domenica 18 dicembre 2011

La Grande Guerra nella satira politica di Scalarini

post di Alessandra Catalano classe 5 C

Giuseppe Scalarini, creatore della vignetta satitica politica in Italia,  nasce a Mantova il 29 gennaio 1873. Manifesta un precoce interesse per l’arte e il disegno e tiene la sua prima mostra a Mantova nel 1890; in questa occasione conosce il coetaneo, futuro socialista e capo del governo, Ivanoe Bonomi, con cui fonda nel 1891 la Società Letteraria.  A Mantova, il primo novembre 1896, fonda con altri amici il Merlin Cocai, settimanale di impronta radicale e socialista. Il primo maggio 1989 fonda La Terra, primo giornale socialista mantovano, insieme a Bonomi e Giovanni Zibordi. Il 22 ottobre 1911, in piena guerra di Libia, pubblica la sua prima vignetta sull’Avanti!, diretto da Claudio Treves: inizia così una collaborazione quotidiana che durerà fino al 10 gennaio 1926. Nel 1926, in seguito all’attentato a Mussolini del 31 ottobre a Bologna, si scatenano rappresaglie fasciste contro giornali e militanti di sinistra. Il Tribunale speciale di difesa dello Stato istituisce leggi eccezionali contro gli oppositori del regime. A novembre, Scalarini viene picchiato a Milano da una squadra di camicie nere. L’aggressione gli causa la frattura della mandibola e una commozione cerebrale.Uscito d’ospedale, il primo dicembre 1926 viene arrestato e trasferito davanti al Tribunale speciale, che lo condanna a cinque anni di confino, prima a Lampedusa, poi a Ustica, dove resta fino al novembre 1929, quando viene trasferito a Milano, restando comunque “sorvegliato speciale”.Gli viene impedito di firmare “qualunque suo lavoro di qualsiasi genere”, divieto che non viene mai revocato. Scalarini quindi si dà alla letteratura per l’infanzia, pubblicando nel 1933 “Le avventure di Miglio”, che esce a firma della figlia Virginia Chiabov. Collabora anche al Corriere dei piccoli dal 1932 al 1946 ed alla Domenica dei Corriere dal 1934 al 1946.

Il 15 luglio 1940 viene nuovamente arrestato a Gavirate, il 20 è internato nel campo di concentramento di Istonio (oggi Vasto, in provincia di Chieti). Viene poi trasferito a Bucchianico (Chieti). Il 22 dicembre viene revocato l’internamento, ma ripristinata la vigilanza. Nel 1943 sfugge all’arresto della polizia di Salò.
Nel dopoguerra riprende la collaborazione con l’Avanti! e lavora anche per l’Umanità il Codino Rosso e il Sempre Avanti!. Giuseppe Scalarini muore a Milano il 30 dicembre 1948.


Ricchissima la  produzione di vignette dedicate da Scalarini a denunciare la brutalità e l'inutilità della guerra.




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