sabato 23 giugno 2012

Un libro da leggere: UOMINI SOLI


Segnaleremo da questo momento nel blog alcuni testi che potranno farci compagnia durante le vacanze estive, sempre nell'ottica di una formazione storica e civile.

La prima indicazione è riservata ad UOMINI SOLI, di ATTILIO BOLZONI



UOMINI SOLI non è solo il racconto-memoria dedicato da Attilio Bolzoni a quattro grandi vittime di mafia (Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino) e a tutti i morti di una lunga guerra civile combattuta in Sicilia in tempi di benessere e potere. Questo libro è la tragedia di una Palermo assediata, di  un’isola che ancora non riesce a progettare un futuro di libertà positiva, il dramma di quattro esistenze che hanno lasciato al dovere la scelta della loro sorte, incapaci di barattare l’onestà e la coerenza con la sicurezza del denaro e della connivenza con la mafia e la politica. Si legge col fiato sospeso dalla prima riga all’ultima e, anche se i fatti sono già per gran parte noti, ogni volta che si gira pagina si sente quasi mancare l’aria, un vuoto si apre dentro e prepara ad altre assenze. La solitudine professionale ma soprattutto l’isolamento morale dei quattro uomini di Stato in guerra con la mafia e col potere dei forti si percepisce come condizione d’esistenza, come vissuto personale, tragedia dell’essere. Ma ci aiuta anche a capire meglio la storia di una terra bellissima e difficile.

Kant sosteneva che seguire il dovere non comporta l’indicazione puntuale di ciò va fatto, ma è la forma del nostro agire, l’intenzione costante del nostro operare con gli altri. Non sempre sono giuste le leggi di uno stato (anche se le dittature cercano di farcelo credere) ma sarà sempre giusto l’uomo che saprà rispettare l’umanità cha ha accanto ogni giorno, e in questo-solo in questo- le leggi avranno anche un valore morale. La Torre, dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, kantiani lo sono stati fino in fondo perché hanno sempre guardato all’uomo cercando la protezione della legge.

Ecco perché questo libro è assolutamente da leggere: perché dal racconto e dalla memoria sa consegnarsi al bisogno di giustizia che ci lascia, specie qui in Sicilia, ancora assetati, affamati, angosciati. (G.M.)



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