martedì 29 maggio 2012

LA CHIESA DA PIO XII A BENEDETTO XVI


La crisi che sta attraversando la Chiesa ha origini antiche e, per evidenti aspetti, inevitabili. La gestione di un potere economico enorme e multiforme (dal patrimonio edilizio a quello artistico attraverso quello bancario e finanziario) si è sempre accompagnata per necessità di essere alla sua fondamentale opera ecumenica e spirituale che, proprio sul terreno dei beni mondani, ha al contempo invitato il credente alla distanza consapevole (e sofferta) in vista dell'obiettivo metafisico dell'abbandono al giudizio divino. Proprio questo complicato intreccio, non privo di palesi contraddizioni proprio perchè più umano che divino, tra aspetti materiali e spirituali dell'esistenza umana, ha reso sin dalle origini la Chiesa l'istituzione mondana più difficile da governare.

Al pontefice (da pontifex, pontem facere cioè costruttore di ponti) è stato chiesto il compito di costruire il grande edificio di Cristo per raggiungere gli uomini ( quel paradosso che, secondo Kierkegaard, accompagna il cristianesimo) attraverso, di volta in volta e in base alla persona designata,  il potere, la diplomazia, il carisma personale. E i vari pontefici, chiamati ad essere per questo  innanzitutto uomini anche se in aura di santità, non sono riusciti ad evitare le crisi che al mondo degli uomini fondamentalmente appartengono.

Interessante questa ricostruzione proposta da Eugenio Scalfari su Repubblica del 27 maggio per capire la lunga crisi della Chiesa dagli anni del fascismo ad oggi attraverso le figure dei pontefici che l'hanno guidata.





da Repubblica del 27 maggio 2012

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