lunedì 21 marzo 2011

Mazzini, Cavour, Garibaldi

post della classe IV B

L’unificazione italiana,nel suo periodo culminante, è soprattutto opera di tre grandi protagonisti: Cavour, Mazzini e Garibaldi. Essi, sebbene discordi e irriducibili avversari ideologicamente e politicamente, di fatto furono reciprocamente necessari, fino al punto che l’opera di ciascuno di essi sarebbe stata vana o impossibile senza quella degli altri.
Parliamo dunque di questi grandi protagonisti:





Giarre ricorda, tra i giovani poeti e patrioti dell'epoca, Giuseppe Macherione


Il poeta Giuseppe Macherione (Giarre, 22 marzo 1840 – Torino, 22 maggio 1861) studiò presso l’Oratorio dei padri filippini di Giarre, dove imparò il latino e il francese; la sua adolescenza fu sconvolta dalla morte del fratello, annegato in mare a Catania durante un bagno. In seguito anche la morte della madre contribuì a segnarlo nel carattere.
Frequentò poi l'università di Catania, dove strinse amicizia con Luigi Capuana, che lo ricordò nella sua opera Per l'arte. Entusiasmato dalle idee risorgimentali, nel 1861, nonostante la salute precaria, si recò a Torino, prima capitale del Regno d'Italia, dove morì a soli 21 anni.

Indicazioni bibliografiche

Giuseppe Macherione: poeta della patria, 1840-1861.
Poesie e prose scelte
Editore F. Le Monnier, 1932, 152 pagine









1 commento:

  1. Sfogliando i libri di storia sarà facile incontrare i nomi di Garibaldi, Cavour e Mazzini come eroi del Risorgimento, ma non è sempre menzionato il fatto che erano di ideologie totalmente differenti, e se avessero potuto eliminarsi a vicenda, lo avrebbero fatto volentieri (basti pensare alla reazione di Cavour quando si seppe del tentativo di Garibaldi di raggiungere Roma senza il suo consenso). Credo che sia importante soffermarsi sulle differenze che caratterizzavano questi personaggi, perchè, in fondo, l'unità si ottiene anche grazie alla diversità: se ci fosse stata una omogeneità di idee e nessuna differenza tra i politici, il nostro Paese sarebbe stato unito così facilmente? Io penso di no. La peculiarità della nostra storia è che è espressione di scelte contrastanti: dalla politica a sfondo religioso di Mazzini alle scelte strategiche di Cavour, fino all'impulsività di Garibaldi, questi uomini riuscirono ad infiammare gli animi di migliaia di italiani grazie ai loro metodi diversi, che però miravano ad un obiettivo comune. Il valore della diversità è da evidenziare anche oggi, in quanto è di fondamentale importanza ricordare che la bellezza delle cose spesso sta nella loro singolarità, e sarebbe inutile, e a mio parere anche noioso, vivere in una società dalle idee appiattite.

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