giovedì 9 giugno 2011

Portella della Ginestra: la prima strage di Stato

post di Maria Grazia Le Mura
classe 5 C


Renato Guttuso, Portella della Ginestra


Tre parole, una strage: Portella della Ginestra. Questo avvenimento-chiave della storia siciliana del secondo dopoguerra accadde il 1° maggio del 1947, a  poco più di tre anni dalla caduta del fascismo, nel giorno in cui si riprendeva a commemorare la Festa dei lavoratori.
La guerra si era conclusa da meno di due anni, l'Italia era già una repubblica, nell'Assemblea regionale siciliana le sinistre aveva preso la maggioranza nelle elezioni. La Sicilia sembrava incamminarsi verso giorni più sereni, sperando di lasciare alle spalle gli stenti, i soprusi, l'assenza di libertà.
Invece la festa si trasformò in un dramma, 11 contadini furono barbaramente uccisi, altri furono colpiti e scamparono alla strage, la fiducia del popolo rimase ferita per sempre.

Per le connivenze e per i torbidi e oscuri rapporti venuti a galla tra poteri istituzionali e poteri illegali, Portella della Ginestra può ben definirsi per gli storici la prima strage di Stato, di gravità pari solo a quelle originatesi in Italia in piena strategia della tensione o a quelle realizzate dalla manovalanza mafiosa agli inizi degli anni Novanta.


I testimoni dell'eccidio, gli unici che avrebbero poturo raccontare qualcosa, sono anch'essi morti, spesso  misteriosamente. Il bandito Salvatore Giuliano, invece di essere catturato vivo, viene assassinato a tradimento: forse da Gaspare Pisciotta, forse da Luciano Leggio. E i carabinieri, che all'alba del 5 luglio 1950, mentre il corpo di Giuliano è ancora caldo, con una clamorosa messa in scena vogliono far credere che il bandito sia morto in uno scontro a fuoco, vengono clamorosamente sbugiardati dall'inviato speciale del settimanale L'Europeo, Tommaso Besozzi. Gaspare Pisciotta, arrestato e processato, dalle gabbie del Tribunale minaccia rivelazioni sui mandanti dell'eccidio e sui referenti politici di Giuliano; il risultato è che pochi giorni dopo, il 9 febbraio del '54, anche Pisciotta muore avvelenato da una massiccia dose di stricnina, buona - spiegano i medici legali - per ammazzare un cavallo (da ecorav.it )

Tutta la verità su Portella è ancora da scrivere. Io ho provato a presentare i fatti perchè si possa almeno sapere cosa è avvenuto in quel primo maggio del 1947 alle porte di Palermo.




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