E' il 24 marzo 1944.
335 italiani vengono fucilati, a gruppi di cinque-costretti prima ad inginocchiarsi, a Roma nelle Fosse Ardeatine per ordine del generale Priebke, morto pochi giorni fa, tra i primi a sparare sui prigionieri.
La decisione viene presa dopo l'attentato di Via Rasella contro un presidio nazista nella capitale. Roma occupata resisteva agli occupanti e si difendeva con le azioni dei partigiani. Era la guerra vissuta nella quotidianità della paura e con il forte desiderio-legittimo-di libertà.
Come risposta alla morte dei 33 soldati tedeschi morti nell'attentato, Priebke ne fa uccidere 335.
Non si è mai pentito del suo gesto. Lo ha persino giustificato come ubbidienza ai comandi superiori.
Ecco la sua ricostruzione dell'evento, la sua "versione manipolata" della storia.
La banalità del male ritorna con queste parole, e invita ancora una volta a riflettere sulle nostre responsabilità.
ricordate che questo è stato.....
video-intervista
Nessun commento:
Posta un commento