Scrive oggi su Repubblica Adriano Sofri: "Per registrare il passaggio della centesima donna assassinata nell'anno la sorte ha scelto due sorelle ragazze 1, la minore che fa da scudo all'altra e muore al suo posto. E un assassino di 22 anni, che va a cercarle con il coltello in tasca, e prima ha pubblicato sulla sua pagina di Facebook, in una cornice colorata riempita di angioletti e cuoricini, parolette sulla "perdita di qualcuno che ami".
E' l'ennesimo drammatico caso di FEMMINICIDIO in Italia, la centesima donna assassinata dall'inizio dell'anno, una cifra incredile.
"I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a ucciderle. Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. E’ ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza. Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI. E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà.
Scrivono ancora le donne del Comitato promotore della petizione MAI PIU' COMPLICI: " E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.
Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla"
Il Comitato propone una petizione da firmare perchè non è possibile più tollerare, aspettare, dimenticare
Tocca a tutti, uomini e donne, adulti e ragazzi, educatori e studenti, attivarsi da subito per scrollare energicamente questa società malata che non riconosce più la dignità dell'essere umano e la dialettica di genere come suo fondamento.
scadenza 10 novembre 2012
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