E' in atto un movimento della popolazione italiana verso l'estero di grandi ed allarmanti proporzioni.
Per brevi, medi e lunghi periodi sempre più italiani preparano la valigia in cerca semplicemente di futuro, quello che oggi da noi non esiste -nè pare essere previsto- nelle prospettive di intervento immediato del governo. E' un vero dramma nazionale le cui conseguenze( economiche, sociali, culturali) non sono purtroppo ancora adeguatamente valutate.
Ecco quello che emerge dal rapporto MIGRANTES appena presentato a Roma.

Il numero di italiani che
emigrano all'estero è superiore a quello degli stranieri che arrivano
nel nostro paese. Il dato è contenuto nel Rapporto Italiani nel Mondo
pubblicato oggi dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale
Italiana. Le partenze dall'Italia hanno raggiunto nel 2013 il numero di
94 mila persone, cifra superiore ai flussi dei lavoratori stranieri
immigrati in Italia, che sono ogni anno circa la metà di questa cifra,
precisamente 43 mila nel 2010. Da queste cifre sono esclusi, per ovvi
motivi, gli arrivi clandestini. Nel mondo sono 4.482.115 i cittadini
italiani residenti all'estero: l'aumento in valore assoluto rispetto al
2013 è di quasi 141 mila iscrizioni, il 3,1 per cento nell'ultimo anno.
La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (2.379.977) e per
nascita (1.747.409).
Lungo il corso del 2013 si sono trasferiti
all'estero 94.126 italiani - nel 2012 erano stati 78.941 - con un saldo
positivo di oltre 15 mila partenze, una variazione in un anno del +16,1
per cento. Per la maggior parte uomini sia nel 2013 (56,3 per cento) che
nel 2012 (56,2 per cento), non sposati nel 60 per cento dei casi e
coniugati nel 34,3 per cento, la classe di età più rappresentata è
quella dei 18-34 anni (36,2 per cento). A seguire quella dei 35-49 anni
(26,8 per cento) a riprova di quanto evidentemente la recessione
economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a
partire. Dalla percentuale di donne sul totale si possono ricavare
informazioni interessanti: molte province, italiane infatti, hanno più
emigrate donne, soprattutto in Argentina. Macerata e Trieste, in
particolare, sono le prime due con il 51,1%; a seguire Fermo (50,7 per
cento) e Pordenone (50,5 per cento).
Aggregando i dati ci si
accorge che gli italiani iscritti all'AIRE provenienti dal Friuli
Venezia Giulia sono 162.203, di cui 81.600 sono donne, cioè il 50,3 per
cento: è l'unica regione d'Italia da cui sono partite più donne che
uomini. I minori sono il 18,8 per cento e di questi il 12,1 per cento ha
meno di 10 anni. Il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all'inizio
del 2014, è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti
italiani con una crescita del 71,5 per cento rispetto all'anno
precedente. Seguono la Germania (11.731, +11,5 per cento di crescita),
la Svizzera (10.300, +15,7 per cento), e la Francia (8.402, +19,0 per
cento).
L'organismo della Cei, oltre a dar conto dei dati del
database centrale dell'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, ha
analizzate e descritte anche le iscrizioni all'AIRE con la sola
motivazione dell'espatrio avvenute nel corso del 2013. Questi dati,
insieme alle riflessioni sull'emigrazione interna, sulla mobilità per
studio e formazione e dei ricercatori italiani, dei frontalieri nel
Canton Ticino e il confronto con gli spostamenti degli italiani
nell'ambito dei principali paesi europei, offrono un quadro articolato
sul significato della mobilità italiana di oggi, sulle sue
caratteristiche, sui trend che segue e sulle novità che emergono. "La
prospettiva storica - si legge nella presentazione - è prerogativa
fondamentale di questo annuario soprattutto
perché affiancata alla riflessione sull'attualità con indagini non solo
su specifiche situazioni territoriali di partenza e di arrivo, ma anche
sull'idea che i media trasmettono della mobilità, il desiderio di
partire e quello di tornare dei nostri connazionali".