post di Rosemary Mavilia ,Valentina Vasta e Alice Caruso, classe 4 B
Nel 1951 partiva dal porto di Genova Giovanna Arcidiacono Sorbello insieme ai suoi due piccoli figli Giuseppina e Giovanni, diretti tutti ad Asunción, la capitale del Paraguay. A Genova Giovanna s’imbarcava su una nave che conduceva gli emigrati a Buenos Aires: la maggior parte di loro, infatti, era diretta in Argentina, e da lì solo pochi del gruppo avrebbero navigato il fiume su una piccola imbarcazione per essere infine condotti ad Asunción.
Non si tratta dell'incipit di un nuovo racconto di Gabriel Garcia Marquez ma della partenza dalla Sicilia di una energica signora e della sua famiglia all'inizio del secondo dopoguerra. Una nuova storia d'emigrazione dalla nostra isola. Nei giorni scorsi abbiamo potuto incontrare ed intervistare Giovanna (con i suoi splendidi 94 anni!) a due passi dal mare di Fondachello, complice la vacanza nel paese d'origine con la figlia Giuseppina per ritrovare parenti e amici di quel tempo lontano.
Giovanna Arcidiacono Sorbello durante l'intervista del 9 luglio 2012 |
Ecco la sua storia straordinaria
Originaria di Catania, dopo aver completato il terzo anno d’istruzione primaria Giovanna trascorse i successivi 15 anni della sua vita cucendo e vendendo cappelli di sua creazione in città. Dopo la guerra però la situazione precipitò e suo marito perse il lavoro. La famiglia decise così di chiedere aiuto ad un anziano cugino che fin dal 1890 viveva in Paraguay, sperando in nuove opportunità di vita. Proprietario di una fabbrica, il cugino con un “atto di richiamo” permise la loro emigrazione, pagò tutte le spese necessarie affinché la famiglia di Giovanna potesse affrontare il viaggio, offrì al marito di Giovanna un posto in fabbrica (dove il signor Vito Sorbello lavorerà per 30 anni) e fornì un alloggio per tutta la famiglia. Tuttavia ben presto si capì che la situazione economica era difficile anche in Paraguay, anche perchè negli anni precedenti il paese era stato coinvolto nella Guerra del Chaco, combattuta tra Bolivia e Paraguay per il controllo della regione del Gran Chaco (in America Meridionale), e sul paese gravavano pesanti oneri che si aggiungevano alla sua già precaria vita sociale e politica. Il solo stipendio del marito non bastava alla famiglia, e Giovanna voleva assicurare a tutti i costi benessere ed istruzione ai suoi tre figli. Così anche lei si diede da fare ed avviò una piccola attività commerciale, dove all’inizio vendeva piccoli oggetti artigianali e i lavori a maglia realizzati a casa. Pian piano nel negozio aggiunse altri articoli, lo ingrandì e lo trasformò anche in libreria. Con questa attività la famiglia fu tirata su con dignità e le difficoltà iniziali furono nel tempo superate.
Un momento dell'intervista: Giovanna tra Valentina e Rosemary |
Partire per tornare?
Sin dal loro arrivo in Paraguay, l’intenzione di Giovanna e del marito era di lavorare per mettere da parte un po’ di denaro così da poter ritornare in Italia, ma in seguito al secondo vano tentativo del marito di trovare un lavoro in Italia, la famiglia decise di stabilirsi definitivamente ad Asunción, dove vive tuttora.
Come si viveva in Paraguay?
I pochi italiani che si trovavano in Paraguay negli anni Cinquanta lavoravano come operai nei calzaturifici. A quell’epoca l'emigrazione dal nostro paese era scarsa, né era favorita dal governo che si era instaurato nel 1954 con Alfredo Stroessner, dittatore militare conservatore che rimarrà al potere per più di 30 anni. Il paese veniva fuori da una forte instabilità: tra 1904 e 1954 il Paraguay ha avuto trentuno presidenti, la maggior parte rimossi da sommosse, aggressioni e colpi di stato. Né le cose sono migliorate con la dittatura.
Lo stato di degrado del paese e il disastroso stato delle finanze, ha favorito nel tempo la creazione di un movimento di opposizione. Così nell'Aprile del 2008 il candidato progressista Fernando Lugo ha ottenuto una storica vittoria nelle elezioni presidenziali. Infine, proprio lo scorso giugno, il vicepresidente Federico Franco ha preso il posto del presidente Lugo, destituito in seguito alle accuse riguardanti l’aumento della violenza nello stato sudamericano. Dal 2010 nel Paese si è registrata una delle più significative crescite mondiali, arrivando ad un aumento del 14,5% del PIL, ma lo sviluppo economico non ha contribuito alla diminuzione del tasso di povertà, che riguarda il 38% della popolazione, accompagnato anche da sottoccupazione diffusa.
Giovanna si dice amareggiata per le condizioni del paese, soprattutto per la situazione dei giovani. Anche dopo essersi laureati, infatti, i più non hanno lavoro e rischiano di entrare nel circolo vizioso della droga e della delinquenza perchè non trovano una occupazione adeguata.
Quale cittadinanza?
L’intera famiglia di Giovanna ha acquisito la residenza definitiva paraguaiana, ma la maggior parte di loro ha rinunciato ai diritti politici per conservare la cittadinanza italiana. La scelta è legata sia ad una tutela delle proprie origini che alle maggiori opportunità di movimento in Europa offerte dall'appartenenza ad un paese dell'Unione Europea.
La terra nel cuore
Nel suo cuore, Giovanna conserva sempre il ricordo nostalgico della sua terra, e quando può, torna a visitarla insieme alla figlia Josephine.
a cura di Giuseppina Sorbello, figlia di Giovanna
Grazie a tutti i collaboratori per aver raccolto questa nuova testimonianza che ci auguriamo di poter portare anche al Museo delle Migrazioni di Giarre.
RispondiEliminaBuon viaggio di ritorno a Giovanna e Giuseppina con il nostro affettuoso abbraccio
Muchisimas gracias Profesora Grazia y a todos los que han colaborado con mucho entusiasmo para esta entrevista, Estamos muy contentas de que hayan pensado en nosotras, y les auguramos exitos para el museo que se abrirà en un futuro pròximo.
RispondiEliminaMuchisimos cariños para todos.
Giuseppina
Ma del Carmen Oronoz Gallo
RispondiEliminaGracias por la hermosa entrevista que representa a millones de descendientes en América del Sur con historia y nostalgia.Conozco personalmente a esta señora que es ejemplo de alegría y lucha.
Me ha gustado mucho la entrevista y tengo que decri que JOan es una mujer muy fuerte llena de optimismo y vitalidad, digan hija de su tierra italiana. Yo conozco de forma virtual a su hija Josefina, que se parece mucho a su madre y está enamordad de italia
RispondiEliminaChe bella storia! Si potrebbe scrivere un libro...è importante conservare la memoria storica, perciò anche quest'iniziativa di un Museo delle migrazioni mi sembra splendida.
RispondiEliminaGrazie per la bella storia, Giuseppina e Giovanna!!!
RispondiEliminaNostra carissima Giovanna, amica, è più sorella dalla mia mamma Elisa.
Noi siamo tua famiglia in Asunción e ti vogliamo tantissimo bene!
Tanti saluti!!!