domenica 16 settembre 2012

Omaggio a Roberto Roversi



Accendere una sigaretta (fumata dopo sei anni)

il potere agli operai e ai contadini

– si elidono a vicenda sopraffatti

da queste contraddizioni che non distinguono

fra la necessità e il bisogno, fra chi

(si può dire) di una corda che si sfilaccia

trattiene il bandolo e colui che esautorato esausto

si lascia colpire dal canapo alla faccia.

L’affare è grave e merita considerazione

Oggetto di ogni disputa, nel caldo della stanza

mentre fuori si apre al mondo

distrutto dall’acquazzone

e rigurgita una cloaca con la gola di vacca

e si fa notte fra i lampi

e una pietà di noi si distende sopra le forme immobili

(con noi) nell’attesa perfida dello spettacolo

– la consumata mente, l’usura, il sillogismo,

il calembour sul titolo di chi si compiace al caffè –

è

la fine del mondo, un’arca ribaltata,

sulle pianure le ossa della città

– allora tu dici che il momento del contrasto

si invera in una nuova necessità: (questo è il punto),   ognuno di noi che sediamo

sillogizza ma non opera, la disputa si fa arcaica

e tutti noi (il giro del dito è ampio)

degradiamo nella mistificazione.

Accendere una sigaretta.

Sono anni bui o sono anni nuovi?

Per la verità credo che il buio

sia il buio arcigno tetro gelido perfetto

che sia una luce nuova.  


da Le descrizioni in atto, V
 
di

Roberto Roversi (1923-2012)

partigiano, poeta, intellettuale

2 commenti:

  1. Bellissimi i versi citati. Mi hanno copito soprattutto questi:

    "ognuno di noi che sediamo

    sillogizza ma non opera, la disputa si fa arcaica

    e tutti noi (il giro del dito è ampio)

    degradiamo nella mistificazione.

    Accendere una sigaretta.

    Sono anni bui o sono anni nuovi?

    Per la verità credo che il buio

    sia il buio arcigno tetro gelido perfetto

    che sia una luce nuova ".

    Parole che somigliano tanto alle pietre.

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  2. Francesco ha proprio ragione. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità e superare l'allettante e rassicurante maestria delle parole. Il mondo ha bisogno di azioni, di opere, di interventi reali. Della nostra buona e forte volontà.

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