domenica 2 gennaio 2011

1949-2010: il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica

Dal  1949 il giorno del 31 dicembre degli italiani si conclude con il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica. In esso sono contenute le preoccupazioni che hanno accompagnato l'Italia dell'anno che sta per chiudersi e le speranze per il nuovo anno ormai alle porte. Leggere ed ascoltare questi messaggi è una interessante occasione per ripercorrere l'evoluzione della storia repubblicana attraverso l'analisi e l'impegno del Capo dello Stato.

Le parole di una Repubblica

Il messaggio di fine anno dei dieci Presidenti della Repubblica:
(da Repubblica.it)

Einaudi
Gronchi
Segni
Saragat
Leone
Pertini
Cossiga
Scalfaro
Ciampi
Napolitano

1 commento:

  1. "Quando i giovani denunciano un vuoto e sollecitano risposte sanno bene di non poter chiedere un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato, ma di aver piuttosto diritto a un futuro di possibilità reali, di opportunità cui accedere nell'eguaglianza dei punti di partenza secondo lo spirito della nostra Costituzione. Nelle condizioni dell'Europa e del mondo di oggi e di domani, non si danno certezze e nemmeno prospettive tranquillizzanti per le nuove generazioni se vacilla la nostra capacità individuale e collettiva di superare le prove che già ci incalzano. Tanto meno, ho detto, si può aspirare a certezze che siano garantite dallo Stato a prezzo del trascinarsi o dell'aggravarsi di un abnorme debito pubblico. Quel peso non possiamo lasciarlo sulle spalle delle generazioni future senza macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale".... ""se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia: ed è in scacco la democrazia. Proprio perché non solo speriamo, ma crediamo nell'Italia, e vogliamo che ci credano le nuove generazioni, non possiamo consentirci il lusso di discorsi rassicuranti, di rappresentazioni convenzionali del nostro lieto vivere collettivo. C'è troppa difficoltà di vita quotidiana in diverse sfere sociali, troppo malessere tra i giovani. Abbiamo bisogno di non nasconderci nessuno dei problemi e delle dure prove da affrontare: proprio per poter suscitare un vasto moto di energie e di volontà, capace di mettere a frutto tradizioni, risorse e potenzialità di cui siamo ricchi. Quelle che abbiamo accumulato nella nostra storia di centocinquant'anni di Italia unita"."Non possiamo come Nazione pensare il futuro senza memoria e coscienza del passato. Nulla può oscurare il complessivo bilancio della profonda trasformazione, del decisivo avanzamento che l'Unità, la nascita dello Stato nazionale e la sua rinascita su basi democratiche hanno consentito all'Italia. Sono convinto che nelle nuove generazioni sia radicato il valore dell'unità nazionale, e insieme il valore dello Stato unitario come presidio irrinunciabile nell'era del mondo globale".
    Dunque, "il futuro da costruire - guardando soprattutto all'universo giovanile - richiede un impegno generalizzato.

    Ho tratto dal discorso di fine anno del Presidente Napolitano le frasi indirizzate in modo particolare ai giovani che sperano di trovare le porte aperte per realizzarsi nel futuro. Esso spaventa sempre, poichè non vi è nulla di sicuro, ma avere un minimo di certezze aiuterebbe molto, soprattutto chi dà se stesso per gli altri.


    Postato da Loredana

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