sabato 16 aprile 2011

Sui fatti di Bronte: quello che Verga non scrisse

post della prof.ssa  Carmela Turnaturi

Nel maggio del 1860 Garibaldi sbarcò a Marsala per unire il Regno delle due Sicilie al Piemonte. A “sostegno” dell’impresa dei Mille e richiamando i Decreti di Garibaldi sulla terra che sembravano promettere una rivoluzione economica e sociale, moti si scatenavano in diverse aree della Sicilia (Biancavilla, Alcara Li fusi, Bronte).

Nella fretta di completare la conquista dell’Isola e invadere il Regno di Napoli, lo stato maggiore garibaldino non si soffermò a considerare la natura di quelle insurrezioni, liquidandole come reazionarie e filoborboniche e, in ogni caso, come un ostacolo al programma patriottico.

A Bronte, nel catanese, una rivolta popolare fu rapidamente soffocata nel sangue da Nino Bixio con l'ordine di fucilazione per Nicola Lombardo, Nunzio Sampieri, Nunzio Longhitano Longi , Nunzio Spitaleri Nunno, Nunzio Ciraldo Frajunco.
Ho proposto agli studenti della 3 B di riflettere sulla vicenda, ancora oggetto di un vivace dibattito sul ruolo e il comportamento dell'esercito garibaldino in Sicilia. Ecco la loro risposta:






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