venerdì 24 agosto 2012

Come muore la cultura oggi in Italia

La probabile morte di una storica biblioteca che conserva una parte preziosa del patrimonio culturale occidentale. Ecco di cosa si tratta in questo post. Non è la trama di "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury ma una nuova amara storia di cultura calpestata e offesa dall'insipienza umana e da una politica distratta, volta a guardare altro e altrove, in questa nostra Italia di fine agosto assediata dal caldo e dall'indifferenza.

Gerardo Marotta tra gli scatoloni della biblioteca sfrattata




"Trecentomila libri, molti dei quali rari, sfrattati da Napoli. Dalla prima edizione italiana dell'Encyclopedie di Diderot e D'Alembert, agli scritti di Giordano Bruno e Benedetto Croce. Rischia di marcire in un capannone preso in affitto a Casoria l'immensa biblioteca dell'Istituto italiano per gli studi filosofici, acquistata dal dopoguerra ad oggi dall'avvocato Gerardo Marotta nelle librerie e dagli antiquari di mezzo mondo. Un patrimonio stimato in dieci milioni.
Un tesoro che Marotta considera preso a calci dalle istituzioni. "I volumi  -  protesta  -  moriranno in un capannone della periferia. È un insulto alla cultura, un assassinio commesso dall'inerzia della Regione. L'amministrazione ha promesso di creare una biblioteca per l'istituto da più di dieci anni. Ho una sfilza di delibere nel cassetto e ora la giunta Caldoro ritratta. È stata una battaglia infinita, mi hanno lasciato solo". Dopo l'addio di Roberto De Simone, che ha portato la sua scuola di musica a Portici, ora anche Marotta lancia il suo j'accuse. Lo fa da un appartamento di viale Calascione dove si trovano 50 mila libri della collezione. Al piano di sotto c'è la sua casa studio affacciata sul golfo. Il resto della biblioteca è sparso invece in altri tredici appartamenti e depositi presi in affitto dall'istituto a Monte di Dio."

"Quanto conta la cultura per la politica?", si chiede affranto Gerardo Marotta.

E' quello che vorremmo sapere anche noi.








di Gerardo Marotta

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