venerdì 18 febbraio 2011

Fratelli d' Italia: la storia, il testo, la musica dell'inno nazionale

post di Alessia Leotta, IV C


Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. 


Inserito dal Quirinale tra i simboli della Repubblica, l'inno nazionale è  insieme un  grido di speranza e un appello accorato all'unione nazionale che due giovani patrioti genovesi, Goffredo Mameli (appena ventenne all'epoca) e Michele Novaro, rivolsero ai "fratelli" con cui si apprestavano a costruire l'Italia.
Dal 12 Ottobre 1946 l’Inno di Mameli è divenuto l’inno nazionale della Repubblica Italiana.

Negli ultimi anni, per la sempre più diffusa propensione alla demolizione e al "revisionismo" della storia nazionale,  parole e musica di questo Inno sono state oggetto di numerose critiche in Italia e non sono mancate le proposte di sostituirlo con altre composizioni risorgimentali o addirittura contemporanee. Bisogna però dire che "Fratelli d'Italia" esprime un sentimento di vera unità nazionale, sottolinea e ricorda una lunga storia comune, spinge, secondo i princìpi del mazzinianesimo, verso l'unione e l'amore in vista del conseguimento di un fine comune. Lo stesso  Giuseppe Verdi non esitò a segnalarlo come canto nazionale.

E oggi, a più di centocinquant’anni dalla sua nascita, con la sincerità dei suoi intenti, con il suo impeto giovanile, con la sua manifesta commozione, l’Inno di Mameli continua a toccare quella corda dentro di noi che ci fa sentire, ovunque siamo, fratelli d’Italia.

Come ignorare l'emozione che queste parole suscitano in noi?

Noi siamo da secoli

Calpesti, derisi,

Perché non siam popolo,

Perché siam divisi.

Raccolgaci un'unica

Bandiera, una speme:

Di fonderci insieme

Già l'ora suonò.
 
L'appello è ancora valido: di questa “fratellanza”, autentica e non solo dichiarata come ideale, abbiamo    oggi tanto bisogno, per continuare a costruire L'ITALIA DEGLI ITALIANI


 







3 commenti:

  1. bel lavoro,davvero interessante!!a volte si ha la presunzione di sapere tutto della propria patria, ignorando le cose basilari che meritano davvero di essere conosciute e meditate, così come l'Inno di Mameli, le cui parole non sono solo tali, bensì cariche di enormi significati e soprattutto di un forte sentimento nazionale!

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  2. Tra gli elementi più importanti da valorizzare nei festeggiamenti del 150° anniversario dell'Unità d'Italia sicuramente va inserito l'Inno Nazionale. Quale brano, meglio di questo, può farci percepire il sentimento patriottico che aleggiava al tempo dei preparativi dell'Unità? La forza e la speranza dei giovani dell'epoca deve essere, a mio parere, continuamente ricordata, e va anche imitata. Oggi si è persa, in parte, l'identità italiana, conquistata dopo lunghe lotte e sacrifici. Riappropriamoci di essa giorno dopo giorno, anche con l'aiuto del nostro amato inno.

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  3. È strano come in Italia si vogliano cambiare quelle poche cose che funzionano!
    L’Inno di Mameli è parte integrante del nostro patrimonio culturale ma noi, troppi intenti a criticare anche cose incriticabili, abbiamo perso il senso intrinseco nelle parole di questo canto, cariche di un forte patriottismo e un amore per la patria che forse nessun italiano oggi sente più.

    E’ questo il nostro problema: si è perso il senso di appartenenza a valori comuni, condivisi da tutti gli italiani. Massimo D'Azeglio disse “fatta l’Italia bisogna fare l’italiani”: sono passati 150 anni, non vi sembra che siamo un po’ troppo lenti in questa costruzione civile?

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