la lettura storica di Eugenio Di Rienzo
la tensione tra Gran Bretagna e Regno delle due Sicilie
conduce ad un cambio di posizione nella politica internazionale
"Le ragioni dell’atteggiamento britannico furono in parte culturali, in parte strettamente politiche. I liberali inglesi erano favorevoli ai moti nazionali europei. Il loro leader, William Gladstone, scrisse un feroce pamphlet contro il Regno delle due Sicilie. Londra accolse generosamente Mazzini e contribuì a fare di lui un grande personaggio europeo. Il viaggio di Garibaldi a Londra fu un successo e suggerì alle aziende di ceramica dello Staffordshire la costruzione di statuette variopinte del generale che hanno decorato da allora i caminetti delle case del Regno Unito.
Le ragioni politiche furono altrettanto importanti. Se la Francia desiderava togliere all’Austria il controllo dell’Italia settentrionale, la Gran Bretagna voleva avere nel Mediterraneo uno Stato amico che avrebbe ridotto l’influenza francese nella regione. La nuova Italia, dal canto suo, vide nella politica inglese una garanzia per la propria sicurezza. La flotta britannica avrebbe assicurato gli equilibri mediterranei, difeso le coste della penisola contro i suoi possibili nemici, facilitato la politica coloniale italiana nel Corno d’Africa. Per molti anni Gran Bretagna e Italia furono legate da un tacito patto d’amicizia che fu più saldo di un vero e proprio trattato e che la Grande guerra contribuì a consolidare.
L’avvento di Mussolini non cambiò la situazione. Quando si lanciò nell’avventurosa operazione di Corfù contro la Grecia nel 1923 e la Gran Bretagna lo richiamò all’ordine, il nuovo presidente del Consiglio fece un passo indietro. La rottura cominciò nel 1935 quando la politica mediterranea e coloniale di Mussolini si scontrò con gli interessi e gli obiettivi della politica britannica. Ma questa è un’altra storia"
Sergio Romano, Corriere della Sera, 2009
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