lunedì 2 giugno 2014

viva la repubblica

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
ART 1 della Costituzione Italiana
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La Repubblica, una e indivisibile.
ART 5 della Costituzione Italiana
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La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
ART 12 della Costituzione Italiana


La  forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale (1) (2)
ART. 139 della Costituzione Italiana

Note

(1) La Corte Costituzionale [v. 134] ha esplicitamente individuato nei diritti inviolabili della persona umana [v. 2] dei limiti assoluti al potere di revisione costituzionale: i diritti fondamentali dell'uomo sono soltanto riconosciuti e non creati dalla Costituzione, preesistono, cioè, all'ordinamento e non possono essere modificati dal legislatore costituzionale. La loro inviolabilità (v. 2) è affermata, quindi, anche nei confronti del Parlamento, cioè dell'organo che più di ogni altro rappresenta la volontà popolare: il mito dell'onnipotenza del legislatore, nato con la Rivoluzione francese del 1789, non trova, dunque, più cittadinanza negli Stati contemporanei.
(2) Sempre la Corte ha solennemente affermato, nella sentenza n. 1146 del 1988, che la Costituzione contiene alcuni principi supremi che non possono essere sovvertiti o modificati da leggi di revisione, ricavandone come conseguenza l'assoggettabilità di tali leggi al suo controllo. Tra questi principi vi sarebbero quelli di eguaglianza (v. 3) e di solidarietà (v. 2), la tutela del lavoro (v. 4) e l'unità e indivisibilità della Repubblica (v. 5).


La Costituzione è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà.
Luigi Sturzo, in un discorso al Senato della Repubblica, 27 giugno 1957

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