lunedì 9 luglio 2012

Dopo il bosone un "premio": i tagli del governo all'INFN



LA LETTERA DI FERNANDO FERRONI A GIORGIO NAPOLITANO:

LA RICERCA VA PUNITA O PREMIATA?


I tagli previsti dalla spending review sull’Istituto nazionale di Fisica nucleare, fresco di elogi e riconoscimenti per aver concorso alla scoperta del Bosone di Higgs, rischiano di avere “effetti devastanti” sulla ricerca.
E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Infn, Fernando Ferroni, che ha scritto una lettera in proposito al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Mi rivolgo a Lei – scrive Ferroni – perche’ ci ha dato l’enorme gioia di inviare ai fisici italiani del CERN un plauso per il successo nella ricerca del bosone di Higgs. Nel Suo messaggio Lei sottolineava il rilievo internazionale della fisica italiana e il suo prestigio nel mondo. Mi permetto di aggiungere che proprio questo prestigio ha fatto si’ che commesse per centinaia di milioni di euro siano arrivate alle Pmi italiane ad alta tecnologia nel corso della costruzione dell’acceleratore di particelle di Ginevra“.
“Ora - prosegue la lettera - con una scelta non discussa ne’ preannunciata nel decreto sulla Spending Review, non solo il prestigio, ma la capacita’ stessa di stare al passo con la ricerca internazionale in fisica e di avere un futuro per la fisica italiana, vengono gravemente compromessi. Il taglio previsto per gli enti di ricerca grava infatti in modo particolare sull’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che si trova a rinunciare da solo alla stessa cifra – o quasi – di quel che tutti gli altri enti di ricerca messi assieme debbono subire in termini di riduzione del contributo statale. Non troviamo coerenza logica in questo taglio e non vediamo come esso si coniughi con il tentativo, che pure il Governo fa, per non attuare tagli lineari ma valorizzare le parti produttive della spesa pubblica“.

Con questo provvedimento, sottolinea Ferroni, “si penalizza la qualita’ e l’eccellenza, distruggendo la nostra possibilita’, come Paese, di partecipare ai grandi progetti internazionali di ricerca e di ottenerne, come nel caso del CERN di Ginevra, la leadership. Ricostruire questa posizione costata decenni di lavoro e di visione strategica potrebbe essere impossibile per il Paese nel medio-lungo periodo. Se l’Italia vuole uscire dalla crisi con una visione di lungo periodo, la scienza non puo’ essere letta esclusivamente come un problema contabile. Anche perche’ le risorse tagliate sono, in termini assoluti, molto piccole, ma in termini di possibilita’ di operare, devastanti“.

Richiesta assolutamente condivisibile, non è possibile una sviluppo se si pensa solo a tagliare per fare quadrare i conti. Si esce dalla crisi solo con un piano di ripresa parallelo alla lotta agli sprechi. Non priviamoci anche di questa preziosa risorsa-cultura, formazione, ricerca- tra le poche a sopravvivere nel degrado generale.

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