giovedì 2 novembre 2017

nascono gli Stati Uniti d'America

La firma della Dichiarazione di indipendenza americana, il 4 luglio 1776


[...] Noi abbiamo inviato petizioni, redatte nei termini più umili, chiedendo
la riparazione dei torti subiti; le nostre ripetute petizioni non hanno ricevuto altra risposta che
ripetute offese. Un Sovrano, il cui carattere è contraddistinto da tutto ciò che può definire un Tiranno,
non ha diritto a governare un popolo libero.
Né abbiamo mancato di usare ogni attenzione nei confronti dei nostri fratelli inglesi. Li abbiamo
ammoniti di volta in volta circa i tentativi del loro Corpo legislativo di estendere su di noi una giurisdizione
illegittima. Abbiamo rammentato loro le circostanze della nostra emigrazione e del nostro
insediamento in questa terra. Abbiamo fatto appello alla loro magnanimità ed al loro innato senso di
giustizia, e li abbiamo scongiurati, in nome dei vincoli dovuti alla nostra comunanza di sangue, di
sconfessare quelle usurpazioni che avrebbero finito inevitabilmente per recidere i nostri rapporti e la
nostra collaborazione.
Anch’essi tuttavia sono stati sordi alla voce della giustizia e della consanguineità. Noi dobbiamo
pertanto piegarci alla necessità di dichiarare la nostra secessione e di considerarli, così come consideriamo
il resto dell’umanità, nemici in guerra ed amici in pace.
Noi, pertanto, rappresentanti degli Stati Uniti d’America, riuniti in Congresso generale, appellandoci
al Supremo Giudice dell’universo quanto alla rettitudine delle nostre intenzioni, solennemente
proclamiamo e dichiariamo, in nome e per autorità dei buoni Popoli di queste Colonie, che queste
Colonie Unite sono, e devono di diritto essere Stati liberi e indipendenti; che sono disciolte da ogni
dovere di fedeltà verso la Corona britannica e che ogni vincolo politico fra di esse e lo Stato di Gran
Bretagna è e dev’essere del tutto reciso; e che quali Stati Liberi e Indipendenti, esse avranno pieno
potere di muovere guerra, di concludere la pace, di stipulare alleanze, di regolare il commercio, e di
compiere tutti quegli altri atti che gli Stati Indipendenti possono di diritto compiere. E a sostegno della
presente Dichiarazione, con ferma fiducia nella protezione della Divina Provvidenza, noi offriamo
reciprocamente in pegno le nostre vite, i nostri averi ed il nostro sacro onore.

leggi tutto:



Esercizio: rispondi dopo avere letto il documento:


  • chi scrive il testo?
  • cosa si critica nell'operato del sovrano inglese?
  • cosa si propone per correggere gli errori del monarca?
  • con quali argomenti si giustifica la separazione dalla Gran Bretagna?
  • a chi si affidano gli estensori del testo per la decisione presa?
  • a quali documenti e metodi di analisi già studiati ti riporta  la struttura del documento?


una rivoluzione in atto:

1773-1787


Dall'inizio del 1700 l'Inghilterra aveva consolidato la propria egemonia come potenza coloniale, allargando i propri domini anche sui territori del Nord America. Spinti da una situazione di crisi politica e religiosa, molti inglesi si convinsero a lasciare la madrepatria e tentare la fortuna attraversando l'Atlantico.
Dissidenti politici, minoranze religiose perseguitate in patria ( come i puritani), avanzi di galera o semplicemente uomini in cerca di avventura: i coloni si differenziavano notevolmente tra loro per estrazione culturale, economica e religiosa.
La fine della guerra dei Sette Anni (1756-1763) aveva cancellato in modo definitivo le ambizioni di dominio della Francia sull'America, mentre l’impero britannico si era esteso a tutto il Canada e ai territori ad est del Mississippi.

Per riprendersi dalle spese affrontate nel conflitto con la Francia, la Gran Bretagna introdusse nuove tasse nelle colonie americane e il monopolio commerciale, scatenando le reazioni dei coloni, ormai da tempo organizzati in assemblee legislative autonome e insofferenti per le continue pressioni inglesi.

Le colonie inglesi erano tredici che possono essere schematicamente raggruppate in tre macro-aree: 
  1.  4 partendo da nord, la Nuova Inghilterra ( la c.d. New England)- con Rhode Island, New Hampshire, Connecticut, Massachusetts- dove vivevano i discendenti dell'antica emigrazione religiosa; 
  2. 5 al centro le colonie atlantiche ( il Mid-Atlantic) - Maryland, Delaware, New Jersey, Pennsylvania, New York - in cui gli inglesi si erano frammischiati con gli eredi dei coloni tedeschi, olandesi, irlandesi che erano sbarcati su queste coste nel Seicento; 
  3. 4 infine le colonie meridionali- Carolina del Nord, Carolina del Sud, Georgia, Virginia - in cui aveva preso piede un'aristocrazia agricola fedele alla Chiesa anglicana e che, per la coltivazione delle terre, faceva massiccio uso di schiavi neri provenienti dal continente africano.



LE TAPPE DELL'INDIPENDENZA
di Marika Vasta, 4 G


mappa di Lorenzo Sgroi, classe 4 G




infine.....



DIVISIONE DEI POTERI NELLE DUE CARTE COSTITUZIONALI

RICERCA E SPIEGA IL SIGNIFICATO DI:

repubblica parlamentare
repubblica presidenziale
repubblica semipresidenziale

SPIEGA LA DIFFERENZA NELLE DUE CARTE
(con riferimento agli articoli della Costituzione italiana) TRA:

elettorato attivo e passivo
durata delle cariche
poteri del presidente della repubblica
poteri del parlamento


altri documenti puoi trovarli qui

LA COSTITUZIONE ITALIANA



giovedì 26 ottobre 2017

l'alienazione nella fabbrica

Marx così ci presenta l'alienazione dell'operaio nel sistema di fabbrica, introdotto alla fine del Settecento in Inghilterra e destinato a conservarsi -seppure con modifiche interne ed esterne- fino ai giorni nostri:

Certamente il lavoro produce meraviglie per i ricchi, ma produce lo spogliamento dell'operaio. Produce palazzi, ma caverne per l'operaio. Produce bellezza, ma deformità per l'operaio. 

Esso sostituisce il lavoro con le macchine, ma respinge una parte dei lavo­ratori ad un lavoro barbarico, e riduce a macchine l'altra parte. Produce spiritualità, e produce la imbecillità, il cretinismo dell'operaio. [...] Ma l'alienazione non si mostra solo nel risultato, bensì nell'atto della produzione, dentro la stessa attività producente. [...]
Primieramente in questo: che il lavoro resta esterno all'operaio, cioè non appartiene al suo essere, e che l'operaio quindi non si afferma nel suo lavoro, bensì si nega, non si sente appagato ma infelice, non svolge alcuna libera energia fisica e spirituale, bensì mortifica il suo corpo e rovina il suo spirito. L'operaio si sente quindi con se stesso soltanto fuori del lavoro, e fuori di sé nel lavoro. 

A casa sua egli è quando non lavora e quando lavora non lo è. Il suo lavoro non è volontario, bensì forzato, è lavoro costrit­tivo. Il lavoro non è quindi la soddisfazione di un bisogno, bensì è soltanto un mezzo per soddisfare dei bisogni esterni a esso. [...]

Il risultato è che l'uomo (il lavoratore) si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere e nel generare, tutt'al più nell'aver una casa, nella sua cura corporale ecc., e che nelle sue funzioni umane si sente solo più una bestia. Il bestiale diventa l'umano e l'umano il bestiale. 
Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici







La catena di montaggio (assembly-line in inglese) è sistema di lavorazione e assemblaggio di manufatti industriali, concepito già negli ultimi anni del XIX secolo, per velocizzare e rendere più efficiente il lavoro degli operai.
Essa è generalmente costituita da un nastro trasportatore, che scorre portando con sé le diverse parti da assemblare per ottenere il prodotto finito. Ogni operaio può così montare un unico pezzo alla volta, tramite movimenti ripetitivi e meccanici, con un notevole risparmio dei tempi di produzione, ma anche con una rigida divisione dei compiti che affida a ciascun addetto un’unica mansione specifica da ripetere ininterrottamente.



La catena di montaggio venne perfezionata e utilizzata per la prima volta nel 1913 nella fabbrica automobilistica dell’americano Henry Ford, riducendo i tempi necessari a produrre una singola autovettura da 12 ore ad un’ora sola.

La catena di montaggio fu però subito anche criticata da coloro che ritenevano che questo sistema di lavoro, altamente ripetitivo e meccanico, provocasse alienazione della psiche, e disturbi motori negli operai costretti a gesti ripetitivi, in rapida successione e privi di contenuto professionale. Le problematiche connesse all’utilizzo delle catene di montaggio furono rese celebri dal famosissimo film di Charlie Chaplin, Tempi moderni (1936) che descrive in maniera molto efficace gli effetti stressanti ed alienanti che tale metodo produceva negli operai addetti.


La divisione del lavoro era stata già  teorizzata dall’economista scozzese Adam Smith( padre del liberismo),  il quale nel 1776 aveva dimostrato che le operazioni per produrre un oggetto semplice quanto si voglia, come uno spillo, sono molte e possono essere scomposte e affidate a persone diverse. 

Il risultato che si ottiene è l'aumento della produttività di ciascun operaio e quindi della produzione globale e della ricchezza generale. Infatti se le diverse fasi della lavorazione di un prodotto sono compiute da diversi lavoratori, ciascuno di questi diventa abile e veloce e si annullano i tempi morti tra ciascuna fase e la successiva. 

La divisione del lavoro fu il modello produttivo che si diffuse lungo l’Ottocento e, soprattutto nelle fabbriche tessili, l’introduzione di macchine automatizzate impose agli operai ritmi di lavoro ai quali si dovettero adattare, con le conseguenze alienanti sopra individuate da Marx.

lunedì 23 ottobre 2017

progetto LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA A SETTANT' ANNI DALL'ENTRATA IN VIGORE

post della prof.ssa  Grazia Scuto







Il progetto propone agli studenti delle quinte classi un percorso di approfondimento e di riflessione attorno ai principi fondamentali della Costituzione italiana, che il primo gennaio 2018 festeggia  il settantesimo anno di vita.

Inteso come offerta formativa, il progetto mira ad ampliare le competenze sociali e civiche degli studenti cui è rivolto ed, in particolare, a rafforzare in loro la consapevolezza di essere titolari di diritti e di doveri e parte di una comunità in cui sono chiamati a svolgere il ruolo di cittadini consapevoli, attivi e responsabili.
La scuola, infatti, quale cardine del sistema educativo della nostra società, deve fornire agli studenti gli opportuni strumenti di conoscenza che favoriscano in essi una consapevole partecipazione alla vita democratica del Paese.  
Con questa proposta si intende contribuire all'acquisizione da parte degli studenti delle  competenze chiave per l'apprendimento permanente indicate dalla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio europeo n. 962/2006, ed in particolare, tra le otto competenze chiave da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria, è rivolto a favorire l'acquisizione delle competenze sociali, che, come evidenziato dalla Raccomandazione europea,  implicano anzitutto “competenze personali, interpersonali e interculturali, che riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più diversificate …….. la competenza civica, infatti, dota le persone degli strumenti per partecipare pienamente alla vita civile, grazie alla conoscenza delle strutture sociopolitiche e all’impegno a una partecipazione attiva e democratica”.

Il progetto è rivolto agli studenti delle quinte classi del LICEO LEONARDO 


CALENDARIO

Martedì 24 ottobre 2017 dalle ore 13.30 alle 15.30

- Breve video introduttivo – il discorso sulla Costituzione del 1955 di Calamandrei;
- Il suffragio universale, l'Assemblea Costituente e la sua composizione;
- La struttura ed i caratteri della Costituzione repubblicana e confronto con lo Statuto Albertino;
- I principi fondamentali (art.li da 1 a 12).

Giovedì 26 ottobre dalle ore 13.30 alle ore 15.30

- Parte prima – i diritti e i doveri dei cittadini –

I rapporti civili e la tutela della libertà ( analisi degli art. li 13 – 15 – 21) – i rapporti etico e sociali ( la parità giuridica dei coniugi art.29) – i rapporti economici – i rapporti politici ( il diritto – dovere di voto art. 48).

- Parte seconda – l'ordinamento della Repubblica

Il Parlamento e il bicameralismo perfetto;
Il Presidente della Repubblica e le sue funzioni;
Il Governo e la Magistratura;
Il referendum e i mezzi di democrazia diretta
Le autonomie locali. I poteri e le istituzioni delle Regioni

per aderire rivolgersi alla prof.ssa Grazia Scuto o ai docenti di Storia

giovedì 19 ottobre 2017

il massacro dei Romanov nel 1918


L'ultimo viaggio, da Zarskoe Selo a Tobolsk fino a Ekaterinburg, nel cuore degli Urali. 
La storia della dinastia Romanov finisce all'interno di Casa Ipatev, una palazzina che i bolscevichi hanno requisito al proprietario per trasformarla in prigione. L'esecuzione avviene nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918, nel seminterrato. Oggi al posto di quella casa c'è una chiesa, la Cattedrale sul sangue, dove i fedeli ricordano i membri della famiglia imperiale, come se fossero già santi. La storia tormentata dei loro corpi prosegue nei boschi intorno ad Ekaterinburg tra monasteri, croci di ferro e fosse tra i prati. Un mistero che ci riporta, alla fine, dove tutto è cominciato: a San Pietroburgo


Ezio Mauro racconta

LA RIVOLUZIONE RUSSA



venerdì 6 ottobre 2017

l'Europa dell'età comunale








I COMUNI
VIDEO, 3'


come costruire una mappa sull'origine dei 


esercitazione:

  • dove e con quali modalità nascono i Comuni in età medioevale?
  • da chi vengono ostacolati?
  • quali fasi caratterizzano l'età dei Comuni?
  • quali erano i poteri del parlamento e dei consoli?
  • quali poteri e competenze avevano i podestà?
  • perchè erano così ambite le cariche comunali?
  • quali erano i caratteri delle scuole nel periodo comunale?
  • prova a definire i tratti artistici dell'architettura gotica

ricava da questi quesiti dati e concetti per costruire una mappa di riepilogo

sull'ETA' COMUNALE IN EUROPA 

giovedì 28 settembre 2017

Bill of rights e Costituzione Italiana: un confronto









un confronto

come sono nate le carte?
cosa hanno regolato?
con quali conseguenze?





esercitazione:

COSTRUISCI UNA TABELLA DI CONFRONTO TRA LE DUE CARTE
sui seguenti aspetti giuridico-costituzionali:

libertà di parola
poteri del capo dello stato
poteri del parlamento
libertà religiosa
uso delle armi
imposizioni fiscali (tasse)
libere elezioni politiche
rifiuto abusi sulla persona (arresti, pene, condanne)



LAVORO DI GRUPPO DELLA CLASSE 4 G
ANNO SCOLASTICO 2017-2018

LE DUE CARTE A CONFRONTO
dossier curato da Edoardo Zappalà

mercoledì 13 settembre 2017

le migrazioni oggi

 seconda fase


Dalla seconda metà del XIX secolo la pressione demografica differenziale, dovuta congiuntamente al processo definito “transizione” e ai profondi cambiamenti politici di fine secolo, si è manifestata con un’inversione dei flussi migratori, portando ingenti quantità di persone dei paesi giovani e poveri in via di sviluppo nei paesi anziani e ricchi sviluppati dell’Europa, dell’America e dell’Asia. 

Questi flussi di nuova direzione sembrano destinati a perdurare almeno fino alla metà del XXI secolo, favoriti dal progressivo invecchiamento demografico dei paesi sviluppati e dall’elevato tasso di crescita degli altri paesi. 

Negli ultimi anni, soprattutto dopo la crisi del 2008,  a fronte di un aumento delle immigrazioni, si è  contemporaneamente registrato nel nostro Paese un nuovo significativo  processo emigratorio con direzione sia europea che extraeuropea, soprattutto da parte di una professionalità qualificata che non trova sbocchi lavorativi in Italia e nel Sud in particolare.
Questo fenomeno comincia ad assumere dimensioni preoccupanti anche perché riguarda con prevalenza la fascia della popolazione tra  i 20-40 anni, la cui prospettiva di permanenza all’estero non è ancora possibile prevedere né misurare.
Si calcola che oltre 100.000 giovani italiani- spesso laureati- lasciano il Paese ogni anno, senza avere al momento prospettive di ritorno.

Secondo le stime di Confindustria la fuga dei giovani all'estero costa all'Italia un punto di Pil all'anno, valutato in 14 miliardi di euro, in perdita di capitale umano. 
In sette anni il fenomeno ha subito un'accelerazione impressionante: 
si è passati dai 21 mila emigrati under 40 del 2008 ai 51mila del 2015. 
Il Csc tiene in considerazione che la spesa familiare per la crescita e l'educazione di un figlio, dalla nascita ai 25 anni, può essere stimata attorno ai 165 mila euro: è come se l'Italia, con l'emigrazione dei suoi giovani, in questi anni avesse perso 42,8 miliardi di euro di "investimenti in capitale umano". 
A questi sprechi va aggiunta la perdita associata alla spesa sostenuta dallo Stato per la formazione di quei giovani che hanno lasciato il paese: 5,6 miliardi se si considera la spesa media per studente dalla scuola primaria fino all'università. 

Nel solo 2015, per intendersi, 14 miliardi nel 2015.


Contemporaneamente in Italia è aumentato in modo veloce e quantitativamente preoccupante l’afflusso di popolazioni in fuga dai paesi  africani ed asiatici. 





Sul piano demografico, le migrazioni fanno diminuire la consistenza della popolazione del luogo di partenza in misura pari al flusso di uscita e fanno aumentare corrispondentemente la consistenza della popolazione del luogo (o dei luoghi) di arrivo. Quale effetto derivato, si produce un cambiamento della struttura per sesso ed età delle due (o più) popolazioni: tra gli emigranti prevalgono i maschi in età produttiva (15-50 anni), il più spesso celibi. Si abbassa, di conseguenza, il rapporto tra maschi e femmine (rapporto di mascolinità) nella popolazione di origine, così come il peso percentuale delle classi di età centrali. L’inverso avviene nella popolazione di arrivo. 


Ulteriori conseguenze si osservano nei riguardi della natalità, della mortalità e della nuzialità. Una misura dei movimenti migratori è data dai tassi di immigrazione ed emigrazione e dalla migrazione netta. Il tasso (o quoziente) di immigrazione è dato dal rapporto tra il numero di immigrati in un dato territorio, in un certo intervallo di tempo, e la consistenza media della popolazione del territorio nell’ intervallo considerato. Analogamente vale la definizione di tasso di emigrazione. La migrazione netta, invece, è la misura assoluta del movimento migratorio ed è data dalla differenza tra il numero degli immigrati e il numero degli emigrati, fissato il territorio e il periodo di tempo.