Quanti di noi hanno avi emigrati in Australia? Quasi tutte le famiglie dell'area ionico-etnea hanno un parente, un amico, un conoscente nel continente "nuovissimo". Per tutto il Novecento, infatti, da Palermo e da Messina, ma anche da Napoli e da Trieste, migliaia di italiani cercarono fortuna a Perth, Darwin, Innsfaill, Brisbane, Sydney. Le grandi piantagioni di canna da zucchero e le fabbriche cercavano manodopera e da noi la povertà incalzava. Con i matrimoni per procura nacquero persino le "navi delle spose", cariche di donne che avevano conosciuto il marito solo in fotografia e lo raggiungevano a nozze ormai registrate. Il governo australiano ha finalmente messo a disposizione una grande banca dati in cui queste persone si possono rintracciare e, in alcuni casi fortunati, è possibile persino oggi contattarle grazie ad un numero di telefono indicato.
Dopo l'archivio virtuale di Ellis Island ecco dunque il
National Archives of Australia
Per iniziare la ricerca basta andare su SEARCH AS A GUEST e poi inserire nome e data di partenza (approssimativa) della persona emigrata. In alcuni casi sono disponibili anche documenti originali da visionare e stampare. Molto ricca la documentazione sui prigionieri di guerra italiani (prisoner of war-internee) per gran parte italiani residenti in Australia portati in campi di raccolta allo scoppio del conflitto e qui detenuti fino alla conclusione delle operazioni.
E' possibile inoltre effettuare la ricerca con i dati delle navi sbarcate a Fremantle e in altri porti dell'ovest australiano tra il 1921 e il 1949; o arrivati all'aeroporto di Perth tra il 1944 e il 1949.
Ricca anche la raccolta di foto delle industrie e delle città dove i nostri conterranei andarono a lavorare e a vivere.
Insomma, proprio l'archivio virtuale che mancava per ricostruire la storia degli italiani d'Australia e, con un po' di fortuna, ritrovare persino il parente lontano di cui non avevamo più notizie.
Pronti per partire?
Pronti per partire?
Segnalateci parenti e conoscenti che avete rintracciato attraverso questo museo virtuale!
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