La Constitutio de feudis viene concessa da Corrado II, imperatore germanico, nel 1037. Attraverso questo provvedimento l’imperatore Corrado II riconosceva l'ereditarietà dei feudi minori, che pertando non dipenderanno più dai grandi feudatari (i quali avevano già ottenuto il riconoscimento del titolo ereditario con il Capitolare di Quiercy dell'877, e avevano così guadagnato autonomia dall'imperatore, a cui non dovevano più offrire puntuale giuramento di fedeltà, vista l'ereditarietà del titolo nobiliare).
Lo scopo dell'imperatore Corrado II era quello di assicurarsi l’appoggio dei vassalli minori nella sua lotta contro i grandi feudatari che, più forti e già autonomi dall'imperatore, non avrebbero più avuto alle loro dipendenze i piccoli feudatari. In un certo senso, Corrado sperava di recuperare sui nobili dell'impero l’autorità che i suoi predecesssori avevano perduto.
Gli effetti del provvedimento
In effetti la Consititutio de feudis non solo non permise a Corrado di realizzare il proprio progetto di restaurazione del potere imperiale, ma provocò una disgregazione ancora maggiore dell’unità politica dell’impero, avviando la crisi della piramide gerarchica tipica del feudalesimo. Essa poneva poneva sullo stesso piano vassalli e valvassori, mentre l'imperatore perdeva un diretto controllo su entrambi. Aumentava, di conseguenza, il ruolo del popolo nelle controversie politiche e nelle rivendicazioni sociali.
A seguito del Capitolare di Quiercy dell'877, Ottone I nel 962 aveva cercato di riaffermare il potere imperiale sui feudatari con il Privilegio Ottoniano e la creazione della figura del vescovo-conte ma, come già sappiamo, lo scontro con il papa impedirà il trionfo del suo progetto. In quest'ottica, nel 1037 la Constitutio de feudis contribuirà all'indebolimento delle prerogative imperiali.
Il testo può essere considerato tra i primi documenti di diritto feudale destinati ad avviare una graduale evoluzione nella conquista delle libertà politiche.
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PRIMA E A SEGUITO DELLA CONCESSIONE IMPERIALE
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