venerdì 17 aprile 2015

la seconda guerra mondiale



presentazione generale


dalle cause alle conseguenze




10 giugno 1940, l'ingresso in guerra dell'Italia, 1 minuto

"Studiare questo percorso di storia, e di storie umane, fra il settembre del 1939 e l'aprile del 1945,sarà un modo per rivedere, e per restare ancora una volta sbigottiti, forse increduli. Ma per chi non la conosce, per le generazioni che non l'hanno studiata a scuola dove molto poco la si insegna forse perché il ricordo fra i vivi è ancora troppo rovente e irrisolto, per chi ne ha visto soltanto al cinema o in televisione versioni condite con la salsa di pomodoro invece del sangue, questo viaggio sarà l'occasione per scoprire qualcosa che forse non molti giovani sanno. Scoprire che da quelle rovine è nato ciò che noi oggi siamo.

Sono nate tante delle cose che usiamo nella vita quotidiana. Le onde radar che scaldano la minestra nei microonde. I motori a reazione che spingono gli aerei sui quali viaggiamo. Le radiazioni usate per curare malattie. La diffusione delle fibre sintetiche lanciate con milioni di paracadute e divenute calze o camicie. L'impiego di massa degli antibiotici o l'applicazione bellica dell'energia nucleare che tiene sotto minaccia di olocausto atomico la terra con arsenali ancora oggi giganteschi o con spettri di attacchi terroristici. E quei computer che nella guerra segreta della crittografia trovarono un'incentivazione furiosa.

Ma più ancora delle cose, dalla guerra più guerra nella storia sono nate, insieme con la nostra Repubblica, le istituzioni nelle quali abbiamo vissuto non sempre e non tutti in prosperità, ma sempre in pace, proprio dove lo sterminio era cominciato ed era stato più atroce: qui, nella nostra civilissima Europa. Oggi che le delusioni per la promessa della pace e della unità europea fanno riaffiorare sentimenti e rancori che della Grande Guerra dei Trent'anni 1914-1945 furono la matrice, e gli anticorpi generati dalla resistenza nelle nazioni occupate si affievoliscono come la salute degli ultimi reduci, tornano brividi e pulsioni favorite dalla dimenticanza. Parole come "territorio", "identità", "razza", "sacri confini", "sporchi stranieri", "nazionalismo" o addirittura "fascismo" che erano state riposte nel cassetto con uniformi, camicie, distintivi, saluti, riacquistano corso legale nel discorso collettivo. L'illusione che le atrocità del XX Secolo fossero piovute dal cielo sulla testa di bravi e onesti cittadini trasformandoli nei demoni di Birkenau, delle stragi staliniane, delle leggi razziali, delle foibe del Carso, di Sant'Anna di Stazzema, ignora che quanto accadde non fu né follia né l'opera di alieni. Fu costruita un giorno dopo l'altro, un uomo e una donna dopo gli altri, come un organismo che si ammala, cellula dopo cellula. Scientemente. Razionalmente...."






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