilità fossero state sospese; ma nell’Aprile del 1916 a Dublino un gruppo di estremi nazionalisti del Sinn Féin organizzò una rivolta. La rivolta fu repressa dall’armata Britannica: 450 persone morirono e oltre 3,000 furono feriti. I ribelli furono giustiziati. La rivolta passò alla storia con il nome di Insurrezione di Pasqua o “Pasqua di sangue”, la quale è fortemente celebrata dalle Comunità di cattolici nazionalisti.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale la questione ritornò a galla. Una figura chiave fu quella del leader del Sinn Fèin: Eamon de Valera. Tra il 1919 e il 1921, i nazionalisti organizzarono la loro propria armata chiamata I.R.A. (Esercito Repubblicano Irlandese), che utilizzò le tattiche della guerriglia nel conflitto contro gli inglesi, che divenne con il tempo molto violento. L’armata fu riconosciuta dal Dàil Éreann, un’assemblea eletta, che aveva riconosciuto in precedenza la Repubblica Irlandese.

Nel 1921, la Gran Bretagna propose un trattato ai ribelli che consisteva nel dividere l’Irlanda in due:
  1. L’Ulster Era concesso un limitato autogoverno, un Parlamento separato a Belfast ma che rimaneva legato alla Bretagna. Questa parte era per lo più popolata da Protestanti.
  2. Lo Stato Libero d’Irlanda Si governava da solo, ma restava sotto il controllo Britannico.

Il fondatore dell IRA, Michael Collins, e altri membri erano a favore del trattato, ma molti erano contrari, tanto che nel 1922-23 scoppiò una guerra civile che fu prontamente sedata dall’armata britannica. L' IRA depose temporanemente le proprie armi, ma non le proprie intenzioni.
Nel 1937 lo Stato libero d’Irlanda fu rinominato EIRE, nome Gaelico per Irlanda.
Nel 1949, l’ultimo legame con la Bretagna fu rotto e l’Irlanda divenne una Repubblica.

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