giovedì 3 febbraio 2011

Riflessioni sul film NOI CREDEVAMO

Il Risorgimento raccontato dal basso



post di Alessia, Rosita, Alessandra, classe IV C


Domenico, Angelo e Salvatore sono tre ragazzi del sud Italia che decidono di affiliarsi al movimento Mazziniano, indignati per la violenta politica repressiva dei Borboni nei confronti delle insurrezioni popolari. I tre amici, inizialmente uniti da un comune ideale, saranno divisi da differenti destini tragici. Uno rimarrà coerente agli ideali d’indipendenza e libertà fino alla fine, consumando la propria esistenza nel nome della propria causa; un altro morirà per mano di un amico, vittima di diffidenza e pregiudizio; il terzo corromperà le proprie idee politiche e patriottiche percorrendo la via dell'assassinio politico e del plateale gesto risolutore. Le vite dei tre protagonisti, sconosciuti ma rappresentativi delle vicissitudini di tanti patrioti, s’intrecciano con le biografie di alcuni tra i personaggi più importanti della storia italiana: Giuseppe Mazzini, Francesco Crispi, Felice Orsini, Sigismondo Castromediano, Carlo Poerio, Cristina di Belgiojoso.

Noi abbiamo scelto questa recensione del film, tra le tante proposte nel web


E' possibile leggere e scaricare lo schoolbook, ricco di informazioni storiche sul periodo e profili biografici dei protagonisti e di alcune figure politiche del Risorgimento su




5 commenti:

  1. "Noi credevamo" narra le vicende del Risorgimento attraverso gli occhi del narratore, Domenico. Egli, assieme ad Angelo e Salvatore, si è unito ai membri della Giovine Italia per partecipare attivamente al processo di unificazione. I fatti narrati sono divisi in quattro episodi: Le scelte, Domenico, Angelo, L'alba dell'Italia Unita, e ciò favorisce la comprensione del fim, perchè aiuta a distinguere i vari avvenimenti che alla fine costituiscono un fitto intreccio. A mio parere il film è un po' difficile da seguire, in quanto nella dettagliata descrizione della storia spesso si perde di vista il punto centrale, arrivando a confondere un po' le idee. Inoltre, questa pellicola da un alto evidenzia le diffidenze di molti a proposito dell'unificazione, e dall'altro lato riprende l'entusiasmo dei contadini e dei giovani che credevano davvero in un' Italia migliore. Penso che la visione di "Noi credevamo" sia stata utile per mostrarci che combattere degli ideali rende la nostra vita migliore.

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  2. Film a tratti avvincente e coinvolgente, a tratti lento e faticoso da seguire. Tuttavia, capace di scavare nell'inconscio complessivo e di porci di fronte ad una incerta, traballante identità nazionale. Lo spirito di sacrificio del popolo, la paura, il carcere, la clandestinità e le disillusioni politiche fanno da contorno al contesto storico risorgimentale e ci rendono partecipi della difficile nascita di una Patria comune, nonostante le fratture tra nord e sud.

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  3. "Noi credevamo" è certamente un film dalle grandi ambizioni perchè il desiderio del regista sembra infatti tanto offrire un quadro storico dell'epoca risorgimentale, quanto scendere nel dettaglio dell'esperienza di quegli uomini comuni che il Risorgimento lo hanno vissuto realmente.Strumento di questa analisi storica sono i tre protagonisti: i fratelli Domenico e Angelo e il giovane popolano Salvatore amici sin dall'infanzia. Essi sono diversi in tutto anche se accomunati dal forte senso patriottico che li spinge a unirsi giovanissimi a "La giovine Italia" di Mazzini. Domenico è il puro esempio di uomo che lotta fino alla fine per le sue idee e che ha cieca fede nella repubblica.
    Un invito a credere oggi nel futuro anche se immersi in un difficile presente.

    Postato da Loredana

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  4. Il film “Noi credevamo” del regista Mario Mortone riprende la tematica dell’Italia Risorgimentale. Un argomento a noi molto vicino essendo questo il 150 anniversario dell’Unità d’Italia. Vengono narrate le vicende di tre giovani ragazzi, Domenico,Angelo e Salvatore,che ispirati dall’ideale mazziniano diventano volontari del movimento politico della Giovine Italia. Le storie dei tre però prenderanno pieghe diverse e interagiranno con personaggi realmente esistiti come Mazzini,Crispi e Cristina Belgiojoso (che inizialmente avrà una relazione con Angelo).
    Dopo aver rinnegato Mazzini ed essersi uniti al gruppo di Felice Orsini, Angelo e i suoi compagni verranno scoperti mentre sono in procinto di attuare un attentato nei confronti dell’imperatore Napoleone III. L’attentato provocherà solo vittime innocenti e gli attentatori (tra cui gli stessi Angelo e Orsini) verranno giustiziati.
    L’unico dei tre a sopravvivere fino alla fine del film sarà Domenico,che dopo essere stato incarcerato ed aver partecipato all'impresa d'Aspromonte con Garibaldi insieme al figlio di Salvatore, rimarrà deluso dalle divisioni che ancora lacerano gli italiani, per un sud non ancora completamente accettato nell'unione, e italiani che sparano su altri italiani. Il film,nonostante la durata, mi è piaciuto veramente molto.Sono stato veramente colpito dall’amore dei personaggi per quegli ideali per cui erano disposti a dare la vita.Oggi nessuno credo lo farebbe,perché gli ideali sono mutati, ma mi piacerebbe ritrovare la forte passione politica di quel tempo tra i giovani per andare verso un paese migliore.
    (Sorbello Marco IVD)

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  5. “Noi credevamo” è un film di Mario Martone incentrato sul Risorgimento italiano. Il regista non si concentra solo nella successione delle vicende, ma focalizza i sentimenti e l’esperienza degli uomini comuni che hanno vissuto quell'epoca. Sicuramente è un film di grande importanza culturale e commemorativa, ma troppo lungo nel contenuto e troppo originale nelle struttura. Infatti il film è diviso in quattro parti, e ciò può portare lo spettatore alla distrazione. Personalmente devo dire che la lunghezza eccessiva della storia, causata anche dal notevole numero di eventi da raccontare, mi ha portato talvolta a perdere il punto centrale della situazione. L’ultima frase del film, “ noi credevamo”, che appunto riprende il titolo del film, dovrebbe riassumerne il contenuto, e riportare lo spettatore al valore degli ideali, nonostante inevitabili delusioni, nell'impegno civile dell'uomo.

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