«… l’uomo, sopraffatto per secoli dall’ansia di un mondo ultraterreno, che incombe su di lui, assorbito nella comunità cittadina, scopre i valori umani, la gioia, la bellezza, la libertà, che riconosce nelle espressioni della grande civiltà del passato: la quale perciò appunto diventa il segno delle sue aspirazioni e la nuova vita della sua vita».
Federigo Enriques
Acquista cosa nella tua gioventù che ristori il danno della tua vecchiezza.
E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza,
adoprati in tal modo in gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento
Leonardo da Vinci
homo faber fortunae suae
L’ideale di uomo che viene elaborato nel primo Umanesimo fiorentino, detto umanesimo civile, è quello di un uomo fatto di corpo e anima.
Questo ideale non è anti-religioso, anzi il più delle volte gli umanisti hanno una visione cristiana della vita, ma essi rifiutano le componenti ascetiche, il disprezzo della vita terrena, il dominio del giudizio divino sull’uomo del cristianesimo medievale.L’uomo “artefice della propria fortuna” è un uomo impegnato a soddisfare i suoi bisogni materiali senza sensi di colpa, a ricercare la felicità terrena, a conoscere il mondo in modo razionale, libero da pregiudizi, impegnato nella vita pubblica del suo tempo, utile agli altri uomini.
di Gaetano Grasso, 3 A
Umanesimo, filologia e laicizzazione
RispondiEliminaL'Umanesimo fu un processo di rinnovamento culturale che si affermò dal XIV al XVI secolo nell'Europa Centrale. Non vi era più una centralità divina bensì un antropocentrismo, la centralità dell'uomo. L'iniziatore dell'Umanesimo fu Francesco Petrarca, il quale propose un ritorno allo studio degli autori antichi: vi fu così la riscoperta del mondo classico. Il primato nella cultura e nella società non era più occupato dalla religione ma dal modello classico, nacque la filologia (l'amore per testi antichi),una scienza che consente di ricostruire un testo quanto più possibile vicino all'originale. Il fondatore fu Lorenzo Valla, celebre per aver riconosciuto la non validità della Donazione di Costantino, un documento che prevedeva la cessione delle province occidentali allo Stato della Chiesa. Per laicizzazione intendiamo la capacità di pensare autonomamente da un credo religioso.
Con la laicizzazione la politica, la scienza e la storia venivano valutate indipendentemente da qualsiasi considerazione religiosa.
Edoardo Sgroi, Veronica Bindi, Rosario Fragalà, Maria Rita Puccio
L'età Rinascimentale
RispondiEliminaIl concetto di Rinascimento fu elaborato dai pensatori del 1300 e 1400 che avevano la consapevolezza della differenza tra la loro età contemporanea e il medioevo, che li separava dall'età classica. Il praesens tempus, è l'età contemporanea nella quale si sviluppa l'umanesimo e il rinascimento. La media aetas, letteralmente l'età di mezzo, corrispondente al medioevo, era considerata epoca barbara e oscura che aveva interrotto lo sviluppo della società. Il carattere "eccezionale" del Rinascimento si ebbe grazie alle innovazioni nei campi artistici, scientifici, filosofici, medici e politici, con diversi interpreti. I fattori che hanno reso possibile la fioritura rinascimentale furono:
1) La libertà comunale che fu d'aiuto allo sviluppo nel campo dell'inventiva e creatività;
2) L'alta concentrazione di attività artigianali e industriali, poiché la maggior parte degli artisti proveniva dallo strato degli artigiani;
3) La spinta alla produzione artistica proveniente anche dalla committenza, perché istituzioni come chiese, monasteri e signorie investivano in edifici, in opere d'arte di pregio che testimoniavano la loro ricchezza e potere;
4) Lo studio del diritto romano, che rese familiari agli uomini la frequentazione del mondo antico e della sua lingua;
5) Le biblioteche italiane, che contenevano copie di opere di autori antichi in quantità maggiore rispetto alle biblioteche di altri paesi.
Foti Lorenzo, Impieri Daniel, Impieri Dennis; Ruello Giacomo. 3A
Il Rinascimento fu una corrente artistica e culturale sviluppatasi in Italia dalla fine del 1300 con una rinascita delle arti e del pensiero, espressioni che erano state trascurate nel Medioevo. Tra le ragioni che portarono alla nascita di questo movimento in Italia sono significative la libertà repubblicana, propizia all’inventiva e alla creatività artistica, la presenza di attività artigianali, da dove proveniva la maggior parte degli artisti, la committenza, che favorì sia i finanziatori che gli artisti, l’alto livello di studio del diritto romano e la maggiore presenza nelle biblioteche italiane di opere di autori antichi. Inoltre l’èlite creativa proveniva per la maggior parte dalle signorie del Nord della penisola, che erano composte da elementi di estrazione medio-alta. La classe degli artisti e degli artigiani conobbe una parziale rivalutazione del proprio lavoro, data dalla scomparsa di antichi pregiudizi e dall’ascesa della loro posizione sociale.
RispondiEliminaIvana Anastasi, Carlo Baldelli, Alfio Gallo, Cecilia Sicali. 3A
«Umanesimo: dal buio alla luce»
EliminaIl termine "umanesimo" deriva da "humanitas" («Sono un essere umano, niente di ciò ch'è umano ritengo estraneo a me» - Terenzio), cioè il rendersi partecipe della condizione
umana e dei suoi valori, dissociandosi dall'idea teocentrica medievale.
Petrarca ne è considerato l'iniziatore, in quanto è il primo che inizia la ricerca dei testi classici studiandoli da un punto di vista laico, oggettivo e antropocentrico.
Dopo di lui, molti furono gli studiosi che analizzarono classici sotto questa prospettiva, ricercandoli nei vari monasteri d'Europa: tutto ciò portò ad un nuovo studio,
quello della filologia.
Mentre nel periodo medievale i testi studiati erano principalmente latini, nell'umanesimo si ebbe una riscoperta della cultura e dei classici greci, grazie all'influsso
di eruditi greci che fuggivano dai territori bizantini a causa della minaccia turca.
Questo periodo portò alla rottura dello schema ideale intellettuale del medioevo, con il fenomeno della laicizzazione e dell'antropocentrismo.
Sofia Russo, Grasso Gaetano
Alessandro Rollo, Matteo la Rosa.
Trasformazione culturale
RispondiEliminaL'università del XV secolo conservava molti elementi in comune con quella delle origini, quali ruolo e struttura organizzativa, nonostante le innovazioni stavano portando ad una lenta trasformazione. Crebbe il numero dei centri universitari e le libertà di questi subirono drastiche limitazioni.
Nella produzione della cultura si affiancarono ad esse le corti come centro di elaborazione culturale; principi, signori e pontefici si circondarono di artisti per ragioni di prestigio e di gusto.
Il mecenatismo svolgeva una funzione politica ben precisa: dava lustro e prestigio alla propria casata. Allo stesso tempo si assiste alla nascita delle accademie, sorta di cenacoli nei quali gli studiosi si riunivano per discutere e confrontarsi. L'accademia differiva dall'università in quanto non proponeva un corso di studi rigido e regolamentato.
Denise Saccà, Simone Cavallaro, Martina Cavallaro, Dalila Restifo. III A