martedì 26 giugno 2012

Cantata per la festa dei bambini morti di mafia


Ancora sulla mafia.


CANTATA PER LA FESTA DEI BAMBINI MORTI DI MAFIA

La professoressa Gabriella Gullotta mi ha fatto conoscere una cantata assai singolare. Scritta da Luciano Violante (e già qui vi è una sorpresa poichè siamo abituati a leggere dell'autore testi di diritto e saggi politici), questa  "forma di racconto tipica del Mezzogiorno d'Italia" mette al centro delle vittime di mafia, tutte evocate per nome, per impegno, per circostanza di morte, i bambini e la loro innocenza assoluta. Così discorso politico e indignazione civile, affidandosi a sentimenti elementari quali amore, sofferenza, solidarietà, senso di giustizia, riportano a nudo  l'offesa all'umanità che la mafia rappresenta. Attorno a questi bimbi sono gli adulti, donne e uomini, a creare una festa fatta di amore e speranza. Un messaggio corale che vuole essere insieme denuncia incessante del male e appello alla coscienza civile.

Dal breve testo (meno di 60 pagine) edito da Boringhieri  è stata tratta anche una rappresentazione teatrale.


Riportiamo  alcuni versi dedicati a Palermo ( 21, pag 46):

Palermo di sete e di sangue

Palermo di odi

Palermo di forza

Palermo di intelligenza

dove le stesse mani ormai grigie a partire

da Cassibile tessono trame

di soldi di potere di sangue

Palermo mediterranea e normanna

Palermo araba e fenicia

Palermo dove le donne hanno gli occhi

del Principe dei fiori di giglio

e fianchi delle korai

Palermo dove Micene e Madrid si sono sposate

lasciando poi che la prole marcisse

Palermo dove le stesse mani a partire

da Cassibile tessono trame di affari

e di sangue

quando finirai di schiacciare i tuoi figli

quando finirai di consegnarti nelle mani

dell'ultimo dei venuti per poi masticarlo

lentamente e sputarlo via

con un sorriso sottile

aspettando il prossimo da osannare e da masticare

pensando di essere furba

quando finirai di vendere i tuoi figli che hanno

capito e che possono ancora capire

e che perciò vanno uccisi

da Roma dove ti usano arrivano gli ordini

ma tu Palermo superba e ingenua esegui

e fingi di non capire

dove comincia il servo e finisce il padrone

non festeggiare Palermo questo tuo buio potere

che ride e trionfa non vive dentro le tue strade

né conosce il tuo cuore

né disegna il tuo futuro.

Salva i tuoi figli Palermo,

prima che cadano tutti

Salva i tuoi figli Palermo

prima di trasformare l'intera Sicilia

in una gigantesca cripta dei cappuccini

piena di cadaveri secchi.

Così cantava il vento tra i carrubi e gli ulivi

la notte orribile di Capaci.




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