28 GENNAIO 2020
Milano, 20 gennaio 2020
"Liliana Segre ha parlato ieri agli studenti di Milano e lo ha fatto insegnando loro il significato di parole come paura, disperazione, separazione, fame, ma soprattutto pietà. Quella che ha capito di provare quando, all'eta' di 60 anni, è diventata nonna. E insieme ad essa ha imparato il perdono, grazie a cui è diventata "una donna libera". E solo grazie a quella libertà, infine, è iniziato il suo lavoro di incommensurabile importanza come testimone degli orrori dei campi di sterminio nazifascisti dove fu deportata con il padre dal 1943 fino al giorno della liberazione il 27 gennaio del 1945. "Da nonna - ha detto durante il suo intervento - capii che io ero diversa dai miei carcerieri. Erano persone alle quali sin da bambini era stato insegnato l'odio nei confronti degli appartenenti alle cosiddette razze inferiori. Capii che ero più fortunata io ad essere vittima rispetto a loro che erano carnefici, imparai a provare pena per loro che non sarebbero stati nemmeno in grado di guardare in faccia i loro padri, io che il mio l'ho perso in quei campi. Solo allora capii che oro pronta a essere una testimone. E potevo esserlo solo senza le parole odio e vendetta".
Niente risentimenti quindi per "chi era capace di tutto perché si considerava superiore", così come oggi i bulli: "Sono loro che vanno curati - ha detto ancora Segre - non le loro vittime. La vittima è più forte del bullo ma deve trovare il coraggio di denunciare".
Quindi un appello ai ragazzi, custodi della Memoria, ma non solo: "Voi siete fortissimi. Avete dalla vostra quella gioventù che nessuno vi ridarà più. Basta con questa storia che l'adolescenza va protetta e che dovete vivere in una teca, siete voi che dovete essere forti con i vostri genitori, non aggrappatevi a loro. I vostri genitori hanno i loro problemi, di lavoro, familiari. Siate voi un sostegno per loro".
E ancora, "andate in quei luoghi dove l'orrore è accaduto davvero - ha detto Segre - e andateci senza mangiare a colazione, e senza coprirvi troppo. Solo per avere una lontanissima sensazione di quello che vivevamo noi ogni giorno. Recupererete a pranzo e vi coprirete una volta risaliti sul pullman".
Infine la chiosa: "Molti ci chiedevano perché durante quei mesi tremendi non avevamo posto fine alle nostre agonie uccidendoci. Io rispondo sempre che a tenerci in vita era proprio il nostro amore per la vita. Anche se tanti mi augurano di morire presto, e vista la mia età so che questo accadà, io amo la vita e mi dispiace lasciarla" ha concluso Liliana Segre.
Quindi un appello ai ragazzi, custodi della Memoria, ma non solo: "Voi siete fortissimi. Avete dalla vostra quella gioventù che nessuno vi ridarà più. Basta con questa storia che l'adolescenza va protetta e che dovete vivere in una teca, siete voi che dovete essere forti con i vostri genitori, non aggrappatevi a loro. I vostri genitori hanno i loro problemi, di lavoro, familiari. Siate voi un sostegno per loro".
E ancora, "andate in quei luoghi dove l'orrore è accaduto davvero - ha detto Segre - e andateci senza mangiare a colazione, e senza coprirvi troppo. Solo per avere una lontanissima sensazione di quello che vivevamo noi ogni giorno. Recupererete a pranzo e vi coprirete una volta risaliti sul pullman".
Infine la chiosa: "Molti ci chiedevano perché durante quei mesi tremendi non avevamo posto fine alle nostre agonie uccidendoci. Io rispondo sempre che a tenerci in vita era proprio il nostro amore per la vita. Anche se tanti mi augurano di morire presto, e vista la mia età so che questo accadà, io amo la vita e mi dispiace lasciarla" ha concluso Liliana Segre.
“Siamo noi la sua scorta, tutta la scuola si onora di essere la scorta contro ogni rigurgito negazionista e fascista e contro ogni odio e nella difesa della Costituzione italiana”, ha spiegato la ministra Azzolina, nel discorso di apertura dell’incontro riferendosi alla senatrice, a cui a novembre è stata assegnata la scorta.
“Nella storia di Italia c’è uno spartiacque: le leggi razziali del 1938. C’è un prima e un dopo, oggi l’Italia è un Paese che ripudia la guerra e la dittatura. Le leggi razziali furono leggi criminali, dopo quelle leggi fu l’abisso dei campi. Agli studenti e ai giovani dico: non sottovalutate mai la potenza dell’odio, imprimete nella mente le parole che ascolterete oggi e fatene un faro e una guida – ha aggiunto -. Dovete essere consapevoli, fieri e grati di essere qui oggi. Il pericolo dell’odio riemerge quando si usa un linguaggio aggressivo, anche sui social.
Nessun commento:
Posta un commento